sabato 29 dicembre 2012 - Riccardo Noury - Amnesty International

Arabia Saudita, attivista online rischia la decapitazione

 

“Le nostre congratulazioni alla Commissione per la promozione della virtù perché c’insegna cos’è la virtù e vuole assicurare che tutti i sauditi siano tra le persone destinate al paradiso”.

Raif Badawi, 25 anni, attivista online dell’Arabia Saudita, è un uomo di spirito. Le autorità del suo paese, notoriamente, lo sono molto meno. Per quel commento sarcastico e per alcuni altri del genere, è stato incriminato per apostasia (ossia, l’abbandono volontario della religione) e rischia ora la pena di morte, cui nel regno saudita si ricorre molto spesso, per numerosi reati: quest’anno, ci sono state almeno 76 esecuzioni, col metodo della decapitazione.

Arrestato a giugno con l’accusa di aver “pubblicato un sito che minaccia la sicurezza nazionale” e di aver messo in ridicolo alcune figure religiose dell’Islam, Badawi attende da un giorno all’altro il verdetto finale.

Il 22 dicembre la Corte generale di Gedda ha avocato a sé il procedimento, dopo aver ricevuto e approvato l’istruttoria condotta da una corte distrettuale, il cui giudice di ruolo era stato sostituito da un collega che già aveva pubblicamente chiesto la condanna per apostasia dell’imputato.

Il “sito che minaccia la sicurezza nazionale” si chiama “Liberali dell’Arabia Saudita”. Nelle intenzioni del suo fondatore, doveva essere un luogo virtuale dove dibattere di questioni sociali e politiche. Un’attività audace, in un paese dove la repressione del dissenso è totale.

Badawi era già entrato nelle “grazie” delle autorità giudiziarie saudite nel 2008.

Adesso, tra i suoi testi incriminati, uno riguarda la festa degli innamorati di San Valentino, la cui celebrazione è proibita in Arabia Saudita; un altro insinua che l’Università al-Imam Mohamed ibn Saud sia diventata “un covo di terroristi”; poi c’è il sarcastico commento che ho riportato all’inizio del post, nei confronti della Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio (nella foto di ActiveSteve, la sede centrale), conosciuta come Polizia religiosa.

Breve o lungo che sia, il nome di questo reparto è tutto un programma. Anche se recentemente il re ha sostituito il suo capo con un dirigente ritenuto più moderato, la “mission” rimane la stessa e la foga censoria pure.

Infine, a Badawi viene rimproverato di non aver cancellato commenti di altri utenti ai suoi post.

Può anche essere che alcuni contenuti del sito di Badawi siano risultati offensivi per qualcuno. Ma se i giudici dell’Arabia Saudita dovessero condannarlo per un reato che può comportare persino la pena di morte, stavolta avrebbero veramente oltrepassato il segno.



2 réactions


  • (---.---.---.50) 29 dicembre 2012 14:13

    Anche i cattolici cristiani subisco una simile sorte ogni giorno, spesso ancora più brutale.
    Nessuna religione promuove la violenza e l’assasinio, certe dottrine integraliste ispirate dal potere promuovono violenze, persecuzione, assasinii di massa.


  • (---.---.---.238) 29 dicembre 2012 22:53

    Ma abbiamo già dimenticato che il peggiore dei terroristi di tutti i tempi era imparentato con i nobili sauditi? A tal proposito rileggiamo e rivalutiamo gli accorati e sbeffeggiati appelli della Fallaci che ci invitava a considerare con molta attenzione il fondamentalismo islamico, sovvenzionato, indovinate da chi?Come credete che sia possibile costruire tante moschee in europa senza i soldi dei sauditi?Già in Francia la prima religione per numero di osservanti è quella islamica.In Svezia non si sa quanti già siano i politici mussulmani a decidere delle sorti di tanti comuni.Noi sonnecchiamo, ma quello che giustamente inorridisce l’autore dell’articolo, se non ci sarà una presa di coscienza dell’occidente fre qualche decennio faremo anche noi i conti con la sharia. 


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