mercoledì 16 dicembre 2009 - Doriana Goracci

Se ci fosse un uomo, una fotografia, una certezza

Avevo l’altroieri tra le mani e, si fa per dire, sono visibili in internet su "Il Fatto" e "Il Mattino", le foto dei segni di una “violenza inaudita” causati dalle cinghie su gambe e polsi ad un uomo sottoposto per 80 ore ad un TSO: Francesco Mastrogiovanni. In serata, si è aggiunto il volto insanguinato e tumefatto di Silvio Berlusconi. Ci sono le prove della violenza. Avevamo bisogno di questi documenti per capire che piovono uomini eccellenti, macigni sulla nostra esistenza?

 

"Se ci fosse un uomo, un uomo nuovo e forte, forte nel guardare sorridente la sua oscura realtà del presente". Sorridere, prego: hanno sorriso nel mondo, guardando il volto del potente di turno che si è fatto colpire, malgrado la sicurezza, da un souvenir di un disagiato mentale. Nella stessa misura in cui sorride chi detiene il potere, delle fotografie di donne e uomini colpiti dalla violenza, da un bastone, da un’arma, da chi causa per soldi, fame e guerra, risate firmate da chi la chiama "pace", e la chiamano in parecchi così.
Girano tante foto, come un bombardamento dal basso in alto, e viceversa: “Questo nostro mondo ormai è impazzito e diventa sempre più volgare, popolato da un assurdo mito che è il potere. Questo nostro mondo è avido e incapace, sempre in corsa e sempre più infelice, popolato da un bisogno estremo e da una smania vuota che sarebbe vita”. Ma se ci fosse un uomo la cui fotografia si possa mostrare,”se ci fosse un uomo forte di una tendenza senza nome, se non quella di umana elevazione, forte come una vita che é in attesa di una rinascita improvvisa, un individuo tutto da inventare, in continuo movimento. Un uomo affascinato da uno spazio vuoto che va ancora popolato”?

Insiste, la musica, e dice che quel vuoto, quello spazio, potrebbe essere “popolato da chi vive senza alcuna ipocrisia col rispetto di sé stesso e della propria pulizia. Uno spazio vuoto che va ancora popolato. Popolato da un uomo talmente vero che non ha la presunzione di abbracciare il mondo intero. Popolato da chi crede nell’individualismo, ma combatte con forza qualsiasi forma di egoismo”.

Viene da sorridere anche a me, sentendo ben altra musica scandita dalle notizie. Volevo raccontare certe storie minori, come la rissa scoppiata a Piazza della Pace a Cremona, nel centro ancora affollato di ieri notte, con un diciottenne ferito grave per una coltellata di un diciassettenne, gruppo contro gruppo. Non è dato sapere il movente e dodici giovani sono stati denunciati.

Poi, di due cugini di origine serba, un ragazzino di 13 anni e una ragazzina di 17, presi di mira con insulti razzisti sabato sera a Cassano Magnago (Varese) da parte di cinque minorenni italiani. I cinque, uno dei quali con meno di 14 anni, hanno poi spinto e preso a calci il tredicenne che è stato ricoverato per la frattura scomposta della tibia e del perone destri, oltre che per escoriazioni al capo. Ne avrà per 30 giorni. I cinque italiani sono stati segnalati alla procura della Repubblica presso il tribunale dei minorenni di Milano per lesioni e ingiurie aggravate da discriminazione razziale.

Amar è stato ucciso con 3 pallottole a Lione, in mezzo alla strada, per aver fatto una battuta di troppo a una ragazzina, in pieno giorno, in una strada di un quartiere difficile. A sparare un gruppo di giovani partito alla caccia del ragazzino. Amar è morto mentre veniva trasportato all’ospedale. Nella sparatoria è rimasto ferito un diciassettenne.

Volevo raccontare di una Sicilia dove non va meglio: l’Azienda municipale dell’Igiene Ambientale da tempo non riesce a garantire un servizio regolare a causa del suo enorme deficit finanziario, e Palermo è invasa dai rifiuti, ma va meglio all’Impregilo che ha vinto l’appalto per il Ponte di Messina.

