(---.---.---.177) 24 giugno 2013 21:06

Non me ne voglia l’Autore dell’articolo, ridurre la Rai ad un singolo canale mi sembra estremo, ma ammettiamolo pure. A questo punto, però non sarebbe meglio abolire del tutto il canone e regolamentare la pubblicità in modo che gli spot non interrompano ogni cosa, perfino il notiziario? In Francia la tv di stato è capace di fare un talk-show di oltre due ore senza una sola interruzione, perché noi no?

Canone ... non obbligatorio ... un solo canale ... senza pubblicità? Ma che pasticcio è? Avrei bisogno di qualche chiarimento, perché qualcosa non funziona: un canale unico composto, presumo, da dipendenti pubblici stipendiati dallo Stato. E il ricavato del canone a che servirebbe? Forse a finanziare la produzione? Se è così, però, ci sono due problemi:

1) il budget che ne risulterebbe sarebbe alquanto scarso, andiamo: quanti italiani sarebbero veramente disposti a pagare un "canone non obbligatorio"? Diventare azionisti, poi, a queste condizioni? E quali mirabolanti produzioni ci si potrebbero realizzare? Un teleromanzo in bianco e nero illuminato con le lampadine a risparmio?

2) oltre che essere scarso, tale introito sarebbe anche inaffidabile, perché l’ammontare non sarebbe mai garantito e in queste condizioni nemmeno il teleromanzo si potrebbe fare, a causa dell’impossibilità della necessaria pianificazione economica. A meno che anche i 3 o 4 attori non siano a loro volta stipendiati statali, e allora sai che entusiasmo... kripstak e petrektek....

Quanto alle parole di Fo, delle quali da povero ignorante fatico a cogliere l’altezza e la cultura, mi sembrano pronunciate senza tener conto dei toni volutamente sopra le righe usati da Grillo: è come infilare un riccio nella culla del pupo e poi ignorare il riccio e considerare solo il fatto che il pupo piange. Anche io, personalmente, contesto molte cose al sistema di informazione italiano; peccato che di tante di queste cose nemmeno una è stata mai affrontata da Grillo. Eppure la comunicativa e la grinta per farlo non gli mancherebbero, senza contare che aiuterebbe gli italiani a capire qualcosa (o che la gente capisca non darà fastidio pure a lui?). Poi: "campagna diffamatoria", "sono tutti cattivi" e "mi vogliono distruggere", sono cose già sentite da Berlusconi: che avesse ragione? Se poi quelli dei giornali fossero pure "montaggi demoniaci", come si dovrebbe definire, allora, il "gaio" video a suo tempo diffuso da Casaleggio?

Però sul tema del finanziamento pubblico all’editoria sono d’accordo.


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