martedì 9 giugno 2020 - Marco Barone

La "commessa della vergogna" tra Italia ed Egitto è andata in porto

Cinque righe inaspettate sul sito del Governo, che iniziano con la questione della stabilità regionale e finiscono con il "caso Giulio Regeni". Il caso. Oramai nei palazzi istituzionali è un caso. Un caso diventato clausola quasi di stile. C'è perchè non può non esserci, almeno per ora. Una lunga telefonata. Chissà quanto spazio avranno dedicato al "caso" Giulio Regeni. Dieci secondi? Trenta? Un minuto? Quanto tempo nella lunga telefonata?

L'ultimo contatto istituzionale tra Italia ed Egitto c'è stato in occasione della consegna delle mascherine. Come ha fatto notare della stampa araba quelle mascherine son servite all'Egitto "secondo fonti egiziane, a fermare la pressione nel caso Regeni, e a superare le proteste che interrompono ancora alcuni dettagli degli accordi sulle armi". Le mascherine della vergogna con la commessa della vergogna. Si parla di 9 miliardi di euro. E per renderla meno indigesta la cosa in Italia pensano di affrontarla ovviamente all'italiana. Come? A rate. Circolano con insistenza voci, come riportate sempre dal sito Al Alaraby, che la commessa "verrà suddivisa in più fasi, per facilitare l'emissione di lettere di credito dal Ministero degli Esteri italiano e per eludere la continua pressione di numerosi dipartimenti italiani sul governo di Giuseppe Conte". Sarà a pezzetti.

Tanti pezzetti che nel tempo porteranno alla realizzazione della commessa della vergogna. La priorità delle priorità saranno le due fregate multiuso per un valore di 1,5 miliardi di euro. Quelle saranno le prime ad essere consegnate. Ed infatti l'ANSA ha confermato che "L'Italia ha dato in queste ore il via libera alla vendita delle due fregate Fremm all'Egitto. L'accordo tra Roma e Il Cairo sarebbe arrivato a seguito della telefonata tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il leader egiziano al Sisi. Le stesse fonti riferiscono che la decisione sarebbe stata già condivisa con i vertici di Fincantieri". Potranno invece ritardare l'acquisizione di elicotteri e caccia Eurofighter Typhoon, ecc. Insomma, la strada è stata tracciata. Tradotto in lettere ciò significa armare una dittatura, una delle peggiori sulla faccia della Terra e divenirne complici e soprattutto dare un colpo pesantissimo ai limiti del KO al percorso istituzionale della verità per Giulio Regeni.

Perchè a questo punto qualcuno dovrebbe spiegare un solo motivo che avrebbe l'Egitto per consegnare i suoi mandanti ed esecutori dell'omicidio di stato di Giulio. Forse Patrick Zaki si spera verrà anche liberato dopo il via libera di questa indecenza, ma è innegabile che la verità per Giulio ha subito un colpo d'arresto enorme. E' evidente. Tante le domande che si dovranno fare, ci saranno forse anche delle scosse di terremoto politiche in Italia, ma l'Egitto ha ottenuto quello che ha voluto e anche chi voleva farci affari.

L'indecenza è compiuta.

mb


1 réactions


  • Doriana Goracci Doriana Goracci (---.---.---.185) 10 giugno 2020 16:24

    GRAZIE per averne scritto Marco Barone. Aggiungo quanto ho postato stamattina su FB:

    come è possibile leggere all’8 di giugno ( e non sono numeri al lotto...) Armi all’Egitto, da Roma arriva il via libera alla vendita di 2 fregate Fremm al regime di al-Sisi? "L’affare parte di una commessa da 9 miliardi L’Egitto resta il principale acquirente di armi italiane, con un volume di affari da 871 milioni di euro solo nel 2019, nonostante nel Paese continuino le violazioni dei diritti umani e non ci sia collaborazione nella ricerca della verità sulla morte di Giulio Regeni..."
    Paola e Claudio Regeni hanno finito, dopo le lacrime, le parole. I social listano a lutto l’insegna gialla che ancora, sbiadita, garrisce dal balcone di qualche municipio, chiedendo verità. Il presidente della Commissione d’inchiesta sull’assassinio del ricercatore friulano, Erasmo Palazzotto, la mette giù dura e convoca il premier Conte sulla maxicommessa della discordia: «La scelta di questo governo tradisce le promesse fatte alla famiglia». A quattro anni e mezzo dalla scoperta che il Cairo poteva riservare a un cittadino italiano la sorte destinata a migliaia di oppositori locali, la notizia che l’Italia si accinge a vendere all’Egitto due fregate multiruolo, 4 navi, 20 pattugliatori, 24 caccia e 24 aerei addestratori, il maggiore contratto militare dal dopoguerra che farebbe del Cairo il primo acquirente di sistemi militari nostrani, agita l’esecutivo giallo-rosso come mai i precedenti...
    oggi due articoli sulla Stampa uno di Domenico Quirico ma purtroppo non sono abbonata e chi può metta per favore qui di seguito il testo. e l’altro leggibile di Francesca Paci, sempre sulla Stampa

    e ancora
    Caro presidente Giuseppe Conte. Voglio unire la mia voce al dispiacere e alla rabbia di Paola e Claudio Regeni dal momento che persino le forze di opposizione al suo governo che pure non perdono occasione per dissentire, di fronte all’operazione egiziana, tacciono o esprimono soddisfazione. Non sono soltanto profondamente deluso ma anche addolorato per questa ennesima ingiuria, non alla memoria di Giulio e alla sua vicenda umana, ma alla democrazia del nostro Paese. E mi perdoni se aggiungo che non bastano affatto due parole in un comunicato che si riferiscono alla cooperazione giudiziaria se questa è soffocata da quella commerciale e della difesa. Con disapprovazione e disgusto devo ammettere che c’ero cascato anch’io. Avevo creduto nella buona fede sua e del suo governo rispetto alla legittima richiesta di giustizia per una vita calpestata e per quella di Patrick Zaki ancora in bilico. E invece dobbiamo amaramente constatare che ancora una volta le ragioni economiche prevalgono sui diritti umani, sul rispetto della democrazia e, ancora peggio, sul dolore di una madre e di un padre. Due fregate Fremm costano tanto, mi dicono non meno di 400 milioni l’una. Ma sicuramente meno, molto meno, di una vita umana. Se questo è l’orientamento della politica italiana, vuol dire che non vi è alcuna credibilità nemmeno sulle altre decisioni rispetto all’istruzione, alla sanità, al welfare. D’ora in poi sarà ancora più legittimo chiedersi: "Chi ci guadagna? Cosa c’è sotto? Sarà vero?". Caro presidente, penso che siano tanti gli italiani disposti anche a stringere la cinghia rinunciando ai "benefici" di questa turpe operazione pur di non vedere il dolore, la memoria e la vita oggetto di un così vergognoso baratto.

    https://www.mosaicodipace.it/mosaico/a/47772.html



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