martedì 25 agosto 2020 - Marco Barone

Verità per Giulio Regeni: compromesso il diritto alla difesa. Intervenga il CNF e il Ministero della Giustizia

Il 2020 doveva essere l'anno della verità processuale per Giulio Regeni. Ad oggi si è rivelato essere come l'anno del diritto alla difesa negata e paradossalmente ciò accade proprio nel periodo in cui il Consiglio Nazionale Forense ha dichiarato il 2020 l'anno dell'Avvocato in pericolo.

 E' stato denunciato una pluralità di volte che il diritto alla difesa per Giulio è fortemente compromesso. Ancora oggi l'avvocato Alessandra Ballerini non sa se può mettere piede in Egitto, perchè non si riesce a venire a conoscenza se a suo carico vi sia o meno un provvedimento di espulsione o meno. Nessuna informazione precisa arriva da parte della nostra ambasciata. E una cosa del genere è gravissima, perché significa inibire ad un difensore l'esercizio del diritto alla difesa come costituzionalmente garantito dalla nostra Madre Carta. E non dimentichiamo che i collaboratori del team legale della famiglia di Giulio hanno subito pesantissime ritorsioni in Egitto, a partire dall'arresto della moglie di Lofty, Amal Fath.

IL CNF è intervenuto un paio di volte sulla verità processuale di Giulio. Ad esempio l'8 febbraio del 2016, pochi giorni dopo il ritrovamento del corpo di Giulio, il CNF intervenne scrivendo che "la morte di Giulio Regeni in Egitto dimostra ancora una volta come sia necessario un impegno costante nel vigilare e denunciare episodi di violazione dei diritti fondamentali dell'uomo. L'uso della tortura non può essere tollerata, né può essere tollerato alcun compromesso per “ragioni di Stato” a giustificazione della stessa.Il Consiglio Nazionale Forense richiama la necessità di dover contribuire tutti a difendere la libertà di pensiero e il rispetto della vita, ed in prima linea in questo impegno dovrà continuare ad esserci l'Avvocatura mondiale, fedele ai propri valori e alla propria storia".

Un secondo intervento venne registrato nel caso già citato dell'arresto di Amal. Così scriveva in un suo comunicato: "Il Consiglio Nazionale Forense esprime la propria preoccupazione per il protrarsi della detenzione di Amal Fathi, moglie di Mohamed Lotfy, direttore esecutivo dell'Ecrf, l'organizzazione per la difesa dei diritti umani di cui fanno parte i legali della famiglia di Giulio Regeni in Egitto. Amal è stata arrestata l'11 maggio in piena notte, assieme a suo marito e suo figlio che sono stati rilasciati dopo alcune ore perché hanno la doppia cittadinanza egiziana e svizzera. Il Consiglio Nazionale Forense chiede al Governo italiano di intervenire presso le Autorità egiziane affinché Amal, le cui condizioni di salute sono notevolmente peggiorate e ha bisogno di farmaci giornalieri, venga scarcerata al più presto, in vista della prossima udienza fissata per il 15 luglio. Il CNF condanna la repressione in atto in Egitto contro gli avvocati e continuerà la propria azione a sostegno del libero esercizio della professione di avvocato in Egitto e dell'azione di coloro che lavorano per fare piena luce sull'omicidio di Giulio Regeni".

E altre iniziative si son svolte nel tempo, come quella del 2018 con la presenza di Alessandra Ballerini, ed il presidente del CNF ed altri avvocati oltre ovviamente alla presenza della famiglia di Giulio. A conferma che una sensibilità su ciò vi è stata ed fondamentale che venga mantenuta alta l'attenzione soprattutto ora che la situazione è totalmente bloccata e con il diritto alla difesa pesantemente compromesso proprio nell'anno dell'avvocato in pericolo. Perché se Alessandra Ballerini dovesse mettere piede in Egitto per l'esercizio del diritto alla difesa rischierebbe di essere arrestata e ciò non può passare sotto silenzio. 

Sarebbe importante ad esempio oltre ad un comunicato di solidarietà e di denuncia, anche attivarsi concretamente di concerto magari con il ministero della Giustizia che in tutto ciò pare essere racchiuso in un silenzio incomprensibile, chiedendo gli atti agli egiziani, per sapere se esista o meno l'ordine di espulsione a carico dell'avvocato della famiglia di Giulio.




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