giovedì 18 maggio 2017 - Marco Barone

Immigrazione | Si rischia in Italia una "notte dei cristalli" per colpire gli stranieri

Era una notte di novembre del 1938, in Italia erano state, da pochi mesi, proclamate in una gremita piazza dell'Unità d'Italia di Trieste le criminali leggi razziali. Fatto ricordato a Trieste, in quel luogo, da una piccola targa calpestata ed invisibile. Per le strade della nazista Germania la polizia non intervenne, i vigili del fuoco limitarono il loro intervento ad interventi minimi finalizzati a salvaguardare gli edifici di terzi. Terzi che non fossero ebrei. Vennero prese di mira case, negozi, cimiteri, luoghi della socialità ebraica. Ci furono morti, ci furono violenze di ogni tipo, ci furono deportazioni.

La notte dei cristalli in Germania è stato un qualcosa di una disumanità totale, come disumano era il nazismo ed il fascismo. Terzo millennio, nuovo secolo, '900 alle spalle, ideologie rimosse, capitalismo dominante, nuove guerre, nuove crisi economiche e sociali, crisi di natalità in Europa, emigrazioni di massa, l'Europa che tronca ogni sogno "americano", crescono i nazismi ed i fascismi e l'odio verso lo "straniero" è dilagante. Tra ronde, criminalizzazioni degli aiuti umanitari, il razzismo è diventato la normalità, i valori Occidentali non devono essere messi in discussione e se non ti adegui vieni pesantemente sanzionato.

Nei social dilaga il razzismo, senza razzismo i social forse perderebbero gran parte della loro forza, perché son diventati il vento dell'odio, si censurano le nudità delle statue, per non turbare il senso del pudore, ma non si censurano le pagine fasciste, naziste, reazionarie, che istigano quotidianamente alla violenza. E le Istituzioni dormono, anzi stanno in gran parte diventando complici, non agendo, con un paventato senso di impotenza. Il reato commesso dallo straniero viene percepito come più odioso e grave rispetto a quello commesso dall'autoctono. Si ha un gran fastidio contro gli stranieri, dal lavoro, dove sono le prime vittime di un neo-schiavismo ben affermato, al fatto che frequentano, per abitudine o perché non hanno soldi per andare in vacanza, i centri delle città. Oppure vengono ghettizzati nelle periferie, aprono negozi ed attività, secondo le regole del libero commercio, ma queste regole per loro non devono valere. Si possono tollerare le aperture di mille chiese, ma non di una sola moschea.

Si possono tollerare i femminicidi compiuti dal maschio italiano, ma non quello compiuto dallo straniero. Viene percepito come grave, o meglio con un gran senso di fastidio il velo islamico portato dalle donne, viene considerato come normale essere assediati da simboli religiosi nei luoghi pubblici, ospedali, tribunali, municipi, scuole. Se potessero attuerebbero una nuova notte di cristalli in chiave italiana, ma questa volta per colpire indistintamente lo straniero e visti i tempi che corrono, visti i nuovi terremoti economici e politici in arrivo, il potessero rischia di divenire una certezza

Marco Barone



1 réactions


  • pv21 (---.---.---.233) 20 maggio 2017 12:03

    Pragmatismo >

    Fino ad una 60na d’anni fa nelle nostre campagne l’improvvisa perdita di un vitello era vissuta peggio dell’accidentale dipartita di uno dei componenti più giovani del nucleo familiare.


    OGGI sono varie migliaia i bambini non accompagnati che ci arrivano dai paesi più disastrati (carestie, lotte tribali, schiavitù, ..).

    Per le famiglie di origine il fatto di vederli andare via significa sperare che abbiano miglior fortuna e, da subito, avere una bocca in meno da sfamare.

    Ovvero. Nel caso dei bambini viene messa in conto anche la possibilità di non averne più notizia. Quando invece a partire è un componente quasi adulto si aspetta con ansia che si rifaccia vivo mandando un po’ di soldi.


    In buona sostanza.

    Si tratta di prendere atto che anche questo fa parte della dura realtà della vita.

    CAVALCARE la “gravità” di siffatti eventi sfoderando mirabili spunti “solidaristici” e slanci  “buonistici” da paese benestante è del tutto superfluo, se non deplorevole.


    Diritto di parola ha solo chi è concretamente intenzionato a farsi carico, fino in fondo, di offrire una “dignitosa” prospettiva di vita a ciascuno di quegli esseri umani.

    Tutti i problemi vanno affrontati senza alterare valore e significato di Parola e Merito


Lasciare un commento