mercoledì 17 giugno 2009 - Rocco Di Rella

Tragedia Italiana (con qualche timido segnale di speranza)

Anche stavolta è bastato un anno, un solo anno, per far capire all’opinione pubblica che il signor Silvio Berlusconi è persona inidonea a governare l’Italia.

Il suo partito, il Popolo della Libertà, ha registrato un’erosione del consenso popolare, che è sceso dal 37,4% delle elezioni Politiche del 2008 al 35,3% delle Europee di una settimana fa.

Nessun sondaggio aveva previsto una diminuzione dei consensi per il PdL; lo stesso Berlusconi si aspettava di superare la soglia del 40% per vedere, una volta per tutte, consacrato in Italia il suo modello di governo plebiscitario imperniato sul controllo del sistema televisivo (da lui acquisito, nei decenni scorsi, a colpi di tangenti). Del resto, era difficile formulare una diversa previsione.

Lo stato comatoso del Partito Democratico, di certo, non induceva a pronosticare una ripresa del fronte delle opposizioni. Invece, è bastata un’aggressiva (e divertentissima!) campagna di stampa sui vizi e sugli abusi di Berlusconi per rovesciare tutti i cosiddetti pronostici della vigilia.

Si è ripetuto, pertanto, il copione andato in scena nel 1994 e nel 2001. Nel 1994, il primo governo Berlusconi si schiantò, dopo solo sette mesi, a causa dei forti contrasti che opponevano i leghisti al resto della coalizione di centro-destra. Anche dopo la vittoria del 2001, il livello di consenso del centro-destra precipitò rapidamente dopo l’approvazione delle prime leggi-vergogna e dopo le grandi manifestazioni di protesta organizzate da Cofferati e da Moretti nella primavera e nell’estate del 2002. Dato che non c’è due senza tre, anche la terza vittoria elettorale del centro-destra è stata rapidamente seguita da un vistoso calo di popolarità del suo capo indiscusso e del governo da lui presieduto.

Stupisce, innanzitutto, la velocità con cui il Caimano di Arcore dissipa la fiducia in lui riposta dagli elettori.

Colpisce anche la relativa esiguità delle forze che sono in grado di innescare le sue crisi di consenso, soprattutto se paragonate alla debordante supremazia mediatica di cui il centro-destra dispone. Nel 1994 fu mezza Lega Nord (l’altra metà traslocò in Forza Italia) a farlo cadere. Nel 2002 furono la CGIL e lo spontaneismo dei girotondini a scatenare la caduta di popolarità di Berlusconi.

Stavolta è bastata una brava e testarda cronista come Conchita Sannino a far partire la grandinata di proiettili di artiglieria giornalistica che sta sistematicamente facendo a pezzi la reputazione del Caimano, svelandone i vizi privati, la naturale propensione alla menzogna e la consustanziale tendenza a commettere abusi (come quelli, ad esempio, commessi nella gestione dei voli di stato e nel rapportarsi ai testimoni chiamati a deporre nei processi in cui è imputato).

Sconvolge, infine, la perenne incapacità del centro-sinistra di estromettere definitivamente il Caimano dalla scena politica, approfittando delle sue periodiche e precoci cadute di consenso popolare. Anzi, pare proprio che i centro-sinistrati, una volta al potere, si scannino volutamente tra di loro per indurre l’opinione pubblica ad invocare il rapido ritorno del Caimano.

Questi folli e repentini cambiamenti dello scenario politico esemplificano la Tragedia Italiana dell’ultimo quindicennio: oscillare continuamente tra una destra cialtrona ed una sinistra suicida.

La cialtroneria della Destra sembra inscindibile dalla vocazione populistica che le hanno conferito il suo Capo e la sua componente leghista. La Destra italiana sa evocare immagini di grande forza simbolica (il Ponte sullo Stretto, le centrali nucleari, la demonizzazione dell’immigrazione, il vilipendio della magistratura “politicizzata”, la cosiddetta Grande Riforma, etc.) che nascondono la sua incapacità di governare e la totale assenza di una cultura riformista. E’ prova di ciò la non gestione del disagio sociale prodotto dall’attuale crisi economica internazionale, le vuote parole del ministro Tremonti in materia e gli ancor più vuoti ed irritanti appelli all’ottimismo lanciati dal Presidente del Consiglio in carica.

