martedì 6 ottobre 2020 - patrizia gradito

Strappo all’Identità... con nonchalance

«Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell’oblio […]. Se l’Italia avesse cura della sua storia, della sua memoria, si accorgerebbe che i regimi non nascono dal nulla, sono il portato di veleni antichi, di metastasi invincibili, imparerebbe che questo Paese speciale nel vivere alla grande, ma con le pezze al culo, che i suoi vizi sono ciclici, si ripetono incarnati da uomini diversi con lo stesso cinismo, la medesima indifferenza per l’etica, con l’identica allergia alla coerenza, a una tensione morale». (Pier Paolo Pasolini - Scritti corsari 1975)

Articolo di Patrizia Gradito e Nicola Viceconti

Testo

L’ipotesi che sta circolando da un po' di giorni di sostituire i nominativi di Pier Paolo Pasolini e Pietro Nenni che da almeno vent’anni intitolano rispettivamente la Biblioteca e la sala Consiliare del Comune di Ciampino, appare come una ferita inferta alla memoria, alla cultura e alla storia di questa città. A noi, che soltanto un anno fa, ci siamo fatti promotori dell’affissione di una targa commemorativa dedicata al grande scrittore del ‘900, la notizia ha lasciato esterrefatti. Proprio a Ciampino - dove si è consolidata l’esperienza del Pasolini insegnante, dove si è formato il suo allievo Cerami e dove, per valorizzare tale patrimonio culturale è stato fondato uno dei più importanti archivi a lui dedicato – cancellandone il nome, si vuole sperperare l’eredità lasciata dallo scrittore friulano?

E di Pietro Nenni? Cosa dire di uno dei più tenaci padri della nostra Repubblica? Dell'uomo che ha segnato la politica italiana, lottando al fianco dei lavoratori e degli ultimi? Di colui che interpretava il socialismo come possibilità per portare avanti tutti quelli che sono nati indietro?

Come potremmo definire una proposta simile su entrambi i personaggi, se non spregiudicata e, in quanto non condivisa, irriverente dei principi comuni?

E se fosse vero? Potremmo percepirla solo come un’iniziativa iconoclasta, indifferente alla storia. A quali motivazioni si farebbe appello per la dismissione di figure emblematiche che hanno lasciato un contributo indiscusso all’intera collettività? È possibile che con il cambiamento ideologico di chi amministra, i valori inoppugnabili di una società, patrimonio comune e garanzie di coesione sociale diventino improvvisamente e spudoratamente obsoleti, precari, discutibili?

I monumenti, come i nomi delle strade e delle piazze, oltre a mettere in risalto i personaggi artistici e storici, consolidano valori, tracciando una mappatura di messaggi che rappresentano il collante sociale più duraturo. E invece, si assiste increduli a reiterati tentativi di smantellamento con nonchalance dei pilastri della nostra società, contestualmente allo sdoganamento di parole e azioni dettate da scelte ideologiche e dall’espressione del potere di chi comanda. La coscienza etica della società si annebbia, defraudata dei suoi eroi, dei suoi simboli e miti.

Stigmatizzare simili meccanismi non può che essere imperativo.

Il riconoscimento che ha accostato fino ad oggi Nenni-Pasolini a due luoghi istituzionali fondamentali del nostro territorio è fuori discussione per l’eredità che rappresentano.

Di fronte all’ipotesi di cancellare tali simboli, ci dovremmo domandare cosa ne penserebbero gli ex allievi ciampinesi di Pasolini; Enzo Lavagnini, Responsabile storico dell’Archivio PPP di Ciampino; gli esperti, come Roman Reyes, Presidente dell’Euro Mediterranean University Institute (EMUI), che ha partecipato all’evento dell’affissione della targa l’ottobre scorso; il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia e il Centro Studi Archivio PPP di Bologna, entrambi patrocinanti dell’evento insieme all’Archivio PPP di Ciampino. E soprattutto, che messaggio trarranno da un’azione simile i giovani che quotidianamente vivono le sale della Biblioteca di Ciampino?

Giovedì 8 ottobre, alle ore 17.30, nello spazio antistante la Biblioteca, è previsto un sit-in cittadino, organizzato da Diritti in Comune e aperto a tutte le forze politiche, per chiedere che nessun cambio di nome stravolga la memoria e l'identità di Ciampino e per difendere il Polo Culturale e istituzionale comprendente Teatro, Biblioteca, Galleria d'AC e Sala Consiliare, resti interamente pubblico, di tutti.




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