mercoledì 14 giugno 2023 - marina bontempelli

Venezia - al Teatro Malibran Il trionfo del tempo e del disinganno

La felice stagione del Teatro La Fenice procede con la mirabile messinscena dell’oratorio di Georg Friedrich Händel nella prima rappresentazione veneziana col nuovo allestimento della Fondazione Teatro La Fenice

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Per la prima volta in laguna, al Teatro Malibran, l’Oratorio in due parti La bellezza ravveduta nel trionfo del tempo e disinganno (titolo originale, poi accorciato in Il trionfo del tempo e del disinganno) è andato in scena con cinque recite tra la fine di maggio e i primi giorni di giugno.

Non facile mettere in scena un oratorio, genere a carattere religioso o allegorico, come in questo caso in cui si intende rappresentare uno scontro retorico. La morale, che trionferà, dimostrerà la forza degli argomenti di Tempo e Disinganno sulle vane illusioni con cui Piacere inebria Bellezza, che si voterà all’austerità. Questi i quattro personaggi che animano una scena costituita da fragili strutture di cubi insieme a quattro ballerini che con la loro danza disegnano il tempo e la musica nell’aria. Regia, scene, costumi, light design e coreografia sono dell’artista giapponese Saburo Teshigawara, Leone d’Oro alla carriera per la Danza 2022, che sul sobrio palcoscenico del Malibran ha creato lievissime, eteree, armoniose suggestioni partendo dal considerare l’oratorio non un racconto, bensì poesia, molto significativa e altamente simbolica, (una) lezione estremamente profonda, che richiede un forte gusto per la poesia, per il significato astratto come egli stesso sostiene. Unica concessione all’essenzialità della messa in scena, in cui cantanti e ballerini vestono di bianco o di nero, il costume di Piacere, con maggior ricchezza di tessuto in tinta pastello, panneggi e volants.

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Anche il disegno luci è di Teshigawara ed è al servizio del bianco e nero, esaltando i chiaroscuri.

I movimenti coreografici sono intensissimi, ma mai arrivano a distrarre lo spettatore dal canto dei protagonisti.

In scena anche Saburo Teshigawara nella veste di danzatore, insieme ai ballerini Rihoko Sato (che è anche assistente alla regia e alla coreografia), Alexandre Ryabko e Javier Ara Sauco.

I cantanti sono tutti all’altezza dell’ottima produzione. Bellezza è Silvia Frigato, che ha dato il meglio di sé nei passaggi di agilità, manifestando un imperiale dominio del fiato, così come nel corso dello stupendo, rapinoso finale. Giuseppina Brindelli, Piacere, ha esibito una voce sicura senza tuttavia conferire al proprio personaggio il carattere lisergico di un Piacere corruttore.

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La compostezza asciutta di Valeria Girardello, voce di contralto dotata anche di morbidezza e femminilità, è stata viceversa, adeguata al personaggio di Disinganno.

Krystian Adam ha impersonato Tempo. Il tenore, dotato di bel timbro ha interpretato il suo complesso personaggio con l’austerità e la severità richieste dal ruolo.

A fare la magia, per la parte musicale, uno specialista del repertorio quale è Andrea Marcon, insignito nel 2021 del Premio Händel dalla Fondazione Händel – Haus di Halle.

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Marcon spiega che il soggetto principale del racconto è il ‘viaggio’ spirituale della Bellezza e che decisamente teatrale è invece la musica del giovane Händel, qualcosa di veramente inaudito e moderno per l’epoca.

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Marcon stacca tempi energici, mette in risalto i vari strumenti e fa suonare la pregevole Orchestra del Teatro La Fenice quasi fosse un’orchestra barocca.

Il pubblico ha tributato consapevoli, convinti applausi.

Da rivedere più di una volta.

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Saburo Teshigawara



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