venerdì 9 novembre 2018 - Riccardo Noury - Amnesty International

Svezia, a un’attivista salvadoregna il premio in memoria di Per Anger

Il premio internazionale Per Anger, istituito dal governo svedese nel 2004 per ricordare il diplomatico che, dall’ambasciata di Svezia in Ungheria, durante la Seconda guerra mondiale salvò molti ebrei ungheresi dall’Olocausto e conferito annualmente dal Living History Forum di Stoccolma, ha avuto una vincitrice di grande sofferenza e coraggio.

Si tratta di Teodora del Carmen Vásquez, che ha trascorso in carcere un terzo della condanna a 30 anni di carcere inflittale dalla giustizia del suo paese, El Salvador, per aver avuto un aborto spontaneo.

Nel paese centroamericano l’aborto è vietato in ogni circostanza ed è equiparato al reato di omicidio aggravato. Il divieto non solo costringe migliaia di donne a ricorrere a servizi illegali e insicuri di interruzione di gravidanza, ma porta in carcere le donne che vengono denunciate quando, a causa delle complicanze durante la gravidanza, si recano negli ospedali pubblici o chiamano i soccorsi.

È proprio quello che è accaduto a Teodora. Nel luglio 2007 è stata aggredita da uno sconosciuto che l’ha colpita violentemente allo stomaco. Alcuni giorni dopo, mentre era al lavoro, si è sentita male. Ha chiamato l’ambulanza raccontando cos’era accaduto ma al posto dei soccorsi è arrivata la polizia che l’ha arrestata. Un anno dopo è stata condannata a 30 anni di carcere per “omicidio aggravato”.

Sono almeno 25 le donne salvadoregne attualmente in carcere per queste ragioni.

Il 15 febbraio di quest’anno, a seguito della mobilitazione nazionale e internazionale in suo favore, Teodora è stata rilasciata “per ragioni di giustizia ed equità”.

Ecco le parole di Teodora quando ha saputo del premio:

“Durante gli anni trascorsi in carcere per qualcosa che non avevo fatto, ho sofferto enormemente. Io sono l’esempio della sofferenza delle donne e delle ragazze di El Salvador. Dopo aver avuto un’esperienza del genere, mi sono impegnata ad agire in favore delle donne nelle mie stesse condizioni. Dobbiamo aiutarci le une con le altre affinché a nessun’altra capiti ciò che è accaduto a me. Voglio che le altre donne in carcere siano rilasciate. Per questo, il premio Per Anger non è principalmente per me: è per la lotta in favore dei diritti umani delle donne”. 




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