venerdì 11 marzo 2022 - Marco Barone

Ucraini come esuli? Quando si osò chiamare esuli i siriani e gli afghani...

Nel cortocircuito del conflitto ucraino, dove Putin e Zelensky stanno entrambi dando il peggio, il primo, invadendo un Paese sovrano, il secondo, credendosi l'eroe del terzo millennio esaltato come pochi che vorrebbe trascinare l'Europa in guerra contro la Russia, chi paga le conseguenze di questa atrocità ancora una volta è la povera gente. 

Interessante osservare come l'Occidente abbia, per ora, spalancato le porte agli ucraini. Giusto e doveroso accogliere chi fugge dalla guerra. Ma è altrettanto curioso notare che la stessa calorosa accoglienza non c'è stata per gli altri fuggiaschi da guerre che in ogni caso vedevano l'Occidente come parte in causa. Siria, Afghanistan, per citare le ultime.

Per non parlare poi delle guerre che non interessano quasi a nessuno, dico quasi perché qualcuno nel mondo che denuncia certe oscenità c'è ed esiste, ad esempio come il massacro che si sta compiendo in modo indisturbato nel Tigray da mesi e mesi. In tutto ciò non sarà sfuggito ai più che gli ucraini son stati definiti come esuli. Esuli per il ministero dell'Istruzione, ad esempio. Eppure quando si osò usare questo termine per i siriani, si scatenò il putiferio. Quando si parla di esuli nell'immaginario collettivo viene a galla la vicenda degli esuli istriani, fiumani, dalmati. La differenza è sottile, ma c'è. Prendiamo come riferimento quanto scritto proprio dalle associazioni delle comunità istriane

"Se diamo un’occhiata al vocabolario o alle enciclopedie troviamo che la parola “profugo” deriva dal latino “profugus” derivato da “profugere” che significa “cercare scampo”. In particolare si tratta di quella situazione nella quale vengono a trovarsi quegli individui costretti a cercare rifugio in paesi “stranieri” a seguito di sconvolgimenti che hanno reso impossibile l’esistenza nei rispettivi territori nazionali. Tale è il caso di catastrofi naturali o conseguenti a eventi bellici, di persecuzioni razziali o politiche. I conflitti mondiali e locali, l’affermazione di regimi totalitari e il manifestarsi nel loro seno di politiche razziali hanno fatto sì che il fenomeno del profugo assumesse rilevanti dimensioni. Da ciò sono scaturiti nuovi e più urgenti problemi per gli Stati nei cui territori i profughi si sono insediati, problemi di varia e complessa natura giuridica, politica e sociale che solo attraverso una cooperazione internazionale possono trovare soluzione. Il concetto di “esule” trova la sua radice nel verbo “esulare” che significa andare in esilio, andar ramingo, emigrare, espatriare; da cui il concetto di esodo (la partenza e per estensione la partenza di un gran numero di persone – exodos – fuori, via)". 

Dunque è evidente che gli ucraini non sono esuli, ma profughi di guerra. Chiamarli esuli è solo una semplice operazione mediatica con lo scopo di avvicinare sentimentalmente e forzatamente quanto subito dagli ucraini, a quanto subito dagli esuli sulle vicende del confine Orientale. Obbrobrio dal punto di vista storico.

In tutto ciò bisogna anche porsi una domanda. Quando saranno i russi a fuggire dalla Russia, a causa della conseguenza delle sanzioni subite dall'Occidente, che ha generalizzato colpendo tutti i russi, indistintamente, come andranno considerati? Anche loro saranno vittime di questa guerra e meriteranno accoglienza. Ma nel mondo che gioca alla guerra in casa di altri e si esalta a sventolare le bandiere del momento opportunista che va di moda, siamo certi che non tutti i profughi di guerra continueranno a meritare la stessa dignità e umanità e considerazione.

mb



1 réactions


  • paolo (---.---.---.49) 15 marzo 2022 10:58

    Ma si rende conto che quello che lei afferma contrasta con il "pensiero unico" dominante e dilagante, non solo sui media mainstream, ma perfino su questo blog ?

    Che quella testa di russo di Putin non abbia alcuna attenuante per quello che sta combinando è chiaro e limpido. Ma guai a fare la minima critica a Zelensky ( e la sua cerchia). E non solo perché si è autoproclamato il martire di Belfiore, ma soprattutto perché, in preda ad un delirio nazionalista, se l’è tirata come peggio non si poteva. Dice il saggio " ad ogni azione corrisponde una reazione". Chi governa una nazione, seppur proveniente dal cabaret comico, dovrebbe avere un minimo di senso di responsabilità soprattutto verso il suo popolo. E invece il nostro s’è tirato in casa noti bombaroli che credono di essere i padroni del mondo. Oddio cosa ho detto ?! Anatema; chiedo venia e rettifico, portatori di democrazia e di "valori", magari con bombe e stragi di civili, ma pur sempre benefattori dell’umanità. 

    Lei ha assolutamente ragione chi scappa dall’Ucraina sono profughi, non esuli. Ma col cavolo che se a scappare dalle bombe sono russi (vedi Donbass) questi sono considerati profughi. Perché anche i profughi hanno uno status diverso a seconda da chi scappano.

    saluto


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