mercoledì 6 gennaio 2010 - Doriana Goracci

Gaza: Dichiarazione dal Cairo contro l’apartheid israeliana

Invio la “Dichiarazione dal Cairo” redatta dalla Gaza Freedom March, di cui vi ho dato nota nei giorni passati. Aggiungo solo e chiedo di leggere attentatamente fino alla fine. Troverete dei nomi, per la precisione 131. La prima firmataria è Hedy Epstein, 85enne, sopravvissuta all’Olocausto.

Per terminare l’apartheid israeliana i partecipanti alla Gaza Freedom March hanno approvato una dichiarazione finalizzata ad accelerare la campagna globale per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro l’Apartheid Israeliana. Per ora, i firmatari della dichiarazione sono circa 130. Circa 1.400 attivisti da 43 paesi si sono riuniti al Cairo sulla via per Gaza per unirsi ai Palestinesi che marciavano per interrompere l’illegale assedio israeliano. Le autorità egiziane hanno impedito loro di entrare a Gaza. Come risultato, i partecipanti alla Gaza Freedom March sono rimasti al Cairo. Hanno dato luogo ad una serie di iniziative non violente finalizzate a far pressione sulla comunità internazionale per porre fine all’assedio come passo iniziale della lotta per rendere giustizia ai Palestinesi sparsi ovunque nella storica Palestina.
 
Questa dichiarazione deriva dalle seguenti azioni: Basta con l’Apartheid Israeliana.

Dichiarazione dal Cairo

1 Gennaio, 2010

Noi, delegati internazionali riuniti al Cairo durante la Gaza Freedom March 2009, come risposta collettiva ad un’iniziativa della delegazione Sud Africana, dichiariamo:
In considerazione di quanto segue:
o l’attuale punizione collettiva che Israele infligge ai Palestinesi attraverso l’occupazione e l’assedio illegale di Gaza; o l’occupazione illegale della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, e il proseguimento della costruzione illegale del muro dell’Apartheid e delle colonie; o il nuovo muro che stanno costruendo Egitto e USA che addirittura rafforzerà l’assedio di Gaza; o il disprezzo per la democrazia palestinese mostrato da Israele, USA, Canada, Unione Europea ed altri dopo le elezioni palestinesi del 2006; o i crimini di guerra commessi da Israele durante l’invasione di Gaza un anno fa; o la continua discriminazione e repressione che i Palestinesi affrontano all’interno di Israele; o la continuazione dell’esilio per milioni di rifugiati; o tutti i suddetti atti di oppressione trovano fondamentalmente origine nell’ideologia sionista che è alla base di Israele; o sappiamo che i nostri governi hanno dato ad Israele diretto supporto economico, finanziario, militare e diplomatico, consentendogli di agire con impunità; o e memori della Dichiarazione ONU dei Diritti dei Popoli Indigeni (2007)
Riconfermiamo il nostro impegno per:
L’Auto-Determinazione dei Palestinesi
La fine dell’Occupazione
Pari diritti per tutti all’interno della storica Palestina
Il pieno diritto al ritorno per i rifugiati Palestinesi
A tal fine confermiamo il nostro impegno nei confronti della richiesta di United Palestinian, del luglio 2005, di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) per costringere Israele a rispettare le leggi internazionali.
Fino a quando ciò non accadrà, noi cerchiamo e speriamo di dar luogo ad un movimento globale di massa, democratico, anti-apartheid per lavorare di comune accordo con la società civile Palestinese e implementare la richiesta Palestinese di BDS.
Consci delle tante e forti similitudini tra l’apartheid praticata da Israele e la precedente apartheid del regime in Sud Africa, proponiamo:
1) Un giro di conferenze nei primi sei mesi del 2010 tenuto da
sindacalisti e attivisti delle società civili Palestinese e Sud Africana, a
cui si uniranno sindacalisti e attivisti impegnati in questo progetto
all’interno degli stati in cui si andrà, per insegnare a fondo le tecniche
BDS direttamente ai sindacati e più largamente a pubblico internazionale;
2) La partecipazione alla Settimana dell’Apartheid Israeliana nel
Marzo 2010;
3) Un approccio sistematico e unitario nel boicottare i prodotti
Israeliani, coinvolgendo consumatori, lavoratori e sindacati dei settori di
commercio, magazzinaggio e trasporto;
4) Di sviluppare il boicottaggio Accademico, Culturale e Sportivo;
5) Campagne presso i sindacati di settore e fondi pensionistici per
incoraggiare il disinvestimento da compagnie direttamente coinvolte
nell’Occupazione e/o nelle industrie militari Israeliane;
6) Azioni legali contro il reclutamento esterno di soldati posti al
servizio delle milizie Israeliane, e procedimento penale contro i criminali
di guerra del governo Israeliano; coordinamento dei Citizen’s Arrest Bureaux
per identificare, condurre una campagna per denunciare e procedere contro i
criminali di guerra Israeliani; sostenere il Rapporto Goldstone e
l’implementazione delle raccomandazioni in esso contenute;
7) Campagna contro lo status di “fondazione di beneficienza” del
Jewish National Fund (JNF).
Facciamo appello ad organizzazioni e ad individuali che si riconoscono in
questa dichiarazione affinchè la firmino e lavorino con noi per realizzarla.
Inviateci una mail a : [email protected]

