(---.---.---.113) 28 giugno 2014 13:07

Aggiungo una osservazione alle tue condivisibili considerazioni: a giudicare da quello che si legge in giro, nemmeno rigirare il coltello nella piaga sembra causare reazioni conseguenti.

Il sistema di potere che ruota attorno alla nazionale di calcio ha assorbito come un muro di gomma le reazioni conseguenti alla figuraccia in Sudafrica, è rimasto lo stesso e ci ha servito una figuraccia fotocopia di quella, come se prima nulla fosse successo.

Stiamo parlando di calcio, è vero, tuttavia anche in settori ben più importanti della vita pubblica italiana si nota la stessa indifferenza alle ferite che continuano ad avvicinare alla morte il corpo della nazione.
Visto a distanza sembra che esso sia sotto l’effetto di una narcosi profonda: non sente più nulla. La gente non si incazza nemmeno più: nessuno è andato a buttar giù dalle poltrone gli straricchi boiardi del calcio italiano.

I lavoratori perdono il posto; i giovani hanno nel loro futuro un orizzonte chiuso; gli imprenditori si ammazzano; i commercianti falliscono; la corruzione continua, più astuta e pervasiva di prima, a succhiare il sangue al Paese; i politici continuano a seguire senza opporre resistenza, agevolandolo anzi, il percorso della corrente, anche quando conduce alle rapide.

Nella mia città, da mesi, un cantiere sta lavorando per riaprire una strada a scorrimento veloce ostruita da una piccola frana. Un lavoro che avrebbe richiesto al massimo una settimana di tempo si trascina da mesi.

Gli automobilisti che dall’hinterland e da popolosi quartieri dovono raggiungere la città per lavoro o per studio si mettono pazientemente in coda, per ore, tutti i giorni, rassegnati. E nessuno va a tirare uova marce al sindaco, nessuno licenzia i funzionari incapaci, nessuno organizza una protesta.

E allora mi vengono in mente tutti quelli che votarono il Movimento 5 Stelle per disperazione, credendo agli slogan di Grillo e Casaleggio. Forse "volendo" crederci, forse perché nessun altro aveva obiettivi tanto condivisibili e radicali; tanto rigidamente radicali da far credere di poter riuscire finalmente a tagliare e a fare a pezzi il muro di gomma che rende questo Paese simile alla cella di un manicomio.

Ma dopo il tradimento dei due guru, che li hanno chiusi in un recinto affinché agli slogan non seguissero i fatti, chi voteranno costoro?

I poetici fighetti di SEL, che contestano il muro di gomma facendone parte? Tsipras, che protesta fin quando non entra nel salotto buono? Il PD, che sta approntando le contromisure necessarie per continuare a tenerli lontani dal potere democratico col pretesto della governabilità?

Da chi sarà rappresentata quella componente trasversale della società che non ne può più di essere stretta nella camicia di forza che gli impedisce di opporsi alla progressiva necrosi della nazione?

Dal calcio siamo passati al tema politico generale. Ma questo è normale in un paese le cui istituzioni, quali che siano, sono tutte nelle mani di un sistema composto della medesima sostanza in ogni contesto. Una sostanza maleodorante e di color marrone.

Spero di riuscire a vedere, prima o poi, i cittadini che con gli stivali di gomma, le pale e le pompe d’acqua, la lavano finalmente via.


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