lunedì 31 gennaio 2022 - marina bontempelli

Venezia – Per la stagione Musikàmera, il Novecento Storico Italiano alle Sale Apollinee del Teatro la Fenice

L’Archivio musicale Guido Alberto Fano onlus protagonista con una rassegna dedicata agli aspetti peculiari della letteratura cameristica del XX secolo

 

Un affascinante concerto, dal programma piacevolmente omogeneo ed elegante, quello cui abbiamo assistito il 24 gennaio alle Sale Apollinee del Teatro la Fenice. Tutto esaurito per ascoltare, star della serata, Sara Mingardo, Gabriele Gorog e Natan Gorog.

Mingardo e Gabriele Gorog sono interpreti di fama consolidata e carriera internazionale già noti al grande pubblico, ma la piacevole sorpresa è stato senz’altro Natan Gorog, giovane violista fuoriclasse , appassionato e poliedrico.

In programma due brani di Guido Alberto Fano, il primo, col quale si è aperto il concerto, una lirica su poesia di Giosue Carducci, Lungi lungi,  della quale esiste anche una versione sinfonica. Interessante il dialogo tra la voce che a tratti sospende la narrazione per lasciare spazio alla sola musica, in questo caso il pianoforte. Sono parole del compositore quelle secondo cui in questo modo “ il pensiero poetico non si interrompe, ché anzi allora la penetrazione del testo si fa più profonda ed intima in ciò che la poesia ha di più inesprimibile e la musica di più singolarmente proprio”. L’interpretazione che Sara Mingado ci offre è mirabile. Perfetta nelle efficacissime dinamiche e nell’esemplare legato, in duo con Gabriele Gorog al pianoforte, incantano.

Seguono pagine pianistiche di Guido Alberto Fano, due pezzi brevi, intimi, romantici e graziosi tratti da “Rimembranze”  e composte a soli 17 anni.

I brani di Fano (il Novecento Storico Italiano) vengono inframmezzati e messi in relazione a pagine di musica di Brahms e Debussy.

La sonata per pianoforte e viola op.120 n.1 in fa minore di Johannes Brahms, scritta per pianoforte e clarinetto prevede l’eventuale impiego alternativo della viola e Natan Gorog ci offre la sua giovane interpretazione ricca di vibranti accenti intimi e sofferti.

Di Claude Debussy , per pianoforte solo, Gabriele Gorog ha seguito La serénade interrompue, un brano permeato di immagini legate alla Spagna, La danse de Puck, ispirato all’impertinente folletto del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare e, riprendendo il tema del mare, Ce qu’a vu le vent d’Ouest.

 

A coronamento del concerto due brani che impegnano tutti e tre gli interpreti, Gestillte Sehnsucht e Geistliches Wiegenlied due lieder composti da Brahms per Amelie, la moglie dell’amico violinista Joachim. In entrambi i lieder Brahms tratta la voce di contralto e la viola in modo egualitario, scambiando tra loro registri e materiali motivici in una sottile ricerca di sfumature musicali. L’ensemble dà prova in questi brani di grande stile e raffinato amalgama nel dialogo continuo tra strumenti e voce, immergendo il pubblico nell’atmosfera magica della “nostalgia placata” del primo pezzo, così come nei dolcissimi echi del secondo, una delicata ninna nanna.

Applausi sinceri e calorosi per tutti, concerto di alta classe.

 

Marina Bontempelli




Lasciare un commento