Firmata da:
(* Affiliazione a solo scopo identificativo.)Contact:

1. Hedy Epstein, Holocaust Survivor/ Women in Black*, USA

2. Nomthandazo Sikiti, Nehawu, Congress of South African Trade
Unions (COSATU), Affiliate International Officer*, South Africa

3. Zico Tamela, Satawu, Congress of South African Trade Unions
(COSATU) Affiliate International Officer*, South Africa

4. Hlokoza Motau, Numsa, Congress of South African Trade Unions
(COSATU) Affiliate International Officer*, South Africa

5. George Mahlangu, Congress of South African Trade Unions (COSATU)
Campaigns Coordinator*, South Africa

6. Crystal Dicks, Congress of South African Trade Unions (COSATU)
Education Secretary*, South Africa

7. Savera Kalideen, SA Palestinian Solidarity Committee*, South
Africa

8. Suzanne Hotz, SA Palestinian Solidarity Group*, South Africa

9. Shehnaaz Wadee, SA Palestinian Solidarity Alliance*, South Africa

10. Haroon Wadee, SA Palestinian Solidarity Alliance*, South Africa

11. Sayeed Dhansey, South Africa

12. Faiza Desai, SA Palestinian Solidarity Alliance*, South Africa

13. Ali Abunimah, Electronic Intifada*, USA

14. Hilary Minch, Ireland Palestine Solidarity Committee*, Ireland

15. Anthony Loewenstein, Australia

16. Sam Perlo-Freeman, United Kingdom

17. Julie Moentk, Pax Christi*, USA

18. Ulf Fogelström, Sweden

19. Ann Polivka, Chico Peace and Justice Center*, USA

20. Mark Johnson, Fellowship of Reconciliation*, USA

21. Elfi Padovan, Munich Peace Committee*/Die Linke*, Germany

22. Elizabeth Barger, Peace Roots Alliance*/Plenty I*, USA

23. Sarah Roche-Mahdi, CodePink*, USA

24. Svetlana Gesheva-Anar, Bulgaria

25. Cristina Ruiz Cortina, Al Quds-Malaga*, Spain

26. Rachel Wyon, Boston Gaza Freedom March*, USA

27. Mary Hughes-Thompson, Women in Black*, USA

28. David Letwin, International Jewish Anti-Zionist Network (IJAN)*,
USA

29. Jean Athey, Peace Action Montgomery*, USA

30. Gael Murphy, Gaza Freedom March*/CodePink*, USA

31. Thomas McAfee, Journalist/PC*, USA

32. Jean Louis Faure, International Jewish Anti-Zionist Network
(IJAN)*, France

33. Timothy A King, Christians for Peace and Justice in the Middle
East*, USA

34. Gail Chalbi, Palestine/Israel Justice Project of the Minnesota
United Methodist Church*, USA

35. Ouahib Chalbi, Palestine/Israel Justice Project of the Minnesota
United Methodist Church*, USA

36. Greg Dropkin, Liverpool Friends of Palestine*, England

37. Felice Gelman, Wespac Peace and Justice New York*/Gaza Freedom
March*, USA

38. Ron Witton, Australian Academic Union*, Australia

39. Hayley Wallace, Palestine Solidarity Committee*, USA

40. Norma Turner, Manchester Palestine Solidarity Campaign*, England

41. Paula Abrams-Hourani, Women in Black (Vienna)*/ Jewish Voice for
Just Peace in the Middle East*, Austria

42. Mateo Bernal, Industrial Workers of the World*, USA

43. Mary Mattieu, Collectif Urgence Palestine*, Switzerland

44. Agneta Zuppinger, Collectif Urgence Palestine*, Switzerland

45. Ashley Annis, People for Peace*, Canada

46. Peige Desgarlois, People for Peace*, Canada

47. Hannah Carter, Canadian Friends of Sabeel*, Canada

48. Laura Ashfield, Canadian Friends of Sabeel*, Canada

49. Iman Ghazal, People for Peace*, Canada

