venerdì 1 dicembre 2017 - enzo sanna

“Venghino, signori elettori, venghino!”. Il mercato delle promesse elettorali ha spalancato i battenti

La battaglia elettorale in vista delle prossime venture consultazioni nazionali non è ancora entrata nel vivo ma già prendono forma gli argomenti sui quali si svolgerà non più il confronto, bensì il soliloquio di ogni singola forza politica. Ne assaggiano l’antipasto i giovani alla Leopolda, da Matteo Renzi, i pensionati da Silvio Berlusconi, i “patrioti” da Giorgia Meloni, xenofobi e razzisti da Matteo Salvini. I grillini, esaurito il filone fatuo della “rete”, rubano qua e là. Contenti loro…

Eccoci, allora, a dover assistere a un Renzi, gasato sempre più di sola aria (e di arie) senza un briciolo di sostanza, arringare la platea della Leopolda promettendo di estendere gli 80 euro anche alle famiglie e di voler individuare nuovi futuri beneficiari. L’uomo raggiunge l’apice della comicità sul bonus bebè da elargire a tutte le mamme indistintamente, siano esse indigenti o miliardarie. Per nostra fortuna, Veronica Lario, la moglie di Berlusconi, ha superato l’età per figliare (salvo intromissioni della scienza) altrimenti potrebbe accedere anche lei al “bonus”. Qualcuno sosterrà, ora, che sarebbe persino atto di giustizia sociale, visto quanto la sfortunata consorte deve restituire all’ex marito in milioni sonanti. Così stanno le cose, alla faccia del concetto di equità sociale. Ma si sa, Renzi quando parla di sinistra si riferisce alla definizione che lesse in gioventù sul Dizionario Hoepli e non del senso e del significato politico del termine.

Avrete notato, però, l’amarezza del sorriso del segretario PD mentre concionava la platea di “ragazzi” con la barba bianca e i pochi selezionati giovani sul palco. Eppure in passato ha dimostrato di essere un attore nato. Forse il “timbro” del sorriso fa parte delle lezioni ancora da venire nel corso di recitazione. Per passare all’aspetto coreografico, nessuno dei commentatori sembra aver rilevato un particolare relativo all’immagine, elemento tanto caro al “nostro” Matteo: i colori della Leopolda. Se è vero che i colori sono evocativi di uno stato dell’essere quanto di un riferimento politico-sociale, la considerazione che ne consegue è di un PD oramai definitivamente e irrimediabilmente voltato verso il centro-destra. Infatti, a stare bene attenti al messaggio neppure tanto recondito, il fondale del palcoscenico è dipinto in stile splatter con l’uso dei seguenti colori: giallo grillino, azzurro Berlusconi, grigio Renzi. Il rosso, evocatore dell’antica sorgente di sinistra, viene relegato a un faretto rivolto verso uno spicchio di parete laterale dove alla base insiste una porta, quasi a emulare il cartello luminoso Exit-Uscita d’emergenza dei teatri e dei cinema, come a voler indicare a coloro i quali nel PD si considerano ancora di sinistra: “Accomodatevi, quella è l’uscita”.

In quanto a spettacolo e spettacolarità, Berlusconi torna a concorrere per l’Oscar del politico più comico, oramai anche fisicamente. Lui sceglie di “lisciare” gli anziani, visto che qualcuno gli ha fatto notare il progressivo invecchiamento della popolazione. Avanti, dunque, con la promessa di aumento delle pensioni, di contributi e sgravi per i possessori di animali domestici (sarà ricompreso anche l’iguana?), di cure veterinarie gratuite, dentiere per cani comprese (e per i padroni?), e chi più ne ha più ne aggiunga. In omaggio, poi, via il bollo auto. Dulcis in fundo, la flat tax al 20% per tutti, privati e imprese. Mai l’avesse sentito Salvini! Ecco quest’ultimo rilanciare: flat tax al 15%. Mai l’avessero sentito i grillini! “Noi faremo di meglio”. Questi ultimi, come da loro stile, si riservano di consultare la rete per decidere la percentuale; se poi i 16 votanti si esprimeranno democraticamente a maggioranza per lo zero…

Come se non bastasse, eccoci alle prese col nominativo che, nella obbligata indisponibilità del capo in testa ex P2 Berlusconi, sarà chiamato a guidare il futuro governo nazionale, cioè il comandante in capo dei Carabinieri. Evvai! Ora attendiamo i rilanci. Che so, Renzi potrebbe avanzare la proposta del capo in testa dei Boy Scout, Salvini del capo in testa delle Ronde Padane, la Meloni potrebbe richiedere, all’uopo, l’esumazione del capo in testa della decima MAS. Di Maio attenderebbe ossequioso una indicazione proveniente da Trump o da Putin, o perché no, da entrambi congiuntamente, da sottoporre al parere dei 16 votanti della rete.

A tanto dobbiamo rassegnarci? A ciò siamo ormai ridotti? Questa è la classe politica alla quale dovremmo affidare le sorti di uno Stato sempre più sfasciato, fatiscente, sgretolato, incapace di offrire un futuro ai nostri ragazzi se non la precarietà esasperata dal Jobs Act e dalla eliminazione dell’articolo 18? Ci dobbiamo stupire se i fascisti, quelli veri, risollevano il capo sino a ricostituire le squadracce che pensavamo ricordo di una vecchia, infausta, schifosa storia della nostra società? Le risposte alle prossime puntate, in attesa di una sinistra di governo. Intanto facciamoci un giro tra le bancarelle, allestite nel mercato elettorale, zeppe di proposte taroccate dove gli esercenti tentano di circuirci col loro “Venghino, signori elettori, venghino”.



1 réactions


  • pv21 (---.---.---.52) 2 dicembre 2017 18:47

    vedasi VERTICISMI in "Attivisti da salotto ..."


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