mercoledì 8 dicembre 2010 - Pietro Orsatti

Wikileaks e siti “sensibili”. Cosa produce e su cosa fa ricerca la Glaxo in Italia e perché spiarla?

a cura di Pietro Orsatti

Ci si stupisce che gli Stati Uniti spiassero, all’insaputa dei governi amici e non, obiettivi sensibili. Fondamentali per le politiche statunitensi ancor prima di quelle dei Paesi dove questi “siti” sono dislocati. In realtà era previsto e prevedibile che questo tipo di “sorveglianza”, non sappiamo quanto benevola, fosse in atto. Quello che sorprende, invece, sono proprio alcuni di questi siti e in particolare per l’Italia.

Intanto ecco la lista:

In un cablo datato 18 febbraio 2009 il Dipartimento di stato americano chiede alle sue rappresentanze diplomatiche nel mondo di recensire quelle installazioni sensibili, “la cui perdita avrebbe conseguenze significative sulla salute pubblica, la sicurezza economica e/o la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”. Per redigerla, si legge nel cablo, “non è necessario che i diplomatici consultino le autorità locali”. La lista è apparsa online nella notte tra domenica e lunedì e riguarda diversi Paesi: fra i siti rilevati compaiono cablaggi subacquei per le telecomunicazioni, porti, miniere, aziende chimiche e farmaceutiche.(segue)

Italia, Farmaceutica e Gasdotto - Per quanto concerne l’Italia sono esplicitamente menzionati due obiettivi sensibili: la sede a Parma della multinazionale farmaceutica Glaxo Smith Kline che produce il Digibind (farmaco per curare i morsi di serpente) e il gasdotto Trans-Med, che trasporta gas dall’Algeria alla Val Padana.

Germania: Siemens, Basf e armi - In Europa il paese che riceve maggiore attenzione è la Germania: tra i siti “interessanti” gli stabilimenti Siemens di Erlangen, la Basf di Ludwigshafen, la Junghans Finewerktechnik, un impianto per la produzione bellica.

Gran Bretagna, Bae e cavi sottomarini - Il secondo paese europeo con il maggior numero di elementi selezionati è il Regno Unito, con la sede nel Lancashire della Bae System (che costruisce i caccia F-35) e diversi cablaggi sottomarini.

Francia, farmaceutica e Alstom - Segue la Francia, con numerose aziende farmaceutiche (Sanofi-Aventis a Lione che produce vaccini contro la rabbia, Emd-Pharms, GlaxoSmithKline a Evreux), la Alstom, gruppo industriale chiave per trasporti ed energia e due possedimenti d’oltremare, in Guyana e Martinica.

Spagna, Stretto Gibilterra e gasdotto – Per la Spagna la lista elenca lo Stretto di Gibilterra, il gasdotto che unisce la penisola iberica all’Algeria e i laboratori chimico-farmaceutici catalani Grifols.

Cina e Giappone, porti e cavi sottomarini - Nel continente asiatico si va dall’Estremo oriente, dove interessano principalmente i porti, soprattutto quelli cinesi e giapponesi e i cablaggi sottomarini.

Asia Centrale e M.O.: gasdotti, oleodotti e stretti – In Asia centrale e Medio Oriente la preoccupazione è soprattutto per gasdotti e oleodotti, per lo Stretto di Ormuz, il Canale di Suez, il terminal petrolifero di Bassora e l’impianto di raffinazione del greggio di Abqaib in Arabia Saudita.

Canada, dighe e nucleare - In Canada si guarda con attenzione al gigantesco impianto idroelettrico Hydro Quebec, “insostituibile fonte di energia”, e all’impianto nucleare di Chalk River.

Sudamerica e Africa, le miniere - Nel continente sudamericano le priorità di Washington sono chiarissime: le miniere. In Messico i passaggi di frontiera e le dighe. In Africa, infine, la lista è significativamente più breve e comprende praticamente solo le miniere di manganese, bauxite e cobalto.

La questione, analizzando la tipologia dei siti, è abbastanza semplice. Va bene gasdotti e porti, così come miniere e fabbriche che producono sistemi e cavi per le telecomunicazioni. Un allarme comprensibile.

