mercoledì 11 giugno - Osservatorio Repressione

USA: Proteste e scontri tra le comunità locali di Los Angeles e le forze di polizia

Proteste e scontri tra le comunità locali di Los Angeles e le forze di polizia/ICE. Le forze dell’ordine impiegano formazioni tattiche come la “crossbow” per eseguire arresti rapidi e isolare manifestanti, come mostrato nei materiali divulgati sui canali di contro-informazione.

Negli Stati Uniti d’America continua il battibecco a distanza tra i vecchi amici ed ex alleati Donald Trump ed Elon Musk. L’attuale presidente e il miliardario, un tempo alleati, sembrano ora muoversi su binari opposti. Musk ha lanciato l’idea di un “terzo partito” capace, a suo dire, di rappresentare l’80% della popolazione americana. Un progetto che, nelle intenzioni dell’imprenditore, vorrebbe rompere il duopolio politico di Repubblicani e Democratici. Non si è fatta attendere la replica di Trump, che ha liquidato la proposta dichiarando di “non pensare a Musk”, pur augurandogli “il meglio”. Parole apparentemente concilianti, ma seguite da un’affermazione più pungente: secondo il tycoon, Musk non ha ancora concluso il proprio lavoro con il governo degli Stati Uniti, e i contratti in essere — presumibilmente tra SpaceX e l’amministrazione — saranno “riesaminati”. “Si tratta di un sacco di soldi”, ha dichiarato Trump, aggiungendo che si farà “ciò che è giusto per lui e per il Paese”.

Intanto, nel Paese reale, a Los Angeles, migliaia di persone sono scese in strada per opporsi alle operazioni di rastrellamento condotte contro le persone migranti dagli agenti dell’Agenzia federale per l’Immigrazione e le Dogane (ICE). Si tratta delle deportazioni di massa di migranti volute dall’amministrazione Trump. I manifestanti hanno circondato alcuni dei centri di detenzione utilizzati dai federali per trattenere le persone fermate. Ne sono nati duri scontri con la polizia, schierata in assetto antisommossa.

Secondo Angelica Salas, direttrice della Coalizione per i diritti umani degli immigrati di Los Angeles, almeno 45 persone sono state arrestate in sette diverse località. “La nostra comunità è sotto attacco e vive nel terrore”, ha denunciato Salas. “Parliamo di lavoratori, padri, madri. Questo deve finire”.

Ai microfoni di Radio Onda d’Urto è intervenuto Martino Mazzonis, giornalista, americanista Ascolta o scarica.

aggiornamento

L’Amministrazione Trump intensifica la sua guerra contro i migranti, inviando la Guardia Nazionale a Los Angeles per sedare le proteste contro le sue retate deportative. Con l’intervento di 2.000 soldati e la minaccia di dispiegare altri 500 marines, il clima di repressione cresce, con lacrimogeni, proiettili di gomma e manganelli a colpire chi scende in piazza per opporsi a questa escalation.

La scorsa notte , altri 30 arresti sono stati effettuati a Los Angeles, con l’ordine diretto di arrestare chiunque si copra il volto o indossi mascherine; altri 60 arresti a San Francisco.

Nonostante la repressione, la rabbia popolare non si placa, tanto che diversi veicoli della polizia e dell’agenzia ICE (Immigration and Customs Enforcement) sono stati dati alle fiamme in tutta la California, uno degli Stati più progressisti e antitrumpiani, dove la comunità migrante è particolarmente forte.

La sindaca di Los Angeles, Karen Bass, ha affermato che non c’è bisogno di truppe federali per le strade della città e che l’intervento della Guardia nazionale ha creato un “caos intenzionale”. “Sembra che le truppe siano state schierate in modo provocatorio e non vedo come questo possa essere utile a Los Angeles in questo momento: non è il tipo di risorse di cui abbiamo bisogno in città”, ha attaccato la sindaca in un’intervista alla Cnn sottolineando che prima della decisione del presidente americano Donald Trump lei aveva assicurato alle autorità federali che la situazione “era sotto controllo”

Il governatore Gavin Newsom ha accusato la Casa Bianca di attuare pratiche da “dittatore”, una denuncia che ha suscitato la reazione del governo Trump, che ha minacciato addirittura di arrestare Newsom.

Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, l’intervento di Mario Maffi, ex docente di Cultura angloamericana all’Università Statale di Milano. Ascolta o scarica.




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