lunedì 29 gennaio 2018 - Riccardo Noury - Amnesty International

Terrorismo in Afghanistan | Per l’Europa è un “paese sicuro”

Dopo l’ennesimo attentato di oggi nella capitale Kabul, si contano ancora i morti e i feriti: rispettivamente 95 e 160 nel momento in cui scrivo. Dall’inizio dell’anno in tutto l’Afghanistan i morti sono stati centinaia. Secondo la Missione Onu in Afghanistan dal 2016, contando anche i feriti, le vittime civili sono state più di 20.000.

Ma per l’Europa, l’Afghanistan resta un “paese sicuro” dove rimpatriare i richiedenti asilo. Neanche 10 giorni fa il parlamento della Norvegia, il paese che conta il maggior numero di rimpatri eseguiti, ha bocciato la proposta di sospendere i rimpatri.

Per Taibeh Abbasi, la prospettiva di un rinvio in Afghanistan (non un rimpatrio, dato che lei è nata già all’estero, da genitori rifugiati in Iran) si fa concreta. Una ministra del governo di Oslo ha recentemente dichiarato che non manderebbe mai sua figlia a Kabul. Non si capisce perché dovrebbe esserci mandata Taibeh.

Amnesty International ha denunciato che tra le vittime degli attentati di questi ultimi due anni o costrette a nascondersi per paura di ritorsioni (a causa dell’appartenenza a minoranze etniche o religiose o dell’identità omosessuale) ci sono anche persone rimpatriate dall’Europa.




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