Non è, almeno apparentemente, comprensibile l’allarme invece per il settore farmaceutico. Rivediamo: in Francia Sanofi-Aventis a Lione che produce vaccini contro la rabbia, Emd-Pharms, GlaxoSmithKline a Evreux; in Italia sempre la Glaxo Smith Kline che produce nel nostro Paese il Digibind un farmaco per curare i morsi di serpente. Serpenti? Il terrorismo internazionale prevede un attacco basato sul lancio di milioni di serpenti?

Il legame fra industria e ricerca farmaceutica e la produzione di armi chimiche e batteriologiche è sempre stato forte. Gli Stati Uniti hanno considerato il settore sempre fondamentale per la propria sicurezza nazionale. E infatti i farmaci (anche salvavita come i chemioterapici) erano uno degli obiettivi dell’embargo verso l’Iraq (sia i prodotti che le sostanze e la tecnologia per produrli) e non scordiamoci di alcuni impianti (come uno in Sudan) tirati giù a colpi di missile e bombe.

Quindi ora è necessario porsi alcune domande. Ovviamente partendo dal nostro Paese. Che cosa si produce, o meglio, su che cosa si fa ricerca nella Glaxo? Perché un impianto che dovrebbe produrre solo un utile (ma innocuo in termini di sicurezza) siero contro i morsi di serpente è al centro dell’attenzione della difesa Usa? Oppure sono i vaccini e gli antibiotici (perché questo è il settore principale di sviluppo e ricerca della Galxo) a interessare e preoccupare la difesa Usa?

A questo tipo di domande bisogna dare una risposta. Anche perché la storia patria, purtroppo, ci ricorda quali disastri e traffici si sono riprodotti per decenni nel nostro paese proprio per non aver posto in tempo domande e non aver analizzato produzioni, ricerca e partnership di industrie chimiche (e farmaceutiche). A partire da Seveso.

Ecco cosa dice di sé la Glaxo

GlaxoSmithKline (GSK) è una multinazionale farmaceutica, basata sulla ricerca, nata nel dicembre 2000 dalla fusione di Glaxo Wellcome e SmithKline Beecham. Con oltre 100 mila dipendenti, un fatturato di circa 33 miliardi di euro e una quota di mercato del 5,6 per cento, il gruppo si colloca al secondo posto nel mondo.

La Ricerca e Sviluppo può contare su oltre 15 mila ricercatori che operano in Centri ricerca dislocati in vari paesi tra cui: Belgio, Cina, Croazia, Francia, Giappone, Italia, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti.
In Italia, dove è presente dal 1932, GSK occupa oltre 3.000 dipendenti e ha la sua sede principale a Verona, ove è presente anche il Centro ricerche che, con oltre 700 addetti, molti dei quali stranieri, è stato designato dal Gruppo come Centro di eccellenza in Drug Discovery per le Neuroscienze. Sempre a Verona si trova un importante stabilimento dedicato alla produzione mondiale di antibiotici sterili (cefalosporine iniettabili).

Il sito produttivo di San Polo di Torrile (Parma), si occupa invece dello sviluppo di nuovi prodotti in forma sterile e della produzione di vaccini, liquidi e liofilizzati sterili a livello mondiale.

A febbraio scorso la Glaxo smentì un piano di ristrutturazione

La riorganizzazione della GlaxoSmithKline (Gsk) prevista «riguarda il solo settore delle ricerche e non mette in alcun modo in discussione la continuità delle altre attività presenti nel polo di Verona, cioè la produzione di antibiotici per oltre 120 Paesi nel mondo e le strutture del quartier generale di Gsk Italia». «Lo stesso vale per il resto delle attività produttive svolte a Parma e per quelle commerciali di Milano e nel resto d’Italia». Lo ha precisato l’azienda farmaceutica, sottolineando di aver ricevuto ad oggi il 10% degli incentivi relativi gli Accordi di programma.
Lo stabilimento di GlaxoSmithKline nel Parmense si trova a San Polo di Torrile.

