sabato 12 marzo 2016 - Giacomo Nigro

Xylella e importazioni d’olio dalla Tunisia: economia pugliese sotto attacco

Evidentemente non bastava la piaga biblica della xylella per affondare l’economia pugliese, si è aggiunta in questi giorni una decisione dell’UE: la Tunisia potrà esportare in Europa altre 70mila tonnellate di olio di oliva senza dazi in più in due anni.

Un attacco senza precedenti, da 3000 anni a questa parte, è in corso da tempo contro gli ulivi pugliesi. Molti uliveti sono abbandonati a se stessi, i proprietari sono ridotti alla fame dai prezzi bassissimi che vengono applicati alla produzione. Un litro di olio extravergine d’oliva è stato pagato, quest’anno da 2,50 a 3,70 euro, prezzi non molto distanti da quelli di vent’anni fa, a fronte di costi di produzione decuplicati.

La concorrenza dei mercati esteri è spietata, arriva dall’estero olio di pessima qualità e a prezzi stracciati. L’abbandono delle cure e l’uso di spesticidi di basso livello hanno determinato il repentino disseccamento degli alberi che viene attribuito dagli “esperti” quasi esclusivamente alla xylella fastidiosa e al suo vettore sputacchina. Per ironia della sorte, entrambi gli agenti hanno una denominazione da commedia, ma sono immersi in una vera tragedia che sta conducendo verso la radicale decisione di abbattimenti indiscriminati oltre che pressappoco inutili.

Possibile che gli ulivi, che hanno resistito a 3000 anni di attacchi naturali, ora possono soccombere così repentinamente a questi miseri e miopi interessi?

Evidentemente non bastava questa piaga biblica della xylella per affondare l’economia pugliese, la Puglia è la prima nella produzione di olio d’oliva italiano, si è aggiunta in questi giorni una decisione dell’UE: la Tunisia potrà esportare in Europa altre 70mila tonnellate di olio di oliva senza dazi in più in due anni.

Il Parlamento europeo di Strasburgo ha infatti approvato una misura per sostenere l’economia del paese nordafricano, in grave difficoltà, dopo gli attacchi del Museo Bardo e per la pressione del terrorismo jihadista. Il provvedimento è stato adottato a larga maggioranza (500 sì, 107 no, 42 astenuti), anche se non sono mancate polemiche e critiche tra le fila italiane per un provvedimento ritenuto contrario agli interessi del settore e dell’economia nazionali. 

Per i prossimi due anni potranno essere vendute sul mercato dell’Ue 35mila tonnellate all’anno di olio «made in Tunisia» a dazio zero, per predette 70mila tonnellate che si vanno ad aggiungere alle quote annue di 56.700 tonnellate d’olio d’oliva vergine «duty-free» già concordate tra Bruxelles e Tunisi. Le importazioni di tali quote extra non saranno però prolungabili oltre il 2017. E la Commissione si è impegnata a prevedere una suddivisione mensile delle 35mila tonnellate annue in più. Comunque è stata introdotta misura di controllo: ci sarà l’obbligo di tracciabilità delle merci per verificare che i dazi zero si applichino «solo all’olio d’oliva effettivamente prodotto in Tunisia», così da evitare «l’invasione» dell’olio extra-comunitario temuta dai principali produttori europei, Grecia, Spagna e Italia.

In Italia la Coldiretti ha denunciato il «rischio concreto del moltiplicarsi delle frodi, esiziali per un settore strategico del Made in Italy» specialmente in regioni come la Puglia, la cui economia agricola dipende in larga parte dalla produzione di olio d’oliva. Non sono state mancate contestazioni nemmeno al ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina considerato responsabile di non aver tenuto la posizione pro Italia in sede di Consiglio UE, lo si accusa di non aver difeso gli interessi nazionali.

Ora che la frittata è fatta si spera che i controlli previsti funzionino e vengano inaspriti quelli già previsti per la protezione del prodotto made in Italy.

 

Foto: Andy/Flickr



1 réactions


  • Giacomo Nigro Giacomo Nigro (---.---.---.207) 12 marzo 2016 11:35

    In realtà si tratta anche di un tema di solidarietà, ma L’Europa del nord non può essere solidale anche con i suoi prodotti? Se ignoro qualcuno m’aiuti!


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