(---.---.---.109) 11 aprile 2013 20:17

Sarà anche fra sordi, ma ci sono beni "inalienabili" che non sono nostri ma del nostro futuro, figli e nipoti.

Non possono essere semplicemente messi nelle mani di privati che potrebbero diventare disonesti o semplicemente monopolisti.

La ricchezza da redistribuire viene da molte fonti: il capitalismo attuale si ""appoggia"" frequentemente, non solo in Italia, su progetti e interventi dello Stato.

La socialdemocrazia classica non è quella contemporanea, quella dei Paesi del Nord per intenderci, così come la religione cristiana non è quella di Gesù.

Quando parli di capitalismo libero, parli dell’ideologia liberale: quella sì che è morta.....

Oggi parliamo di liberismo: cane mangia cane, il pesce più grosso mangia il più piccolo, io sono io e tu....crepa; è l’economia delle multinazionali o della finanza, quella di questa crisi che sta imponendo all’economia reale cose "turche", ma che comunque prevede l’intervento della Comunità=Stato, anche negli USA.

Se non fosse stato "abrogato" lo Steagall-Glass Act che divideva l’attività della Banche "tradizionali" dalle finanziarie oggi parleremmo d’altro: ed è un atto del Presidente Roosevelt, mica di Stalin.

Contesto che non abbiamo bisogno dell’intervento dello Stato: gli investimenti pubblici sono essenziali in Italia ed in tutto il mondo: infrastrutture ed energia, defiscalizzazioni, rottamazioni ecc. tanto per scrivere cose che tutti conoscono, le fa lo Stato per FAVORIRE cambiamenti e/o modernizzazione: i PRODUTTORI ed ESECUTORI SONO, AZIENDE PRIVATE, favorite dal processo.

La libera iniziativa è vitale per la comunità, il processo produttivo deve essere sostenibile, pulito, regolato, controllato...dopodiché: libero....nessun dubbio.

In questo sfondi una porta aperta, a meno che io non sia il primo imprenditore comunista della storia,

Enzo 

 

 


Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito