sabato 10 agosto 2013 - Marco Barone

Prendo e parto via

Dedicato a chi è fuggito dall'Italia. 
 
La scuola che non c'è, l'Università che non c'è, il lavoro che non c'è, ed allora prendo e parto via.
 
Via da questa Italia caduta oltre ogni immaginabile degrado, ma con essa non ti farai trascinare negli abissi dell'ipocrisia. Certo vi è chi decide di resistere, rimanere, chi non ha scelta e dunque privato della libertà della soluzione, chi non ha volontà, chi semplicemente vuol trasformare le cose, chi plasmare il non plasmabile.
 
Uno zaino, un biglietto, e si aprono le porte del tuo nuovo universo. Nulla da perdere, tutto da conquistare.
 
Può essere la Spagna, la Germania, la Francia o l'America ma anche l'Oriente.
Flessibilità nell'osare, rigidità nel sognare.
 
Conoscerai nuove culture, nuove situazioni lavorative, esperienze di vita e di passione, amori e dolori, ma è una tua scelta. Arriverà, sì che arriverà, il momento forse atteso forse un tempo disatteso in cui dovrai eleggere nel libero arbitrio di cosa nel tuo universo sarai dio.
 
Scegliere se amare od odiare, se resistere o desistere, se passione o ragione, se dubbio se certezza.
In quell'attimo dovrai chiudere gli occhi, né vedere, né ascoltare, né parlare, ma vivere il tuo silenzio.
Un silenzio dove nuoterai nelle acque dei tuoi sogni, dove giorno dopo giorno edificherai il tempio del tuo essere libertà.
 
Una nuova ondata di emigrazione è alle porte. Inesorabile sorte di un Paese che non vuol né vedere, né capire.
Non avrai patria, non avrai casa, ma avrai la tua stella polare di riferimento. Ogni notte eleverai lo sguardo verso il cielo.
 
Scorreranno come un film ora a colori ora in bianco e nero i ricordi della tua infanzia, dei tuoi primi giri in bicicletta, del tuo primo bacio, della tua prima conoscenza e sapienza, del tuo primo schiaffo, del tuo primo esame, della tua prima sconfitta.
 
Scoprirai cosa vuol dire perdere, ma scoprirai anche cosa vuol dire vincere. Non più telefoni a gettoni, non più busta e lettera e penna.
 
Un computer, una connessione internet, e la virtualità renderà meno sofferente la tua distanza.
Una generazione che non ha scelta, o resistere o fuggire.
 
Ma la generazione precedente, quella che ti ha partorito, non comprende, non riesce a capire il perché della tua scelta. Hai studiato, hai lottato per quel pezzo di carta, sei dottore o dottoressa.
 
Sì, dottore e dottoressa ma senza raccomandazione.
 
E tu rifiuti la raccomandazione.
 
E quel pezzo di carta costato sudore fatica e migliaia di euro lo archivi nel cassetto che getterai nel passato senza più ritorno. E prendi e parti via, lontano da questo Paese, ma vicino al tuo essere libertà.
 


3 réactions


  • (---.---.---.28) 10 agosto 2013 22:20

    Italia maledetta. Sono ad un passo anch’io. Meglio fare il barbone in un paese civile che fare l’assistito dei servizi sociali sprofondato in un mare di merda senza ritorno.


    • (---.---.---.3) 11 agosto 2013 10:16

      prendi il coraggio e vai, perché una volta messo sotto le ali dei servizi sociale non ne esci piu’ perché loro ti rendono dipendente, se questo non succedesse (renderti dipendente) mi sai dire che c----o farebbero? ciao e BUONA FORTUNA:


  • (---.---.---.177) 11 agosto 2013 01:30

    Che cos’e’ poi la patria? Io difenderei fino all’ultimo sangue Londra dall’attacco dei visigoti o degli alieni, ma dell’Italia non me ne puo’ fregare di meno. La patria e’ dove ci si sente a casa, non dove si e’ nati. Bon voyage a tutti :)


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