Fabio Della Pergola (---.---.---.128) 26 novembre 2016 08:57

Certo che vedo che nel mondo c’è altro. Ne ho scritto in altri articoli (ad esempio qui

"La religiosità diminuisce, ma solo in Occidente", ma devi ammettere che, a parte l’estremo oriente, la cultura dominante o è cristiana o è islamica, non certo quella degli aborigeni australiani o degli eschimesi. E nemmeno quella atea.

"Mosè si sarebbe limitato..." eccetera. Parlo qui - e l’ho scritto - di quello che hanno scritto gli estensori della Bibbia, non ritengo che Mosè abbia mai parlato dal momento che è notoriamente una figura mitica. La Bibbia trasmette una serie di miti fondativi dell’Israele antico che non sono diversi dai miti fondativi di altre culture. Se si vuole si può definire "balla" un mito fondativo, ma mi sembra è un po’ inutile. Un mito non parla di fatti realmente accaduti, non è una cronaca, è altro. E liquidarlo come una semplice "balla" potrebbe impedire di coglierne i contenuti, spesso interessanti da un punto di vista storico-culturale.
In ogni caso è vero Mosè è nome teoforico di origini egizie, non ebraiche (moses, da Tut-moses o simili ecc.). Ovviamente le interpretazioni "teologiche", come avrai capito, non mi interessano. Il pericolo di una deriva teologica, oggi, non sta certo in chi crede che i racconti biblici siano veri, casomai in chi, come Assmann e altri, filosofeggia di un trascendente "superiore" e ancora più astratto (cioè oltre i miti).


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