mercoledì 25 ottobre 2017 - GeriSteve

Whistleblower 2: trovare le parole giuste

A oggi ci mancano delle parole (semplici o composte) che sarebbe importante avere. Un invito a trovarle e a proporle.

Le parole contano. Nel suo fondamentale libro "1984" George Orwell prevede che Il Potere (rappresentato dal Big Brother = Fratello maggiore), imponendo a tutti una nuova lingua (la "neolingua") impedirà di dire e di pensare ciò che il potere non vuole che si faccia, si dica o si pensi. Il cittadino-suddito quindi non potrebbe più commettere "psicoreati", perché nella neolingua gli mancheranno le parole per pensarli; tutto ciò Orwell lo proietta in un inquietante futuro. Ma, almeno per certi aspetti, quel mondo futuro è invece presente e a noi oggi servono le parole giuste per costruire un mondo migliore.

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Franzoso afferma che i termini italiani per indicare un wistleblower sono tutti dispregiativi: spia, delatore, traditore, infame. Sono tutti termini che rappresentamo la cultura dell'omertà verso i delinquenti e il conseguente disprezzo per chi li tradisce. Altri termini, come talpa, infiltrato... sottointendono che quell'individuo agisca come appartenente ad una qualche organizzazione rivale, che non è il tipico caso del wistleblower

Se invece il mio pensiero è che la società civile ha bisogno di bravi cittadini che non solo non siano né complici né omertosi verso chi delinque, ma che anche si attivino denunciando i delinquenti, io incontro subito una difficoltà: mi manca la parola giusta e chiara per parlare e per pensare di quel bravo cittadino, che secondo me dovrebbe essere il cittadino tipo di una società civile.

E' un problema della sola lingua italiana, perché soltanto l'Italia sarebbe dominata dalla collusione con la delinquenza? Direi di no: gli italiani non sono un popolo di collusi, e neanche il termine inglese wistleblower ha una lunga tradizione: anche in inglese mancava; però loro hanno avvertito l'esigenza e così hanno creato la parola giusta per soddisfare quell'esigenza di "sano pensiero".

Gli spagnoli oggi dicono alertador, i francesi lanceur d'alerte (vedi legge Sapin dicembre 2016). e noi?

Sono stati proposti neologismi come allertatore e fischiettatore che però, essendo decisamente ridicoli, ridicolizzerebbero quei personaggi eroici.

 Io ritengo che un whistleblower sia uno che disinteressatamente, cioè per coscienza civica, si attiva nel denunciare un comportamento socialmente scorretto; mi viene in mente che c'è una qualche similitudine con l'obiettore di coscienza: lui si rifiuta di fare un cosa che in coscienza ritiene riprovevole, il wistleblower denuncia chi la fa. Potremmo allora chiamarlo un "Testimone di Coscienza" o "Denunciante di Coscienza"?

La "scorrettezza sociale" per essere tale deve anche avere una certa gravità: non è socialmente grave non pagare il biglietto dell'autobus o cornificare il coniuge, ma abusare di un potere per avere servizi gratis o tangenti sì, e anche minacciare o trattare violentemente conviventi o altri. 

La "scorrettezza sociale" non coincide con l'illegalità: in certi luoghi lapidare una donna adultera potrebbe anche essere legale, ma chi si rifiuta e lo denuncia è certamente un testimone di coscienza - wistleblower.

Anni fa la redazione di “Pagina 99” si è rivolta all’Accademia della Crusca per avere un parere su come tradurre in italiano quel termine inglese e l'Accademia ha risposto così.

Manca la parola, ma è innanzitutto il concetto a essere poco familiare presso l’opinione pubblica italiana. L’assenza di un traducente adeguato è il riflesso linguistico della mancanza, all’interno del contesto socio-culturale italiano, di un riconoscimento stabile della “cosa” a cui la parola fa riferimento. Infatti, per ragioni storiche, socio-politiche, culturali, in Italia, ciò che la parola whistleblower designa non è stato oggetto di attenzione specifica, riflessione teorica o dibattito pubblico.

Non solo l'Accademia aveva ragione, ma ancor oggi, se andiamo a vedere bene, non c'è pieno accordo su cosa sia un wistleblower.

Ancor prima dell'Accademia della Crusca, c'era chi aveva evidenziato la difficoltà terminologica derivante dall'ambiguità concettuale:

analisi degli aspetti che caratterizzano i concetti e dei termini che li rappresentano:

tabella di confronto delle caratteristiche di whistleblower, informatore, gola profonda, talpa...

Questo tipo di confronto aiuta ad eliminare soluzioni non valide e conferma che nel lessico italiano manca una parola equivalente a whistleblower.

Alcuni ritengono che il termine vada riferito ad un dipendente di una organizzazione (pubblica o privata?) che ne denunci qualche dirigente, o anche l'organizzazione intera.

Andrea Franzoso ha denunciato il suo presidente;

Jeffrey Wigand prima di lui ha denunciato una azienda, satellite della British American Tobacco, che studiava come aumentare la dipendenza da nicotina dei fumatori, anche addizionando il tabacco con sostanze nocive, come l'ammoniaca. La sua tormentata storia è stata raccontata nel film Insider.

