Venezia, al Teatro Malibran atmosfera viennese con l’Orchestra della Fenice diretta da Christian Arming
Uno spumeggiante programma con valzer e musiche di Johann Strauss figlio e la suite del Rosenkavalier di Richard Strauss per il brillante concerto del giorno che precede l’Epifania
Per non farci mancare in laguna la tradizionale vibrazione viennese dell’anno nuovo, il Teatro Malibran ha ospitato un nuovo appuntamento della Stagione Sinfonica della Fondazione Teatro La Fenice con un programma tagliato su misura per la settimana a cavallo tra Capodanno e l’Epifania: una carrellata di marce, polke e danze viennesi firmate dal ‘Walzerkönig’, Johann Strauss figlio, accostata alla suite per orchestra tratta dal Rosenkavalier di Richard Strauss. A guidare l’Orchestra del Teatro La fenice, Christian Arming, viennese, classe 1971, maestro che vanta una carriera internazionale che lo ha portato a collaborare con prestigiose orchestre e teatri in Europa, USA e Asia, nonché con le principali istituzioni musicali italiane. Il concerto, in due parti, ha presentato i brani più conosciuti di Johan Strauss, quasi un omaggio a celebrarne i duecento anni dalla nascita, quali l’ouverture dal Fledermaus (Il pipistrello); Wein, Weib und Gesang! op. 333, il popolare valzer da concerto Rosen aus dem Süden op. 388, Éljen a Magyar! op. 332 e il famosissimo Wiener Blut op. 354.
La suite per orchestra dal Rosenkavalier di Richard Strauss ha aperto la seconda parte del concerto che si è concluso con altri quattro brani di Johann Strauss : la fulminea Pizzicato-Polka, la Egyptischer-Marsch op. 335, la Tritsch-Tratsch Polka, e il Kaiser-Walzer op.347. Christian Arming ha condotto l’ottima Orchestra del Teatro che lo ha assecondato incondizionatamente nei piani assoluti, nei piccoli ritardi, nei romanticissimi attacchi sospesi nel nulla. Il suo gesto pulito ed espressivo ci ha fatto sentire il fruscio delle sottogonne dei walzer di corte, ci ha fatto leggere tra le note i sorrisi ammiccanti e i languidi abbandoni nei giri di walzer. Ironico e sensibile ha tenuto in magico, garbato equilibrio gaiezza, nostalgia e melanconia e generosamente ha concluso il concerto con due bis: il walzer Sul bel Danubio blu e La Marcia di Radetzky, composta da Johann Strauss padre, domando un pubblico entusiasta, ma impreparato che, come sempre, avrebbe voluto battere le mani lungo tutta l’esecuzione. Applausi per tutti e felice successo, tanto che una volta usciti dal Teatro si sentivano canticchiare i temi per le calli vicine.