Volevo raccontare di un uomo, morto su una barella del pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe di Albano Laziale, in provincia di Roma, senza aver trovato un posto letto. Ma se ne occuperà una commissione d’inchiesta.

E anche di uno straniero tra i 40 e i 50 anni, trovato dentro un’auto in un parcheggio vicino alla stazione Termini a Roma, steso nel sedile di dietro e avvolto in una coperta, non immerso in un sonno felice: morto e con ferite al volto e alla testa .

Volevo raccontare di certe minorenni e maggiorenni romene certo non contrallate dalla polizia romena o bergamasca, ma da microchip sotto pelle e dai loro sfruttatori, come racconta Sergio Bagnoli.

Ma sarebbe stato il caso anche di parlare, anzi, che non si parli di suicidio, in merito a due donne romene morte dopo avere assunto un farmaco per abortire proveniente dalla Romania. Inchiesta a Taranto: si viene a sapere che in molte regioni e ospedali, in virtù del recepimento ambiguo di una norma europea ed in totale spregio ad una circolare ministeriale che poneva rimedio a questo delirio, alle donne neocomunitarie che debbano interrompere la gravidanza viene ancora chiesto il pagamento dell’intera prestazione (800/1000 euro).

Mi rendo conto che non riesco a stare zitta e già ho detto troppe cose senza avere concluso niente, ma è cosi confortante e, al contempo, deprimente ciò che è rimasto intatto dal 1999, quando cantava Gaber per l’ultima volta, quello spazio vuoto che va ancora popolato. “Popolato da chi è certo che la donna e l’uomo siano il grande motore del cammino umano, popolato da un bisogno che diventa l’espressione di un gran senso religioso, ma non di religione, popolato da chi crede in una fede sconosciuta, dov’è la morte che scompare quando appare la vita, popolato da un uomo cui non basta il crocefisso, ma che cerca di trovare un Dio dentro se stesso”.

L’amore è una cosa concreta o un’idea? Si ha davvero la necessità di ” gesti clamorosi per sentirsi qualcuno”? I mostri che abbiamo dentro, Gaber, cantando, suggeriva di tirarli fuori e magari, chissà, metterli a confronto con quelli che ci sono già, con i loro visi tumefatti, con i fantasmi e la vita, con il disagio mentale e del corpo di questa nostra misera epoca. L’amore è una cosa concreta o un’idea? I mostri ci portano alla guerra?

Parole? Uomini che si propongono ne scendono a pioggia, gelata come quella di questi giorni, e c’è da aspettarselo perché è inverno anche se il clima è cambiato, tanto che a Catania ci sono stati una tromba d’aria e un violento nubifragio, nel pomeriggio, che hanno scoperchiato l’hangar della base elicotteri dell’Aeronautica militare di Maristaeli e ferito gravemente quattro avieri, ora in coma farmacologico.

Il clima, pensate, è cambiato al punto che “qui, a Jublai, in media pioveva due volte all’anno. Abbiamo avuto una settimana in cui è piovuto tutti i giorni (non certo in modo torrenziale, ma qualche volta pioggia piuttosto fitta) e, dato che non ci sono abituati, ci sono stati 200 morti per incidenti stradali. Ieri ed oggi è piovuto di nuovo; ieri gli incidenti gravi sono stati 44. Un operatore mi ha detto che molte strade sono chiuse per allagamenti (nel deserto!). Anche sulla strada che porta al nostro compound c’è un grosso pozzangherone, che il nostro autista evita passando attraverso un distributore di benzina. (A proposito, qui la benzina costa 50 centesimi di euro al litro). Saluti, Giorgio Boiani”. Questa è una lettera arrivata nella notte, su una Lista di discussione genovese. Io non abito a Genova. Ha realmente importanza da dove proviene? Importante, una certezza, è che il premier abbia trascorso una notte tranquilla e al risveglio abbia chiesto i giornali.

 




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