lunedì 31 dicembre 2018 - Marco Barone

Egitto ancora non dichiarato Paese non sicuro. E’ durata solo 4 giorni la "libertà" per Amal Fathy

Dal 27 dicembre al 30 dicembre sono accadute diverse cose in Egitto. L'unica buona notizia dopo tre anni oramai pieni di lotte nel percorso per la verità per Giulio Regeni, la cui battaglia è per tutti i Giulio e le Giulia d'Egitto, è stata la liberazione su cauzione con obbligo di firma per due volte a settimana dopo 7 mesi di detenzione, per Amal Fathy, militante del Movimento 6 aprile e moglie di Mohamed Lofty, presidente della Commissione egiziana per i diritti e le libertà (Ecrf) che assiste i familiari di Giulio Regeni.

Il giorno dopo, in Egitto, si realizza un attentato anomalo, grezzo, a Giza. Senza rivendicazione, una bomba cagionerà la morte di alcuni turisti e non solo, vietnamiti. Era stato detto che da poco tempo era ripreso il turismo anche con il Vietnam.Una delle prime reazioni saranno quelle degli americani, che diranno di evitare l'Egitto per le vacanze, Egitto che dall'Italia e dall'Europa non è stato dichiarato ancora Paese non sicuro, nonostante lo stato d'emergenza prorogato ad oltranza, nonostante si può sparire nel nulla da un momento all'altro.
 
E dove tutti potenzialmente possono essere considerati come terroristi, a partire da chi lotta per la difesa dei diritti umani. Sono stati una quarantina gli arresti in Egitto da ottobre di attivisti per i diritti umani. La reazione dell'Egitto contro quell'attentato sarà durissima. Una quarantina di "presunti terroristi" verranno uccisi tra l'Egitto ed il Sinai del Nord. Nessuna cattura, nessun arresto. Presunti terroristi ammazzati. Funziona così in Egitto. Intanto, la Russia è il primo Paese che conta a dichiarare solidarietà all'Egitto, poi sarà il turno degli Emirati Arabi ma solo il 31 dicembre. Il turismo è un elemento di vitale importanza per l'Egitto, perché da ciò dipende parte della sua economia e soprattutto ne va dell'immagine anche del Paese, senza dimenticare che in zone come queste, un "turismo libero" può anche consentire e facilitare certi e dati traffici dall'Egitto e per l'Egitto. Intanto, nella giornata di domenica, dopo neanche 4 giorni pieni, Amal Fathy da parte della Corte d'Appello di Maadi Misdemeanors subirà la condanna a due anni di carcere. Sarà dura la reazione soprattutto da parte della famiglia di Giulio, che ha ben compreso fin dall'inizio che la vicenda di Amal è una ritorsione per il cammino per la verità per Giulio chiedendo, con grande dignità, insieme all'avvocato Ballerini, che segue costantemente e la famiglia di Giulio in questo complicato cammino, quanto ora segue:
 
Apprendiamo con sgomento la notizia della conferma da parte della Corte d'Appello di Maadi Misdemeanors della condanna a due anni di carcere ai danni di Amal Fathy, la moglie del nostro consulente legale in Egitto , Mohammed Lotfy. Amal aveva appena riacquistato la libertà dopo essere stata arrestata l’11 maggio scorso. Questi sette mesi di detenzione hanno causato gravissime sofferenze psicofisiche per Amal che è dimagrita 20 chili e soffre di gravi problemi di salute. Non un giorno di detenzione in più sarebbe per lei sopportabile. Chiediamo al nostro governo e alle ambasciate dei paesi “amici” presenti al Cairo di attivarsi immediatamente ed intercedere con il presidente al Sisi affinché conceda il perdono ed Amal non debba tornare in carcere. Amal non è colpevole di nulla ma paga il coraggio e la determinazione del marito e del nostro legal team egiziano nel chiedere al nostro fianco e gratuitamente verità per Giulio. A loro va la nostra commossa gratitudine e la promessa che faremo quanto in nostro potere per liberare Amal e non lasciarla mai sola. La famiglia Regeni e l’avv. Alessandra Ballerini
 
La situazione, insomma, è chiara. Non ci si deve stupire se dall'Egitto presto, chi riuscirà a fuggire, chiederà protezione, asilo politico, cercherà riparo e rifugio in Europa o luoghi ritenuti sicuri ad esempio perché la situazione in Egitto è agghiacciante a partire per il popolo egiziano che ne è vittima. Una sedia rossa, vuota, con dei fiori, lì a significare quel vuoto di libertà che c'è in Egitto, è una delle immagini simbolo che circola in rete per la tremenda storia di Amal.
 
Marco Barone


1 réactions


  • Farid (---.---.---.187) 1 gennaio 2019 21:22

    Chi ha scritto questo articolo non capisce la situazione egiziana ed il Medio Oriente . L’Egitto è circondato da nemici interni (come i Fratelli Musulmani) ed esterni come Turchia e Qatar. Amal e suo marito meritano la galera ed è normale che la legge venga applicata . Molti giornalisti occidentali vengono pagati dal Qatar e dai Fratelli musulmani per infangare il governo egiziano, e non escludo che questo giornalista sia pagato da loro.


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