sabato 30 dicembre 2017 - Aldo Funicelli

Travaglio, la "legislatura sciolta (nell’acido)" e il polverone mediatico. Una critica

La legislatura che sta per essere sciolta (si spera nell'acido) è stata una delle peggiori della storia repubblicana ..” [Mai più - Il fatto quotidiano del 28 dicembre]
Si potevano usare tante altre forme per esprimere un giudizio (legittimo, siamo in democrazia) su questa legislatura: il direttore del Fatto Quotidiano ha fatto una scelta pessima.
Poteva uscirne in un solo modo, chiedendo semplicemente scusa visto che non intendeva offendere né le vittime della mafia né persone come Lucia Annibali.
Non è solo questione di “tribunale dell'inquisizione del politicamente corretto”. È solo una questione di buon senso: la risposta data da Travaglio ha infatti dato il là al polverone (sui social, dove i tempi di reazione sono sempre più rapidi senza dare tempo di riflettere) in cui si dava al Fatto Quotidiano e al suo direttore l'accusa di partigianeria, anaffettismo, fascismo. E questo dopo le vignette sul corpo della boschi (che non si può rappresentare in vignetta) che hanno fatto piovere le accuse di sessismo, maschilismo.
Una vignetta che non mi ha fatto ridere, come nemmeno mi facevano troppo ridere le vignette dove si ritrae la Raggi con le orecchie a sventola.
 
 
La faccio breve: una volta che questo polverone si sarà placato ci sarà modo di riflettere su come, e non da oggi, si siano alzati i toni nel discorso politico. C'era un segretario rottamatore che aveva promesso di entrare nella direzione del PD col lanciafiamme.
 
C'era il leader del principale partito, stando ai sondaggi, che voleva vomitare i giornalisti, che parlava di mafia con un suo codice d'onore.
E poi c'era lui, il Berlusca: cito solo un episodio quando, ad una conferenza stampa con Putin mimò il gesto del mitragliare rivolto ad una giornalista che aveva fatto una domanda scomoda al presidente.
 
C'è la tendenza ad essere critici nei confronti dei gesti del nemico e inclini al perdono (è solo folklore) delle parole incaute dei tuoi alleati. Penso alle gentili espressioni di De Luca nei confronti della sindaca Raggi, il dito medio rivolto all'opposizione.
 
Ma vorrei aggiungere un'altra considerazione: terminata la bufera, forse ci ricorderemo di quanto sta succedendo sotto i nostri occhi, senza che ce ne accorgiamo troppo.
La missione militare in Niger contro i trafficanti di esseri umani: siamo sicuri che sia sufficiente presidiare i confini per risolvere il problema epocale delle migliaia di persone che scappano dalla guerra, dalla fame, dalle carestie?
Nella conferenza di ieri Gentiloni ha detto che l'Italia è tra i primi 4-5 paesi per export: forse si riferiva all'export delle armi, specie verso l'Arabia, che poi le usa nella sua guerra contro lo Yemen.
La commissione banche sta per concludere il suo mandato: in molti hanno commentato in modo superficiale che non sia servita a niente (se non adinpegolare di più Renzi e la sottosegretaria Boschi, con le loro arrampicate sugli specchi).
Non è vero: la commissione ha fatto capire una volta di più di come si debba mettere mano al sistema delle autorità di controllo.
Che devono essere in mano a persone competenti, esterne alla politica.
Servirebbe che Padoan firmasse il decreto sui requisiti di onorabilità dei banchieri, vista l'importanza del loro ruolo (per il risparmio, per le imprese).
 
La questione di Taranto e dell'Ilva: meglio Calenda che i suoi predecessori, certo. Ma ancora meglio quando le bonifiche verranno messe nero su bianco in un accordo che sia pubblico. Così che anche i tarantini possano star tranquilli.
 
La vicenda Dell'Utri: non potendo negare l'esistenza della mafia, ora i difensori (sui giornali, nella politica) attaccano uno dei suoi punti di forza, i potenti condannati per concorso esterno.
Se faccio il palo alla banda dell'ortica sono imputabile dell'articolo 110 del cp.
Se aiuto i mafiosi, non facendo parte di cosa nostra, sono solo un perseguitato.
Già oggi l'emergenza mafie è fuori dalle agende e dai programmi di tutti i papabili leader per le prossime elezioni.
Già si fa fatica a portare avanti discorsi sulle liste pulite: non lo si è fatto in Campania e non lo è voluto e potuto fare in Sicilia.
 
