Giustizialismo o legalismo garantista?
Oggi, mercoledì 20 luglio,
Purtroppo da anni ormai i termini legalismo e giustizialismo si sono confusi, quasi che fossero sinonimi. In realtà legalismo e giustizialismo non sono affatto sinonimi, anzi, definiscono due distinte realtà o concetti; ma i cori a senso unico di certi media li hanno confusi e addirittura assimilati. Chi chiede legittimamente giustizia, legalità, che vuole vedere in galera i delinquenti e i corrotti dentro e fuori il Parlamento nel rispetto del sacrosanto garantismo costituzionale, è chiaro che è un legalista e non certo un giustizialista. Anche se quest’ultima sovente viene usata come e quando fa comodo. Se ad essere incriminato ad esempio è un Marrazzo o un Frisullo, allora il giudice non è giustizialista, altrimenti s’invoca troppo spesso un garantismo un po’ troppo peloso.
Da tutto ciò si evince quindi come molte cose o concetti siano diventate una questione di linguaggio e non di oggettiva realtà; quel linguaggio che in questo quasi ventennio è stato mortificato e piegato alle esigenze e al mantenimento di un potere sempre meno legittimo. Giacché, quando un consenso proviene dalla disinformazione e confusione verbale propinati da televisioni e testate giornalistiche di proprietà di chi scende in politica in prima persona, alla faccia del conflitto d’interessi ai danni del cittadino, diviene manipolato, inficiato dunque illegittimo. Già basta la parola, sentenziava un antico spot, per capire fra l’altro certa forma mentis, poiché salire in politica sarebbe un’idea più consona a un compito di tale portata e importanza, mentre scendere… definisce esattamente l’attualità politica.
Sarà anche per questo motivo che il Paese Italia non riscuote più alcuna fiducia e credibilità internazionale, con un governo che non rappresenta e forse non ha mai rappresentato realmente la maggioranza degli italiani (anche grazie alla porcata di Calderoli col suo mostruoso premio di maggioranza e l’abolizione delle preferenze), che sono sempre più poveri ma forse ora sempre meno disinformati, se l’antico consenso di cui andava tanto fiero (giustamente) il premier e che credeva (stoltamente) che gli legittimasse qualunque cosa, ora va scemando ed è passato già con uno scarto di alcuni punti dalla parte del centrosinistra. Fatto storico se si pensa che ciò non accadeva dal febbraio del 2006.
A causa di questa debolezza del governo ora l’Italia è diventata preda di famelici speculatori, e a quanto pare nemmeno una manovra succhiasangue (un Dracula un po’ ottuso, che affonda i suoi canini sul collo martoriato di chi sangue non ne ha più invece che su quello florido di chi si ingrassa in questa situazione di crisi internazionale), approvata in pochissimi giorni anche grazie al senso di responsabilità del centrosinistra, tanto invocato dal Presidente Napolitano. L’euforia è durata troppo poco però, dato che ieri è stato un altro lunedì nero nel mercato finanziario italiano.
Per finire, a proposito di legalismo e giustizialismo, ieri ricorreva il 19° anniversario della strage di Via D’Amelio dove morirono il Giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta. Il Presidente della Camera Gianfranco Fini dice: “Evitare di candidare persone sospette di vicinanza con la mafia e a maggior ragione non elevarli a posti di responsabilità... Non è necessario aspettare sentenze definitive per prendere le decisioni che servono”. Il Giudice Paolo Borsellino nel 1989 espresse lo stesso concetto dicendo: “Bisogna trarre le dovute conseguenze tra certe vicinanze sospette fra politici e mafiosi. Invece ci si è nascosti dietro lo schema della sentenza: cioè, quest'uomo non è mai stato condannato e quindi è un uomo onesto”.
Che anche il Giudice Paolo Borsellino fosse un giustizialista? Rosso non di certo date le sue idee politiche!