50. Filsam Farah, People for Peace*, Canada

51. Awa Allin, People for Peace*, Canada

52. Cleopatra McGovern, USA

53. Miranda Collet, Spain

54. Alison Phillips, Scotland

55. Nicholas Abramson, Middle East Crisis Response Network*/Jews Say
No*, USA

56. Tarak Kauff, Middle East Crisis Response Network*/Veterans for
Peace*, USA

57. Jesse Meisler-Abramson, USA

58. Hope Mariposa, USA

59. Ivesa Lübben. Bremer Netzwerk fur Gerechten Frieden in Nahost*,
Germany

60. Sheila Finan, Mid-Hudson Council MERC*, USA

61. Joanne Lingle, Christians for Peace and Justice in the Middle
East (CPJME)*, USA

62. Barbara Lubin, Middle East Children’s Alliance*, USA

63. Josie Shields-Stromsness, Middle East Children’s Alliance*, USA

64. Anna Keuchen, Germany

65. Judith Mahoney Pasternak, WRL* and Indypendent*, USA

66. Ellen Davidson, New York City Indymedia*, WRL*, Indypendent*,
USA

67. Ina Kelleher, USA

68. Lee Gargagliano, International Jewish Anti-Zionist Network
(Chicago)*, USA

69. Brad Taylor, OUT-FM*, USA

70. Helga Mankovitz, SPHR (Queen’s University)*, Canada

71. Mick Napier, Scottish Palestine Solidarity Campaign*, Scotland

72. Agnes Kueng, Paso Basel*, Switzerland

73. Anne Paxton, Voices of Palestine*, USA

74. Leila El Abtah, The Netherlands

75. Richard, Van der Wouden, The Netherlands

76. Rafiq A. Firis, P.K.R.*/Isra*, The Netherlands

77. Sandra Tamari, USA

78. Alice Azzouzi, Way to Jerusalem*, USA

79. J’Ann Schoonmaker Allen, USA

80. Ruth F. Hooke, Episcopalian Peace Fellowship*, USA

81. Jean E. Lee, Holy Land Awareness Action Task Group of United
Church of Canada*, Canada

82. Delphine de Boutray, Association Thèâtre Cine*, France

83. Sylvia Schwarz, USA

84. Alexandra Safi, Germany

85. Abdullah Anar, Green Party – Turkey*, Turkey

86. Ted Auerbach, USA

87. Martha Hennessy, Catholic Worker*, USA

88. Louis Ultale, Interfaile Pace e Bene*, USA

89. Leila Zand, Fellowship of Reconciliation*, USA

90. Emma Grigore, CodePink*, USA

91. Sammer Abdelela, New York Community of Muslim Progressives*, USA

92. Sharat G. Lin, San Jose Peace and Justice Center*, USA

93. Katherine E. Sheetz, Free Gaza*, USA

94. Steve Greaves, Free Gaza*, USA

95. Trevor Baumgartner, Free Gaza*, USA

96. Hanan Tabbara, USA

97. Marina Barakatt, CodePink*, USA

98. Keren Bariyov, USA

99. Ursula Sagmeister, Women in Black – Vienna*, Austria

100. Ann Cunningham, Australia

101. Bill Perry, Delaware Valley Veterans for Peace*, USA

102. Terry Perry, Delaware Valley Veterans for Peace*, USA

103. Athena Viscusi, USA

104. Marco Viscusi, USA

105. Paki Wieland, Northampton Committee*, USA

106. Manijeh Saba, New York / New Jersey, USA

107. Ellen Graves, USA

108. Zoë Lawlor, Ireland – Palestine Solidarity Campaign*, Ireland

109. Miguel García Grassot, Al Quds – Málaga*, Spain

110. Ana Mamora Romero, ASPA-Asociacion Andaluza Solidaridad y Paz*,
Spain

111. Ehab Lotayef, CJPP Canada*, Canada

112. David Heap, London Anti-War*, Canada

113. Adie Mormech, Free Gaza* / Action Palestine*, England

114. Aimee Shalan, UK

115. Liliane Cordova, International Jewish Anti-Zionist Network
(IJAN)*, Spain

116. Priscilla Lynch, USA

117. Jenna Bitar, USA

118. Deborah Mardon, USA

119. Becky Thompson, USA

120. Diane Hereford, USA

