- salone del libro torino wu ming
Il 5 maggio si è segnato un nuovo passo, cruciale, nell'approccio culturale, sociale e politico contro il fascismo di ieri e di oggi. Il collettivo Wu Ming ha comunicato a chiare lettere che...
La settimana scorsa abbiamo annunciato la partecipazione di Wu Ming 4 al Salone Internazionale del Libro di Torino, il 12 maggio, per presentare l’antologia di suoi scritti su J.R.R. Tolkien Il Fabbro di Oxford, in uscita per la casa editrice Eterea. Oggi annunciamo che la presentazione è annullata. Ormai è noto: al Salone avrà uno stand Altaforte, di fatto la casa editrice di Casapound. Nei giorni scorsi questa notizia ha suscitato molte critiche ed esortazioni a tenere fuori dalla kermesse una presenza platealmente neofascista
Concludendo...
Noi riteniamo che i fascisti vadano fermati e, metro dopo metro, ricacciati indietro.
Noi riteniamo necessario dare segnali sempre più chiari e forti, come è stato fatto venerdì scorso nella piazza di Forlì.
Noi non abbiamo intenzione di condividere alcuno spazio o cornice coi fascisti. Mai accanto ai fascisti.
Per questo non andremo al Salone del Libro.
Ci sono state prese di posizioni importanti. A partire dal Museo di Auschwitz:
Non possiamo chiedere ai sopravvissuti di condividere lo spazio con coloro che mettono in discussione i fatti storici che hanno portato all'Olocausto, con coloro che ripropongono un'idea fascista della società. |
Così come giorno dopo giorno aumentano i nominativi di chi boicotterà il salone dei libro di Torino, per queste ragioni, non ci sarà Zero Calcare, non ci sarà la Presidente Nazionale dell'ANPI, non ci sarà Tommaso Montanari, e tanti altri.
C'è, chi invece, ha comunicato che ci sarà, come la Einaudi editore:
La democrazia ha avuto un ruolo da scivolo fenomenale per i neofascismi. Il miglior modo di essere democratici e preservare la democrazia stessa è togliere il diritto di parola, vietare ogni spazio, proibire ogni legittimazione, a corpuscoli, o corpi, neofascisti. Altrimenti si va in cortocircuito, proprio come sta accadendo.
A cosa serve scrivere bellissime parole sull'antifascismo, a denunciare tutte le bassezze del fascismo, se poi, nella realtà, a queste parole non segue nulla di concreto? Ecco, il cinque maggio si è posto un segnale di rottura importantissimo in Italia, un segnale di coerenza attiva, a partire da chi contribuisce alla cultura antifascista in un Paese che pur non avendo avuto una sua Norimberga i conti con il proprio passato e la storia deve pur farli ed è arrivato il momento di iniziare a farli questi conti.