lunedì 22 luglio 2024 - marina bontempelli

Venezia, al Teatro la Fenice Ariadne auf Naxos

La nuova Ariadne auf Naxos di Richard Strauss giunge a Venezia dai palcoscenici di Bologna e Trieste, che con la Fondazione Teatro La Fenice hanno coprodotto questo nuovo, riuscitissimo allestimento.

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Originale la genesi di Ariadne auf Naxos, che ha visto la luce in occasione di una rappresentazione del Bourgeois gentilhomme di Molière dato a Stoccarda nel 1912. In quell’occasione il librettista Hugo von Hofmannsthal, fu chiamato a scrivere il libretto di quest’opera, musicato da Richard Strauss, da rappresentare quale divertissement operistico messo in scena nel palazzo del protagonista della commedia. Sorprendentemente l’opera riscosse più successo della commedia stessa così che il librettista decise di rendere indipendente Ariadne dal lavoro di Molière e ne aggiunse un Prologo per motivare l’artificio del teatro nel teatro. In questa rinnovata configurazione Ariadne auf Naxos debuttò a Vienna il 4 ottobre 1916.

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L’opera torna a Venezia dopo venti anni e anche questa volta è il regista scozzese Paul Curran a curare la regia che traghetta la storia in epoca contemporanea. Scene e costumi di Gary McCann e il light design di Howard Hudson contribuiscono a rendere vivace e brillante lo snodarsi della vicenda delle due compagnie teatrali rivali, quella dei comici sbracati e degli altezzosi cantanti d’opera, alternativamente tra palcoscenico e dietro le quinte.

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Cast assolutamente di livello. Sara Jakubinak, nel ruolo del titolo, soprano lirico dalla voce morbida e autorevole, ha saputo approfondire il ruolo di Ariadne curando il declamato e la gestualità. Nei panni di Zerbinetta, Erin Morley, elogiata dal «NewYork Times» per la «vellutata chiarezza della sua voce e la ricamata precisione della sua coloratura» risolve con simpatica semplicità gli impervi passaggi del suo lungo “Recitativo e aria”. Intensa Sophie Harmsen nel ruolo del Komponist, anche se talvolta il vigore profuso nell’interpretazione è andato a scapito dell’emissione. Il tenore John Matthew Myers come Bacco ha offerto un’interpretazione assolutamente vissuta. Belle voci e molto ben assortite le tre ninfe Jasmin Delfs nel ruolo di Najade, Marie Seidler, Dryade e Giulia Bolcato, Echo.

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Le maschere Mathias Frey, Scaramuccio, Szymon Chojnacki, Truffaldin, Enrico Casari, Brighella e il baritono Äneas Humm, un Arlecchino che addirittura spicca sugli altri, sono state trascinanti e assai adeguate al loro ruolo. Ottimi gli interventi anche di Markus Werba, Ein Musiklehrer e di Blagoj Nacoski, Ein Tanzmeister. Di livello anche le parti minori quali Nicola Pamio (Ein Offizier), Francesco Milanese (Ein Perückenmache), Matteo Ferrara (Ein Lakai), il recitante Karl-Heinz Macek (Der Haushofmeister).

All’altezza l’Orchestra del Teatro la Fenice, a organico ridotto per privilegiare cantanti e testo come osserva il maestro Markus Stenz, il quale ci restituisce uno Strauss che attraverso tristezza e allegria «…ha inventato qualcosa che ci permette davvero di fare esperienza della completezza della vita».

Applausi meritatissimi per tutti e in particolare, anche a scena aperta, per Erin Morley.




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