martedì 19 dicembre 2017 - Marco Barone

Sudtirol: perché è giusta la doppia cittadinanza

Nei luoghi di confine i sentimenti identitari e di appartenenza non sono omogenei. E' più facile sentirsi altro che italiani, nonostante i processi lunghi ed anche violenti che hanno caratterizzato l'italianizzazione a partire sin dall'avvento del Regno d'Italia subito dopo la caduta dell'Impero Austro-Ungarico. 

Chi si sente italiano in prevalenza è chi non è autoctono, chi proviene da altre zone d'Italia o chi è animato da sentimenti nazionalistici o patriottici per l'Italia, che non devono per forza di cose fare rima e muoversi sulla stessa strada. L'Italia non ha nessuna colpa, ma tante violenze ed ingiustizie sono state compiute in suo nome, in suo conto, ed è se non odiata, è mal tollerata sicuramente. Ha creato indignazione la proposta di concedere la doppia cittadinanza, italiana ed austriaca ai cittadini della complessa zona del Südtirol. 
Da parte italiana ed europea si è gridato allo scandalo, al ritorno del nazionalismi. Ma è più nazionalista non riconoscere i diritti e l'identità di chi vive in quella zona acquisita dall'Italia, dove non si sono mai sentiti italiani e dove la lingua prevalentemente parlata non è l'italiano, trincerandosi dietro slogan che rischiano di favorire tensioni o è più nazionalista riconoscere anche la cittadinanza austriaca a chi è italiano non per scelta? 
E non è una questione di destra o sinistra, anche se la proposta arriva da un governo assolutamente destro.
 
Ma stiamo attenti a non banalizzare. Giustamente è stato fatto l'esempio di quanto accaduto con gli italiani autoctoni in Slovenia e Croazia. Agli inizi degli anni ’90 vennero raccolte tra gli italiani poco più di 4 mila firme per una petizione al Governo italiano con cui si richiedeva il riacquisto della cittadinanza italiana persa a seguito della cessione dell’Istria, di Fiume, del Quarnero e di Zara a quella che era stata la Jugoslavia. 
Ci furono due provvedimenti legislativi, quello del 1992, con cui si consentiva agli appartenenti alla CNI il riacquisto della cittadinanza italiana e soprattutto con la legge 8 marzo 2006, N° 124 si completò il quadro e l'effetto è stato quello di favorire l'iscrizione all'AIRE delle circoscrizioni considerate poco più di 25 mila di cittadini. L'Italia ora si comporterà come si comportarono inizialmente Slovenia e Croazia?
 
Contro le quali si disse di tutto e di più? Due pesi e due misure? I diritti o sono uguali per tutti o non lo sono, e qui non è una questione banale e semplicistica di nazionalismi, e neanche di sterile battaglia tra fazioni politiche avverse se non opposte. E' un grave errore lasciare solo nella mano di certe e date realtà questioni così delicate che dovrebbero invece essere affrontare e gestite in modo più universale e con maggiore intelligenza. Non è la richiesta della cittadinanza austriaca dei cittadini del Sudtirol a minare l'Europa, l'Europa si è minata da sola e le identità se vengono riconosciute soprattutto nei luoghi di confine e tutelate possono ben divenire un valore aggiunto per contrastare quella omologazione che ci vorrebbe tutti numeri uguali senza anima e storia per essere nessuno in un mondo dove non si vive mica per l'eternità.
 
Marco Barone 


3 réactions


  • Roby (---.---.---.173) 19 dicembre 2017 09:07

    Dopo aver svenduto economicamente l’Italia, vi apprestate a svendere l’Alto Adige agli Austriaci per due seggi sicuri per Boschi e Del Rio, ma non vi vergognate??, questo è alto tradimento. 


  • Semprevivo (---.---.---.174) 8 settembre 2018 15:04

    Ho letto tutti i suoi interventi. Lei è profondamente anti italiano. Cosa le ha fatto l’Italia?

    Perché non espatria definitivamente? E prende la cittadinanza della Slovenia (o della ex Jugoslavia)?

    Ce ne faremo una ragione. E sarà poca perdita.


  • Enzo Salvà Enzo Salvà (---.---.---.130) 8 settembre 2018 19:44

    Sig.Barone, d’accordissimo con Lei (non avevo visto il suo post).Lo dico da Sudtirolese di madre lingua italiana. Una punta di nazionalismo, un voler riaffermare il concetto di Austria, comunque c’è. I tempi sono questi.

    Un’iniziativa di questo genere all’interno della UE sfiora il ridicolo ma i populismi e i sovranismi enfatizzano tutto e vivono con poco. Lo stupore? vincono con niente.

    Un Saluto
    Es.

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