121. David Heap, People for Peace London*, Canada

122. Donah Abdulla, Solidarity for Palestinian Human Rights*, Canada

123. Wendy Goldsmith, People for Peace London*, Canada

124. Abdu Mihirig, Solidarity for Palestinian Human Rights-UBC*,
Canada

125. Saldibastami, Solidarity for Palestinian Human Rights-UBC*,
Canada

126. Abdenahmane Bouaffad, CMF*, France

127. Feroze Mithiborwala, Awami Bharat*, India

128. John Dear, Pax Christi*, USA

129. Ziyaad Lunat, Portugal

130. Michael Letwin, New York City Labor Against the War (NYCLAW)

131. Labor For Palestine



2 réactions


  • Doriana Goracci Doriana Goracci (---.---.---.134) 6 gennaio 2010 10:52

    Mi dispiace aggiornare con certe notizie...questo è quanto appena scritto stamattina...
    "Cinquantacinque feriti. Questo il bilancio degli scontri scoppiati in Egitto, nel porto di Al Arish. Le forze di sicurezza hanno caricato i militanti di un convoglio umanitario destinato ai palestinesi".

    La news della notte della Befana è arrivata anche sui Media italiani, come si confà alla vecchina con il suo carico, caricata:”Cinquantacinque feriti. Questo il bilancio degli scontri scoppiati in Egitto, nel porto di Al Arish. Le forze di sicurezza hanno caricato i militanti di un convoglio umanitario destinato ai palestinesi. La protesta è esplosa quando le autorità egiziane ed israeliane hanno negato ad oltre sessanta mezzi della carovana l’autorizzazione ad entrare nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah. A bordo medicinali e strumenti medici avanzati donati da Paesi europei ed arabi”.

    racconto allora lo sviluppo in queste ore. Mando l’unica che stanotte avevo tra le mani, in italiano, del Corriere della Sera:”Attivisti filo palestinesi, guidati dal deputato britannico George Galloway, stanno manifestando questa sera la porto di al Arish contro la decisione dell’Egitto di fare transitare una parte del loro convoglio da Israele prima di entrare a Gaza. Si tratta di quasi 500 persone che hanno bloccato le due entrate del porto con alcuni veicoli, impedendo l’accesso a centinaia di poliziotti”.

    Comunica Filippo Bianchetti: “Mi ha appena telefonato Alfredo Tradardi, di ISM-Italia, che con Diana Carminati forma l’ unica coppia di italiani presenti nel convoglio VivaPalestina, diretto dall’ Inghilterra alla striscia di Gaza per partecipare alla Gaza Freedom March e per portare 200 e più automezzi carichi di aiuti.L’ intero convoglio è finalmente giunto al porto di El Arish, cittadina posta a circa 30 km dal valico di Rafah, unico passaggio dal territorio egiziano verso la striscia. Tutti i mezzi e le persone sono raccolti nell’ area del porto.Alfredo e Diana hanno chiesto questo pomeriggio di recarsi dal porto alla cittadina di El Arish, per cenare in un ristorante; avvertiti per telefono da amici, sono ritornati subito al porto, dove hanno visto un grande spiegamento di polizia (in aumento ulteriore) ed ambulanze in entrata ed uscita…”

    E arriva la risposta: “incredibile è questa notizia che trasforma gli aggrediti addirittura in aggressori della “pacifica” polizia egiziana ! Non c’è limite alle falsificazioni. Vincenzo Tradardi , in contato diretto con mio fratello presente con la carovana ad Al Arish.”

