martedì 2 giugno 2009 - Professional Consumer

Chi fa il prezzo?

Nell’incontro tra Consumatori e Produttori, tra chi vende e chi compra, tra chi offre e chi domanda; là, dove si confrontano le utilità, si cercano le convenienze e questo braccio di ferro trova equilibrio, si fa il prezzo: questo il mercato.

Quando lo si trova imposto sulle confezioni, quell’ambaradam sembra mancare.

Eppure il prezzo c’è. In codice, a barre, ma c’è.

Cribbio: chi l’ha fatto, come l’ha fatto e soprattutto il prezzo è giusto?

Domande legittime, per dipanare quel “tanto finto” che appare.

Ed allora, io finto tonto, interpreto: con la lente indago, con il naso annuso; avendo labbra dico.

Se vi è un eccesso di capacità produttiva nel settore automobilistico pari a 30.000.000 di pezzi e la pubblicità si limitasse a dare informazioni sui modelli in vendita, avrebbe efficacia quel messaggio?

Se invece quel messaggio mettesse in campo orizzonti di senso, utilizzando passioni, emozioni avrebbe un’efficacia irresistibile: difficile sottrarsi.

Se poi quelli del marketing ci mettessero del loro nel produrre attese indifferibili, fino a sollecitare la domanda, ed il tutto risultasse decisamente efficace, fino a simularne l’accoglimento, fare il prezzo .... un gioco da ragazzi!

Avremo acquistato l’eccesso al prezzo imposto.

Se tutto questo fosse, se tutto questo potesse esser fatto, noi Consumatori non avremmo il potere della domanda, avremmo solo il dovere di acquistare per far crescere l’economia.

Questo quel che si è fatto, acquistando ben oltre la nostra capacità di spesa, magari a credito; magari per produrre ricchezza con il debito: questa un’altra faccia della crisi!



1 réactions


  • mary (---.---.---.59) 2 giugno 2009 12:36

    Secondo questo discorso, sembra di capire che la situazione è quella di manager cattivi che usano pubblicità emozionali invece che informative verso il povero consumatore che, a quanto pare vedendo tali pubblicità non riesce a resistere al desiderio di comprare una macchina magari anche al di sopra delle proprie possibilità.
    Mi sembra che sia un pò eccessivo vedere il consumatore come una falena che alla prima luce perde la testa e ci si schianta contro, stiamo sottovalutando pesantemente il libero arbitrio e l’intelligenza di un consumatore che, ammettiamolo, non ha una pistola puntata alla tempia quando va a comprarsi una macchina.
    Oltretutto mi sembra estremamente limitativo attribuire a questo la crisi, al massimo al fatto che effettivamente non si è stati in grado di fare minimi sacrifici sul proprio stile di vita quando ce ne sarebbe stato bisogno, ma non penso che ci sia arrivati ad indebitarsi solo perchè i marketing manager hanno fatto pubblicità, e riguardo all’accogliere la domanda dopo tempistiche inventate, non penso possa essere tanto così visto che hanno sovrapprodotto e adesso hanno migliaia di macchine che non sanno a chi rifilare senza perderci.
    Un’ultima cosa, il prezzo è vero che aumenta a causa della pubblicità ma non tanto sulle macchine quanto più su altri prodotti, come lei ben saprà la macchina presenta una pubblicità emozionale ed è un’eccezione della sua categoria che normalmente ne presenta una informativa (quella di solito è presente nei giornali) le aziende sbagliano investendo in tutta questa pubblicità ma sicuramente se lo fanno è perchè chi compra spesso preferisce riconoscersi in uno status attraverso oggetti piuttosto che acquistare qualcosa che davvero gli serve, è un circolo vizioso in cui la colpa non si può accollare sempre all’impresa cattiva e al manager cattivo, troppo facile.


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