E’ evidente che una Nazione di 60 milioni di abitanti non può essere governata da un ininterrotto maneggio di simboli e di promesse inattuate che, non solo non risolvono alcun problema, ma nascondono lo scientifico perseguimento d’interessi privatissimi ed inconfessabili. I rapidi cali di popolarità del Caimano ci certificano proprio l’assurdità di questa pretesa di dominare un intero popolo solo con racconti fiabeschi, confidando esclusivamente sul potere rintontente del mezzo televisivo.

D’altra parte, invece, la sinistra non difetta di cultura riformista, ma le è sinora venuta meno la coesione politica necessaria a realizzare le sue ambizioni riformatrici. E’ stato disperante assistere, per due volte, all’affondamento di Romano Prodi da parte della sua stessa maggioranza parlamentare.

Eppur qualcosa sembra muoversi per rendere il centrosinistra più coeso. E’ stata, a tal fine, utile l’introduzione dello sbarramento del 4% alle elezioni Europee.

E’ certamente bene augurante la marginalizzazione politica della più riottosa componente (quella comunista) della coalizione prodiana, determinata dal mancato superamento del suddetto sbarramento del 4%. Di buon auspicio sembra essere la volontà di meglio definire l’identità del Partito Democratico durante il congresso che si celebrerà tra qualche mese. Assai benefica per la coesione del centrosinistra può anche risultare la vittoria del al referendum elettorale in programma domenica 21 e lunedì 22 giugno.

Insomma, le forze che spingono nella direzione della coesione e della compattezza del centrosinistra sembrano non mancare; si spera che, quanto prima, riescano a superare le deleterie resistenze sinora incontrate... anche perché i prospettati quattro anni di agonia del Caimano di Arcore sono un incubo dalla durata intollerabile.



3 réactions


  • Giorgio Floris (---.---.---.242) 17 giugno 2009 15:29

    Per il referendum votate SI solo nella scheda verde (eliminazione delle candidature in diverse circoscrizioni).
    Rifiutate le altre schede o va a finire che si raggiunge il quorum


  • vincè (---.---.---.50) 18 giugno 2009 14:28

    e quindi? perchè non ci appassioniamo a questioni vere?


    • Rocco Di Rella (---.---.---.34) 18 giugno 2009 22:59

      Caro Vincè,
      questa è una questione vera, verissima!
      Nell’articolo che ho scritto ho tentato di mettere a fuoco gli indirizzi politici delle due coalizioni che si sono alternate al governo dell’Italia. Ho anche tentato, con i miei limitati mezzi intellettuali, di spiegare perché il centrodestra riesce a fare così tanti danni e perché il centrosinistra non riesce a fare il bene che si propone di fare.
      Se queste non ti sembrano questioni vere, è un problema tuo, non mio.
      Ti faccio solo notare che, se le esperienze di governo del centrosinistra non si fossero precocemente e traumaticamente interrotte, il bilancio dello Stato sarebbe stato risanato, il deficit pubblico sarebbe stato azzerato e si sarebbero avute più risorse per aiutare tutte quelle persone che oggi sono in condizioni difficili a causa della crisi economica internazionale.
      Come vedi, questa è una questione vera, verissima!
      Su questa questione il centrosinistra avrebbe sicuramente fatto più e meglio del nulla che sta facendo il centrodestra. In questo articolo mi sono interrogato sul perché il centrosinistra non è riuscito, non solo in questo campo, a fare il di più e il di meglio che è sicuramente in grado di fare.
      Spero di essere riuscito a farti capire che, forse indirettamente, mi sono appassionato a questioni vere, verissime!





Lasciare un commento