martedì 21 febbraio 2017 - marina bontempelli

Venezia: Paolo Rossi-Molière: la recita di Versailles al Teatro Goldoni.

Questa nuova divertente produzione mette in scena un’originale rivisitazione de “L’impromptu de Versailles”, attraverso un visionario e ardito collage di tre capolavori del grande Jean-Baptiste: “Il Misantropo”, “Il Tartufo” e “Il Malato immaginario”, ma in questo pregiato esempio di teatro nel teatro c’è molto altro. 

“Molière: La recita di Versailles”, commedia prodotta dal Teatro Stabile di Bolzano, nasce da un’idea di Paolo Rossi, capocomico per eccellenza, che ispira il canovaccio di Stefano Massini, e viene realizzata grazie all’esperienza scenica e visiva del regista Giampiero Solari per riscrivere il celebre testo creato da Molière nel 1663.

In questa pièce, come spiega il capocomico di questa solo apparentemente sgangherata compagnia, ogni rappresentazione è una prova nel corso della quale attore, personaggio e persona si fondono e pur si alternano senza poterli distinguere, così come sono indistinguibili recitazione e improvvisazione sottolineate e legate dal filo della musiche originali eseguite dai Virtuosi del Carso.

E’ uno spazio-tempo senza confini che ignora le unità aristoteliche e concede ampio spazio all’attualità politica contemporanea, alla satira e a un ingenuo umorismo che tutto stempera e sdrammatizza.

Non pochi sono i punti in comune che Paolo Rossi riscontra tra sé e Molière e che lo hanno spinto ad impersonare il grande francese, tra tutti il più importante: in quest’atto unico Molière ha voluto mettere in scena se stesso con l’intento di fondare una nuova commedia di carattere e di costume che condensasse in sé anche l’esperienza del teatro comico italiano, ed in questa direzione opera Paolo Rossi: «Oggi recitano tutti, i commercialisti, i dottori, i politici. Quelli che recitano peggio sono gli attori, se continuano a recitare alla vecchia maniera». La sua invece è una nuova maniera di fare teatro, un teatro surreale a cavallo tra l’essere e il sembrare che esalta la verità della finzione a teatro e nella vita.

In scena, ad affiancare Rossi-Molière, troveremo una nutrita compagnia composta da attori e musicisti, come Lucia Vasini, Fulvio Falzarano, Mario Sala, Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari, Stefano Bembi, Bika Blasko, Riccardo Zini, Karoline Comarella e Paolo Grossi più un pacifico cane perfettamente a proprio agio che scodinzola e dormicchia.

Essenziali le scene, ma azzeccati i costumi di Elisabetta Gabbioneta, puntuali le luci di Gigi Saccomandi, le canzoni eseguite sono di Gianmaria Testa.

Centocinquanta divertenti minuti di teatro con la T maiuscola, che inducono a riflessioni filosofiche, sociali e umane che accompagnano lo spettatore fino a casa e oltre.

Caldi applausi e sinceri consensi per la compagnia.




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