«Speculazioni destituite di ogni fondamento come, ad esempio, un trasferimento della produzione in Cina - afferma l’azienda - non solo creano confusione ed ingiustificate ansie nella popolazione e nei dipendenti ma ostacolano anche ogni forma di dialogo fra le parti sociali quale mezzo per trovare soluzioni al problema concordate ed a favore dei lavoratori».

Gazzetta di Parma

Poi basta andare a dare un’occhiata a Wikipedia (e non su Wikileaks) per avere un curriculum di tutt’altro tenore della multinazionale.

GlaxoSmithKline fa parte di EuropaBio, un’associazione che raggruppa le industrie con lo scopo di promuovere la legalizzazione della produzione e dell’impiego di cibi geneticamente modificati.
 È stata contraria alla legge Mandela che consentiva al Sudafrica di importare farmaci anti-AIDS liberi da brevetto e pertanto a minor costo.
È stata accusata perché nel 2001 in Ghana si sarebbe adoperata affinché venisse impedita la vendita del farmaco anti-AIDS a marchio DUOVIR, prodotto dall’impresa indiana, per poter vendere il suo prodotto CUMBIVIR che costa dieci volte di più.
È tra le imprese che sostengono l’ICBG, un consorzio governativo degli Stati Uniti che conduce ricerche in Messico per appropriarsi del sapere delle popolazioni indigene e delle loro erbe medicinali in modo da mettere le imprese americane in condizione di produrre nuovi farmaci, che naturalmente saranno brevettati.
È stata oggetto di uno scandalo, in Italia nel2003, che ha visto gli alti vertici della consociata italiana ed oltre 500 medici inquisiti dal Procuratore della Repubblica di VeronaGuido Papalia, per il reato di comparaggio (prescrizione di farmaci di una ditta produttrice in cambio di regali o denaro di quest’ultima a medici del Servizio Sanitario Nazionale).
È tra le multinazionali farmaceutiche che più spesso ricorrono al prepensionamento ed alla mobilità del personale assunto a tempo indeterminato al fine di “ridurre i costi strutturali fissi” anche quando non vi è la necessità di ristrutturazione imposta da fatturato calante. La consociata italiana, dal 2001 (data di fusione con laSmithKline Beecham) al 2008, ha epurato molto del personale della SmithKline Beecham con sede aBaranzate di Bollate (Milano) ed ha ripetutamente incentivato all’esodo il personale della GlaxoWellcomedi Verona. [5] Sempre a Verona, l’ennesima mobilità – aperta nel 2008 – prevede un notevole quantitativo d’esuberi [6] nel personale a tempo indeterminato. Fa però un notevole ricorso al personale precario (contratti a progetto, assunzioni a tempo determinato, stage ed altro).

Nel settembre 2008, riceve dal ministero della sanità oltre 24 milioni di euro per finanziare il settore di ricerca pre-clinica proprio in Italia[7]. Sempre da Settembre 2008 GlaxoSmithKline comunica l’ennesima mobilità con un taglio del 30% del personale del settore pre-clinico, ed in particolar modo a Verona [8]

Il 22 dicembre 2009 è stata oggetto di uno sciopero per il tentativo di esternalizzare 130 lavoratori dipendenti dei servizi interni, scioperi che continueranno anche nei primi mesi del 2010.

E qui un’altra contraddizione con le versioni rassicurante dei piani di ristrutturazione della multinazionale.

Il 4 febbraio 2010 è stato dato l’annuncio della soppressione del Centro ricerche di Verona, con il conseguente licenziamento di 600 lavoratori (tra operai, impiegati, quadri e dirigenti)[9], mentre altre fonti parlano di addirittura 750 lavoratori, indicando anche le conseguenze delle ripercussioni sui lavoratori dell’indotto[10]. Vista la grave situazione, oltre alle autorità cittadine e regionali, anche il governo è stato investito della vicenda[11]. Già da diversi mesi, le voci concernenti l’epurazione del centro ricerche (“NCR”) trovavano eco sulla stampa, con ciò rimarcando i fatturati record della multinazionale che non frenavano i licenziamenti del personale[12].

Insomma, le domande che abbiamo fatto alla luce di questa prima sommaria ricostruzione sono dovute. E obbligate.

(… segue)

 

Uscito originariamente su Gli Italiani



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