Raphael Rossi, vicepresidente di una azienda di rifiuti ha rifiutato una tangente per acquistare un macchinario inadatto, ha denunciato e ci ha scritto il libro : C'è chi dice no (Chiarelettere 2013)

Rudolf Elmer, un bancario svizzero, è stato arrestato per aver rivelato a Wikileaks segreti sporchi della sua banca e dei suoi clienti.

Ma così Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, non rientrerebbe in questa definizione, non essendo lui un dipendente che denuncia la sua azienda.

Anche Lea Garofalo e Maria Concetta Cacciola, entrambe testimoni di giustizia contro i loro mariti e parenti membri dell'ndrangheta ed entrambe per questo uccise, non rientrerebbero in quella definizione restrittiva. Non ci rientrerebbero neanche le madri e le nonne argentine de plaza de majo che hanno denunciato la sparizione di figli e nipoti.

Per questo, nella definizione che propongo per "Testimone di Coscienza" io non ho inserito la clausola che questo sia un dipendente.

In questo lungo elenco, purtroppo tutti questi testimoni di coscienza - wistblowers sono stati sempre anche vittime, ma non inserirei l'essere vittime nella definizione: secondo me sarebbero dei testimoni di coscienza - wistleblowers anche se per questo non fossero perseguitati o anche se venissero premiati. Certo, se uno si fosse aspettato un premio sarebbe stato meno eroico, ma non si possono processare le intenzioni più di tanto.

 Poi, se un testimone di coscienza - wistleblower è semplicemente "uno che si attiva", si deve dire che altri si sono attivati molto più di loro per individuare chi denunciare e per fornirne le prove.

Abbiamo citato Benjamin Franklin, Cristiano Lobbia e Julian Assange, ma dovremmo aggiungerne altri come ad esempio Giacomo Matteotti, che ha scoperto e denunciato le tangenti petrolifere intascate dai due fratelli Mussolini, Giorgio Ambrosoli, che ha indagato sui legami fra Michele Sindona e la mafia siciliana, e tutti coloro che hanno indagato e scoperto le tante falsificazioni sulla "Strategia della Tensione", che fossero magistrati o poliziotti o giornalisti o cittadini politicamente appassionati. 

Si potrebbe fare una distinzione fra chi indaga per professione e chi no; sarebbe tecnicamente corretto, ma se pensiamo a Falcone, Borsellino, ai poliziotti, carabinieri e giornalisti investigativi morti ammazzati per le loro indagini, io direi che chi ha il coraggio di indagare sui potenti non lo fa semplicemente in quanto è retribuito per questo.

Gli investigatori non professionisti non sono spinti sempre e soltanto da passione politica, talvolta da puro senso civico e talvolta anche perchè direttamente colpiti da quei comportamenti scorretti; può essere il caso delle "madri coraggio", che indagano per individuare e denunciare chi spaccia droga ai loro figli e chi li recluta nella delinquenza.

Molti sanno che sono diffusi spaccio, caporalato, furto, corruzione, contrabbando, falsificazioni, inquinamenti, mafia, ma solo alcuni si attivano volontariamente per individuare i colpevoli e denunciarli.

Ritengo importante avere la parola giusta anche per parlare di queste persone, che non sono semplici testimoni o denuncianti.

Provvisoriamente, in analogia con i testimoni di coscienza , io li chiamerei investigatori di coscienza e li definerei così:

un investigatore di coscienza è uno che sospetta o che sa di comportamenti gravemente scorretti e che si attiva per individuarne gli autori e per denunciarli.

Ma altre parole potrebbero essere più espressive e/o più appropriate di testimone di coscienza e di investigatore di coscienza. E anche quelle definizioni potrebbero essere diverse.

Chi propone?

Foto: Transparency International



1 réactions


  • Stefano (---.---.---.109) 26 ottobre 2017 22:43

    Ciao Geri. Il termine che mi viene in mente è onesto, ma a non è adeguato ne sufficiente per rappresentare il concetto di w.. Onesto sociocivicamente ha un sapore da classificazione socioantropologica. Rispettando e traducendo la metafora anglosassone in italiano si potrebbe dire campanello d’allarme. Non saprei.

    Nell’ elenco va, purtroppo da assassinata, aggiunta Daphne Anne Caruana Galizia. Non stupisce che anche se passati oltre 90 anni, il petrolio e la corruzione che ne deriva, la leghi a Giacomo Matteotti. Non dimentichiamo Ilaria Alpi e Milan Hrovatin, sempre denuncie dei traffici italo-mafioso-nordafricani.

    Cerchiamo, oltre a elencare quelli uccisi, di elencare quelli vivi e di conoscere le loro testimonianze e insegnamenti. Una cosa importante, per non fare una brutta fine, sarebbe quella di associarsi tra w.  Cosa non facile ma non impossibile in un paese come il nostro che Calamandrei, indignato dal consenso popolare alla dichiarazione di guerra, disse: «La tragedia dell’Italia è la sua putrefazione morale, l’indifferenza, la sua sistematica vigliaccheria». Sempre buoni e sobriamente arrabbiati i tuoi articoli. Informano, hanno logica e stimollano riflessioni e coscienza. Grazie. Stefano


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