sabato 12 dicembre 2009 - Lorenza Boninu, Lorenza Boninu

Darwin aveva ragione: siamo come le scimmie

La scienza è un affar serio, ma non per tutti. Quando l’ideologia fa velo al buon senso (e alla cultura).

Io sono fermamente convinta che Darwin avesse ragione. Lo so, conosco bene gli argomenti dei fautori del disegno intelligente, o di quelli che spacciano il darwinismo per una favola metafisica: come credere che Michelangelo, il creatore della Cappella Sistina, sia pronipote di una scimmia? Come se l’umanità intera fosse imbevuta di eccezionale genialità, e tutti noi somigliassimo più a Michelangelo (o a Einstein, o a Leonardo) che a gorilla persi nella nebbia. Via, i grandi uomini sono rare eccezioni. La mediocrità impera. Siamo bestioni, ammettiamolo, e la coscienza spesso somiglia giusto a un foruncolo sul marasma irrimediabile (se non per via di lentissima e non certa evoluzione, appunto) dei nostri bassi istinti.

Giungo con ritardo a parlare della risibile faccenduola relativa agli atti di un workshop sponsorizzato dal CNR in febbraio, atti da poco pubblicati da Cantagalli con l’eloquente titolo "Evoluzionismo, il tramonto di un’ipotesi". Non ho letto il libro, lo dico subito. Ma ho letto un bel po’ di articoli sulla vicenda, rimanendo basita. In particolare questo da Libero, nonché questo di Roberto De Mattei, vicepresidente del CNR, in risposta alle critiche di Telmo Pievani: e se queste sono le difese ufficiali, posso ben immaginare quale fosse il livello dell’argomentazione originale. 
 
Lo stesso Telmo Pievani argomenta bene la sua posizione in questa magistrale intervista che, con molto buon senso, spiega cosa sia quella sciocchezza (per alcuni) detta "consenso scientifico", concetto evidentemente desueto per questi relativisti alla rovescia, che reputano ogni stupidaggine degna di libera circolazione e di difesa ideologica a prescindere. Roba tipo il Gran Canyon nato in un anno a seguito del diluvio universale, come pare sia scritto sui suddetti atti: straordinario. In ogni caso, si confronti il curriculum di "tale" (come lo chiama Libero, secondo il ben noto principio retorico: "spala merda sull’avversario, qualcosa resterà!") Telmo Pievani con quello di Roberto De Mattei, e si traggano le dovute conclusioni: chi ne capisce di più, fra i due, di biologia e affini?

Ma la recente polemica è per me solo un pretesto, intendiamoci. Parliamo piuttosto di quello che significa in termini più generali. Per esempio che l’italiano medio di scienza sa poco, complice una scuola in questo ambito, ahimé, assai poco efficiente. Che i fatti sono troppo spesso oscurati da disinvolte prese di posizione ideologiche. Che persino per quest’argomento, apparentemente di nicchia, funziona la tecnica perversa della demonizzazione dell’avversario e dell’insulto rozzo e strumentale. Che la clava verbale tronca la discussione e ogni parvenza di civile confronto fra le idee.

E poi dicono che non discendiamo dalle scimmie.


1 réactions


  • carlo aragonese carlo aragonese (---.---.---.125) 15 dicembre 2009 17:11

    da quello che c’ho capito io una differenza coi bestioni l’abbiamo: noi siamo stati creati geneticamente "liberi", nelle scimmie impera una vita sociale fatta di dominanza e sottomissioni. L’uomo "libero" non ammette questa mania di dominanza - sottomissione, lo fa (ed è una conquista) per esigenze sociali. I primitivi del resto hanno un tasso di aggressività molto inferiore a quella dell’uomo civile: più si avanza col progresso, più la distruttività dell’uomo aumenta. Le scimmie hanno certamente qualcosa in comune con l’uomo, ma con l’uomo primitivo: un’aggressività che è solo di autodifesa. Le scimmie e i primitivi, praticamente, sono meglio di noi, società sadica e distruttiva.


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