lunedì 2 novembre 2009 - Sergio Bagnoli

L’UE deroga la Carta dei Diritti dei Popoli in favore della Repubblica Ceca

Personalmente non amo gli opt out” afferma il Presidente della Commissione Barroso intravedendo già per il primo semestre 2011 grosse difficoltà revansciste tra i 27 membri dell’Unione   

Concedendo alla Repubblica ceca, come già aveva fatto per altri motivi con Gran Bretagna e Polonia, una fondamentale deroga alla Carta dei Diritti dei Popoli, l’Unione europea nel suo Consiglio dei capi di Stato e di governo tenutosi ieri a Bruxelles si è assicurata pure il si della riottosa Praga al Trattato di Lisbona. Il presidente ceco Vaclav Klaus, che sinora con il suo euro-scetticismo ne aveva bloccato l’entrata in vigore, oggi ha dichiarato alla stampa che non porrà alcuna altra condizione e che già verso la fine della prossima settimana, subito dopo la pronuncia in merito da parte della Corte costituzionale del suo paese, apporrà la propria firma in calce alla legge ceca di ratifica della Carta di Lisbona, legge da tempo licenziata dal Parlamento moravo. 

“ Personalmente non amo gli opt out ma mi rendo conto che in certi casi sono veramente importanti, specialmente quando si tratta di comparare le diverse situazioni esistenti in ventisette diversi stati membri” ha dichiarato il presidente Barroso che già teme che il nuovo motore applicato alla malandata carrozzeria dell’Unione europea possa nuovamente incepparsi nel primo semestre del 2011 quando toccherà all’Ungheria assumerne la presidenza di turno. Con gli opt out approvati ieri, infatti, Praga si copre le spalle da ogni possibile rivendicazione da parte di cittadini tedeschi od austriaci, originari dei Sudeti moravi, in ordine al loro diritto al risarcimento economico per i beni di proprietà confiscati dai comunisti all’indomani della espulsione di quelli dalla Cechia. A causa della ferma opposizione avanzata da Angela Merkel, però, la deroga al principio del risarcimento dei cittadini espulsi da uno stato membro non presenta alcuna limitazione geografica di sorta, la Germania mai avrebbe acconsentito ad un trattamento discriminatorio solo nei confronti dei tedeschi dei Sudeti, per cui già si vocifera che anche al Slovacchia ora intenda farsi avanti per impedire di dover concedere risarcimenti ai tedeschi ed agli ungheresi espulsi dalle regioni finitime a Bratislava nel 1945. In concomitanza con il semestre magiaro di presidenza dell’Unione poi bisognerà siglare e ratificare, secondo gli intendimenti della Commissione uscente, il trattato di integrazione con la Croazia che nel 2012 dovrebbe diventare il ventottesimo membro dell’Europa unita. Zagabria però a sua volta non intenderebbe riconoscere alcun diritto alla rivalsa economica per i beni loro confiscati agli italiani od ai loro eredi che nel 1947 dovettero abbandonare l’Istria e ai magiari che parimenti dovettero abbandonare la Slavonia attorno a Varasdino. Nei mesi a venire, poi, il maggior partito d’opposizione ungherese, il Fidesz, guidato dal liberal-nazionalista Vicktor Orban, ed accreditato della vittoria alle prossime elezioni politiche magiare, intende presentare al Parlamento di Budapest una legge che estenda la cittadinanza magiara anche agli “ ungheresi non regnicoli” che ammontano a circa tre milioni. Questi potenziali cittadini magiari vivono ormai dal 1920 al di fuori dei confini nazionali ma in buona parte si trovano nel territorio di altre nazioni dell’Unione come in Slovacchia e, soprattutto, nella Transilvania e nel Banato romeno. Un buon numero di essi, cui tuttora viene negato il diritto alla propria cultura ed all’uso della propria lingua, risiede anche proprio in Croazia e ben si comprende allora come l’estensione ad essi della cittadinanza ungherese potrebbe far nascere problemi nell’Europa centro-orientale. Per questi motivi un politico navigato come Barroso afferma di non entusiasmarsi di fronte agli opt-out.   


1 réactions


  • (---.---.---.89) 4 novembre 2009 14:10

    una precizacione.cca 3 milioni di tedeschi sudeti dono stati cacciati non dai comunisti ma del ultimo governo democratico ceco con il famoso "decreto benes".
    invece dala ex jugoslavia nel 45 in modo molto piu crudelle sono stati cacciati cca 1 milione dei tedeschi dalla regione serba di vojvodina e croata di slavonia.loro sono tutti stati stigmati come tradittori.
    ivece nel 43 e 45 dala ex yu sono andati solo abbitanti di zarae cossideti regicoli (militari,poliziotti,professori,burocrati con le loro famiglie venute con italia nel 1919) , i fascisti o i loro fiancegiatori.
    stragrande maggioranza dei italiani sono andati 1948,dopo il trattato di pace di parigi.sono i famosi optanti perche potevano sciegliere o citadinanza jugoslava o quella italiana.se scheglievano italiana potevano andare in italia,e con loro immobili il governo italiano pagava i danni di guerra ala jugoslavia!in italia il governo italiano li doveva risarcire.ma ancora oggi molti non sono stati risarciti!?
    ultimo grande esodo dei italiani era dala zona b,cca 80.000. quando con il memorandum di londara zona a(trieste)passava a italia e la zona b andava a jugoslavia.per quei immobili jugoslavia doveva pagare 80.000,000 di dolari.


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