giovedì 30 agosto 2018 - Paolo Giardina

Tutte le "perle" di Luigi Di Maio

Luigi Di Maio, leader del primo partito italiano e Vice Presidente del Governo, nel corso della sua pur breve carriera politica si è distinto, anche, ma forse soprattutto per le sue sparate. Chiamiamole per quello che sono “perle”. In siciliano si direbbe “minchiate”.

Epica fu quella del luglio 2016: “Nella capitale ci vuole più tempo per scegliere gli assessori. Sono quasi 3 milioni gli abitanti, a Torino, che sono poco più di ottocentomila, basta qualche giorno.

Ma senz'altro ha dato il meglio di se da quando occupa il ruolo istituzionale.

Lasciamo stare il ritocco dell'IVA senza aumentarla, lasciamo stare la dichiarazione sull'ILVAla gara è illegittima ma è legittima”, lasciamo stare pure la questione del Codice Etico “Alfano si doveva dimettere in quanto tale”.

Lasciamole stare tutte, anche le altre. Facciamo finta di niente.

Ma l'ultimissima esternazione di Luigi Di Maio, appare assai emblematica.

Da un alto spiega i limiti dell'intera arlecchinata a 5 Stelle e dall'altro l'incapacità che, leader e popolo a 5 stelle, hanno di comprenderla.

Sin dagli arbori i Cinque Stelle ci hanno raccontato la favola dei “poteri forti”, fino a ieri l'altro Il sistema cercherà in tutti i modi di fermarci, perchè li stiamo toccando sul vivo: il portafogli.

Ieri il nostro Vice Presidente del Consiglio ha scoperto l'acqua calda “Se qualcuno non vuole attuare il contratto lo dica”.

No. qui non si vuole dire, non si può dire, che i poteri forti non esistono, non si vuole dire, perché non si può dire, che la politica ha contribuito in modo determinante con le sue scelte … e bla bla bla.

Si vuole dire un altra cosa.

Il “fare” è difficile, nella politica come nella vita, nel “fare” si insinuano tante variabili oggettive ed umane, non ultimo il malaffare, ma nella difficoltà del “fare” c’è anche l’insidia perfida di chi sa solo produrre azioni per impedire a chi vorrebbe “fare” di “fare”, ma c'è soprattutto la presenza dell'unico potere forte, il più forte, quello che determina tutte le scelte della politica.

Ha un nome e cognome, si chiama popolo sovrano.



1 réactions


  • Enzo Salvà (---.---.---.64) 30 agosto 2018 09:32

    Sì Sig. Giardina, popolo sovrano e quando ci metteremo in testa che il popolo siamo noi, individualmente, che le nostre azioni/convinzioni individuali determinano il nostro presente e futuro, che la nostra comunità bene o male che vada, pretende consapevolezza/discernimento quanto più possibile per assumerci noi le nostre responsabilità.......... quando succederà sarà sempre troppo tardi.

    Ho dimenticato una dichiarazione emblematica di Di Maio:

    "Adesso lo Stato siamo noi"

    Un Saluto
    Es.

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