    Nella notte, ma leggo solo ora in questa mattina dell’Epifania: “purtroppo al Jazeera alle 1.15 ha detto che ci sono stati scontri e feriti”.

    L’infaticabile Carmela Ieroianni invia il link del sito VivaPalestina che in varie lingue, conferma l’episodio accaduto e invita a scrivere immediatamente alle ambasciate in Egitto del proprio Paese, non ho trovato quello italiano, se mi sforzo qualcosa potrei farlo ma non vorrei disturbare il dibattito in corso sulla via a Craxi, i Convogli Esteri della Farnesina in dirittura d’arrivo ad Hammamet, la difesa dello statista e del socialismo illuminato che lui incrementò in Italia: turberei le paure e i timori che riempiono la stampa, di Noemi per sè e il suo Papi, del principe Filiberto che deve affrontare Sanremo.

    E allora desisto ma tento di informarvi e spero che diffondiate. V mando un video che descrive la vita e l’infanzia negata a Gaza dal 2001 in poi, raccontato da giovanissimi palestinesi, per la strada, diviso in 4 parti prima e seconda e terza , l’ultima è inaccessibile. In una, i bambini vendono i giornali commentano le notizie, sembra senza alcuna paura, vanno a scuola sotto i bombardamenti, la vita continua…

    Diceva Fabrizio De André in un’ intervista alla trasmissione “Mixer” del 1984: “«Certo, navigando non è che si incontrino soltanto Jamine o tavole imbandite con gatti in salmì spacciati per conigli selvatici, come si dice nella canzone Creuza de mä. Ci si può trovare anche di fronte alla tragedia, magari alla tragedia altrui, anche se condivisa, in quanto fratelli o figli della stessa cultura. È il caso di Sidone, Sidùn in genovese. Sidone è la città libanese che ci ha regalato oltre all’uso delle lettere dell’alfabeto anche l’invenzione del vetro. Me la sono immaginata…”.

    Siccome sono stonata e l’Opa è cupa,come quella cantata dalla Brigada Internazionale con Daniele Sepe, scrivo che la vita a Gaza, quella attuale, immaginatela voi, a cavallo di una scopa il 6 gennaio del 2010.

    Doriana Goracci


  • Doriana Goracci Doriana Goracci (---.---.---.253) 6 gennaio 2010 23:15

    Questo è un video in inglese di Haaretz che racconta in breve con alcune immagini i fatti http://www.haaretz.com/hasen/spages/1140333.html. C’è per fortuna la notizia ufficiale che “Un convoglio di aiuti internazionali è entrato questa sera nella Striscia di Gaza. 140 mezzi, tra autocarri e automobili, sono passati attraverso la città frontaliera di Rafah. Il convoglio, bloccato per diversi giorni in Giordania, era arrivato lunedì a Al-Arich, nel Sinai egiziano, dopo essere transitato per la Siria. La notte scorsa si sono verificati degli scontri tra soldati egiziani e membri del convoglio”

    Tradotto in breve da chi l’ha vissuto, arriva anche così:”alle 19 italiane al Jazeera ha mostrato la gioia dei palestinesi, che offrivano fiori all’ingresso del convoglio.continuano a mostrarlo nelle news alle 21.13 sms da Diana e Alfredo arrivati a Gaza.

    bilancio

    1 soldato morto egiziano

    35 palestinesi feriti a Gaza, alcuni gravi

    45 feriti ieri sera dalla polizia egiziana quando poliziotti in borghese hanno iniziato a lanciare pietre contro gli attivisti

    7 giorni di ritardo sulla tabella di marcia

    300.000 euro o pound, non ricordo, in più per il percorso che sono stati costretti a fare

    il tutto per seguire le volontà di Israele- Bravo Egitto-complimenti !


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