mercoledì 12 giugno 2013 - Sergio Giacalone

Gli italiani li faremo... prima o poi

Incongruenze e paradossi di un popolo-bambino mai cresciuto

La storia si ripete. Ma che paese è un paese che determina il trionfo di un partito alle amministrative dopo averlo tradito miseramente alle politiche?

E tutti a dire che “così è normale, perché il centro sinistra nelle amministrazioni locali risulta sempre migliore del centro destra...”. Sì, certo... ma se intanto lasciamo l'amministrazione dello stato in balia dell'improvvisazione, se permettiamo che i centri del potere esecutivo e legislativo vengano aperti ad una forza politica che le elezioni locali identificano come incapace di esprimere la "buona amministrazione", a cosa vale che gli enti locali funzionino alla perfezione? E' come vantarsi di tenere il bagno della propria casa costantemente lindo e poi fare la cacca sulla soglia del portone.

Sarà che l’Italia è fatta su carta, ma a 153 anni dalla morte di Cavour nessuno ha mai trovato il tempo di fare ‘sti benedetti Italiani…

Periodicamente, specie in occasione delle consultazioni elettorali, ne diamo la più ampia dimostrazione: inaffidabili, meteoropatici, immaturi, corrotti e corruttibili, non perdiamo occasione per utilizzare al peggio gli straordinari strumenti che la democrazia mette a nostra disposizione, evidenziando tutte le lacune della nostra formazione nazional-politica. Ci piace dire di vivere nel “Bel Paese”, fregiarci di pizze, chitarre e mandolini e fare il bagno nelle fontane cinquecentesche per festeggiare una vittoria della Nazionale di calcio; ma in realtà noi questo paese non lo amiamo affatto! Lo dimostrano i responsi delle urne cui ci siamo inchinati (sempre più controvoglia) dal 1946 ad oggi: una débâcle continua, una serie drammatica di insuccessi messi in fila senza mai avere la forza di dire un “basta” che fermasse il meccanismo perverso. D’altronde non è un paradosso: abbiamo dato espressione massima alla nostra unità nazionale e all’orgoglio dell’appartenenza solo quando è arrivato un dittatore ad insegnarcelo!

Certo non è tutta colpa nostra; forse in base al corso che la nostra storia preunitaria aveva assunto sarebbe stato il caso di evitare una soluzione unitaria non confederale. Una Confederazione di Stati presieduta dal Re di Sardegna sarebbe forse stata la soluzione più adatta a coniugare le nostre ormai tante storie e le nostre altrettante diversità e avrebbe evitato questa crescita traumatica, diseguale e selettiva che non ha mai permesso alla nostra spina dorsale di tenersi dritta a sostenere il peso delle glorie passate e delle difficoltà presenti, quanto meno non in modo spontaneo; è accaduto per vent’anni a seguito di un artificio, ma non possiamo farcene un vanto; e non tanto per l’innegabile oceanico consenso offerto alla dittatura fascista quanto per il modo con il quale abbiamo permesso alla politica successiva di cancellare o mortificare anche quello che del ventennio andava salvato o esaltato; ciò va detto al di là dell’ipocrisia, detestabile e cancerogena, di stampo democristiano che ci obbliga ad indignarci, come fossimo in un gioco di ruolo, tutte le volte che qualcuno dice che il fascismo ha fatto anche cose buone. Non ho alcuna simpatia per le destre estreme, ma sono meridionale e sento di doverlo dire per amore di verità: il fascismo ha dato al meridione d’Italia la dignità di parte integrante di questo paese come mai nessuno è stato capace di fare, prima ma soprattutto dopo. E nessuno deve indignarsi o chiedere smentite perché i dati di fatto non si possono e non si devono smentire. Dobbiamo smetterla di rimanere vittime dei dogmi di Andreotti sulle menzogne necessarie!

La verità, sia essa storica, politica o culturale, è condizione imprescindibile per la formazione di quella coscienza nazionale che agli Italiani è stata vietata ad arte e che ci rende servi e zimbelli d’Europa. Credo sia ora di finirla, è arrivato il momento di crescere!



4 réactions


  • (---.---.---.17) 12 giugno 2013 11:41

    PaoloM
    Mi sembra evidente che alle politiche si è sperato che M5S fosse una soluzione, ma dopo poco ci siamo resi conto che era un’illusione e quindi si è bocciato M5S e resuscitato il PD.
    La forte astensione è stata di chi non ha creduto nel PDL ed in parte in M5S, ma è colpa loro!


    • (---.---.---.178) 12 giugno 2013 12:00

      L’incipit dell’articolo è: la storia si ripete. Al di là dell’episodio recente sono anni che si verifica questa dicotomia, come se a votare fossero due coscienze popolari diverse a seconda se si tratti delle politiche o delle amministrative. Al di là delle differenze oggettive fra le valutazioni che sottendono alle due tipologie di voto, penso che la costante e netta divergenza dei risultati esprima essenzialmente tutta la nostra immaturità democratica, al di là delle vicende dei singoli partiti; che d’altronde, essendo fatti da italiani, di quella immaturità sono anch’essi drammatica espressione!


  • (---.---.---.140) 12 giugno 2013 19:46

    Un aspirante storico che mette insieme una tal messe di luoghi comuni sul proprio popolo e sulla contemporaneità italiana a mio avviso resterà sempre aspirante e mai raggiungerà la meta.


  • (---.---.---.140) 12 giugno 2013 19:47

    zzzzzzzzzzzzzzzzzzz


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