sabato 3 novembre 2012 - angelo umana

Viva l’Italia. Un bel film che sulla denuncia politica arriva un po’ tardi

L’idea del film è buona, che un politico corrotto, per una sopraggiunta voglia di sincerità possa cominciare a dire, in modo molto più “terra-terra”, tutto il contrario di quanto detto finora, con le solite tipiche parole dotte ed erudite ma aeree e che proponga perfino l’aggiunta di un articolo 140 della Costituzione, che obblighi alla verità ogni politico. Il film è bello e scoppiettante di trovate, qualcuna però da cinepanettone, il cast è “stellare” per quello che passa il convento italiano (Gassman, Bova, Papaleo, Angiolini, Placido… non sono poca cosa), dà molte occasioni di riso e pure qualcuna di commozione e riflessione.
 
Le canzoni (Fossati e Caparezza per dirne due) e gli articoli letti della Costituzione, in un programma tv che si chiama “La verità ti fa male” condotto dal regista del film, suggellano i fatti di “malavita e malapolitica” mostrati e le verità pronunciate: i politici che hanno talento a mostrarsi avversari accaniti nei talk-show e poi bravi a dividersi l’Italia, la minaccia velata che senza politica viene giù tutto, i raccomandati “figli di qualcuno” che insieme ai raccomandanti non sanno com’è la vita reale, non sanno della ricerca di un posto di lavoro e della fatica a conservarlo, la gente della strada che li aiuta a vedere il loro Paese in un altro modo, un politico che si riavvicina al quotidiano della gente comune, la constatazione che “nessuno ce la fa da solo” e allora un aiutino non è poi così deleterio, il politico rinsavito (Placido alias onorevole Michele Spagnolo) che guarda lo sfacelo intorno e il disagio dei “normali” in una manifestazione di piazza, la frase di Papaleo “so’ comunisti, gli piace scannarsi tra di loro” (il viso di un attore sembra proprio quello di Enrico Letta, a proposito di discorsi aerei).
 
E’ tutto vero, caricaturizzato ma vero, però il regista Massimiliano Bruno è un 42enne, non così giovane da non sapere che qualcuno lo ha superato da gran tempo. Grillo per esempio queste cose le dice da almeno 5 anni e con la stessa capacità di intrattenimento, o qualche altro film (“Il portaborse” di 20 anni fa e tanti altri, ma non ci svegliavamo ancora a quel tempo) e le frasi della scena sono comuni nella rete. Dunque il film è buono dal punto di vista di commedia ma, dal punto di vista di denuncia, arriva un po’ fuori tempo massimo, ha un’aria di già visto e già sentito, sfonda porte aperte. Ben venga comunque che venga visto da chi non se ne fosse reso conto, da coloro per cui ancora tutto va bene e se ne vanno a vedere qualcosa la domenica pomeriggio.

C’è nel film una frase che Grillo dice da tempo: “Invece di guardare gli errori degli altri, agite e non limitatevi a criticare i politici” (però, se vota meno della metà degli aventi diritto …v/ Sicilia il 28/10). Il politico corrotto, ora in ansia di verità, dice qualcosa che avremmo da tempo voluto sentirci dire da vari suoi colleghi, anche in attesa del primo secondo e terzo grado di giudizio: “Mi metto a disposizione della magistratura”. Forse il cinema italiano qualche colpa ce l’ha, non essere riuscito a dire chiaramente queste cose, “pane al pane”, già molto tempo fa, ma forse i produttori erano molto presi a cercare sostegni pubblici.



2 réactions


  • (---.---.---.20) 3 novembre 2012 17:25

    Complimenti all’autore. Sintesi lucida di un film buono per passarvi un paio d’ore allegre, ma che forse alla fine ti lascia un pizzico di rabbia in più per quello che dovrebbe succedere ma non succederà mai, fotografia di un popolo che non ha il coraggio di alzare la voce e cambiare le cose.
    Purtroppo siamo sempre più abituati a far "spallucce" e dire: "tanto si è sempre fatto cosi".

    Marco.


    • (---.---.---.19) 3 novembre 2012 18:11

      No Marco, non dispererei quanto a un cambio della situazione nel ns. paese, i "padroni" del parlamento sentono ormai il fiato sul collo, sanno che i sondaggi darebbero addirittura M5S+IDV al 30%, prima forza politica (ma i due non si metteranno assieme) ... qualcosa sta succedendo. Il film lascia a desiderare come denuncia, in questo arriva buon ultimo, ormai le parole contenute in esso sono di uso comune nelle ns. strade, il coraggio il cinema doveva darselo prima, quando, forse, i cinematografici sbavavano dietro alla politica in cerca di sostegni. Ciao!


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