Manca solo la santificazione dei tanti professionisti nella zona grigia mafiosa e siamo a posto.
I numeri sul lavoro: possiamo anche far finta di niente e andare avanti così, ad usare i numeri dell'Istat come più ci piace. I numeri da soli non dicono nulla e dicono tutto. Abbiamo recuperato 1 milione di posti di lavoro: tutto vero, ma stiamo creando un mondo del lavoro, deregolamentato, povero, di cui in pochi ne parlano (Gad Lerner in Concetta, Marta Fana nel saggio “Non è lavoro..”) che alla lunga diventerà una bomba sociale.
Una generazione costretta a lavorare con salari bassi, ad intermittenza e che andrà pure in pensione tardi e con un misera pensione. Forse.
Le vergogne nazionali: due storie che parlano di nostri connazionali, della sicurezza che non è stata loro garantita. La morte del ricercatore Giulio Regeni e della fatica nel voler credere a tutte le rassicurazioni di ministri e parlamentari, sull'accertamento della verità.
Le promozioni dei poliziotti coinvolti nei fatti di Genova nel 2001: erano proprio opportune quelle promozioni?
Il governo dei diritti: questa è stata la legislatura dei diritti, dicono. Biotestamento, la legge sul “dopo di noi”, le unioni civili.
Non c'è stato tempo per lo ius soli, ci si riproverà.
C'è stato tempo invece per togliere e mettere i voucher, pur sapendo degli abusi che ne sono stati fatti.
E c'è stato anche tempo per mettere mano al tema delle intercettazioni, in nome della difesa della privacy.
Il diritto ad essere informati (e a pretendere una trasparenza dai nostri rappresentanti) non è evidentemente un diritto.
A proposito di informazione, a che punto è la grande inchiesta sulle fake news? È vero o no che l'anno scorso il voto referendario è stato falsato dall'azione degli hacker russi (che hanno influenzato chi votava no)?
 
PS: non mi è piaciuto l'incipit dell'articolo di giovedì 26 (quello dell'acido).
Ma mi è piaciuto ancora meno quanto scrive oggi: “Posto che bisogna fare di più sui diritti umani nei campi libici , il crollo degli sbarchi e morti è un successo di Minniti. Voto 8—”
 
Se basta il non veder più persone sbarcare (e comunque gli sbarchi sono ripresi e vedremo cosa succede in primavera) per essere soddisfatti della politica dei lager in Libia, siamo a posto.
Senza un controllo di quanto succede nei campi in Libia c'è ben poco da essere soddisfatti.
Senza che si affronti il problema dell'emigrazione di masse di persone, c'è poco da essere contenti
 


3 réactions


  • GeriSteve (---.---.---.114) 30 dicembre 2017 14:23

    Da sciogliere nell’acido.

    Non vorrei offendere, ma per me quest’articolo sarebbe bene scioglierlo nell’acido, perchè solleva tanti polveroni su tanti argomenti trattati troppo superficialmente o trattati per niente: esprimere insoddisfazione e mancanza di contentezza senza analizzare i fatti a cui ci si riferisce, senza valutarli motivatamente, senza indicare alternative, significa esprimersi del tutto inutilmente.

    A leggerlo, ho perso tempo. Se non lo si scriveva, era meglio.

    Siccome c’è sempre qualcuno che o non capisce o fa finta di non capire, devo precisare che io non desidero che venga sciolto nell’acido l’autore e che non vedo perchè mai dovrebbe offendersi una poveretta a cui un delinquente ha gettato dell’acido in faccia: il suo tristissimo caso non c’entra proprio niente con questa mia affermazione e, ovviamente, neanche con quella di Travaglio.

    GeriSteve


  • pv21 (---.---.---.65) 30 dicembre 2017 19:55

    MACIGNO >

    Quando il rapporto Debito/Pil viaggia sul 130% è a dir poco azzardato parlare di crescita riavviata e sottacere quell’immane “macigno” che da vari anni grava sul futuro del paese.

    Non occorre arrivare a ipotizzare delle furenti vampate da parte della speculazione finanziaria.

    SE il tasso di interesse dei nostri Btp pluriennali dovesse risalire ai valori di inizio 2014, prima del salutare intervento della Bce (v. QE), da solo si fagociterebbe più del 60% delle risorse aggiuntive di un PIL dato al +1,5%.

    IN TAL CASO resterebbe appena una decina di miliardi per alimentare la crescita.

    Sempre che non siano da fronteggiare subitanei “ammanchi” e/o imprevisti “accidenti”.

    Per non parlare di perdurante disoccupazione e di lavoro precario, di famiglie in povertà, di senza tetto, di carenze strutturali, di dissesto idrogeologico, ecc.


    Nella sostanza.

    Proprio da tale abnorme DEBITO dipendono quei “rischi involutivi” paventati da UE e Bce. Per “continuare” nel percorso di crescita non possiamo solo sperare nell’andamento sempre favorevole dell’economia globale.


    VERO terreno di confronto tra i futuri programmi elettorali saranno le misure, niente affatto piacevoli, messe in campo per erodere in modo sostanziale (ripeto sostanziale) siffatto “macigno” del nostro Debito.

    Per contro. Meglio diffidare di suadenti Riflessi e Riflessioni calibrate su …


  • GeriSteve (---.---.---.114) 31 dicembre 2017 20:59

    Ho letto un grazioso commento su che cosa fa indignare la signora Annibali e cosa invece no:

    https://www.blitzquotidiano.it/opin...


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