giovedì 18 giugno 2020 - Riccardo Noury - Amnesty International

Spagna, confermata la condanna per il “rapero” Pablo Hasél

Una giornata nera per la libertà d’espressione in Spagna: il Tribunale supremo ha infatti confermato la condanna a due anni di carcere inflitta nel 2018 al “rapero” catalano Pablo Hasél (all’anagrafe Pablo Rivadulla) per “apologia del terrorismo” e “offesa alla Corona e alle istituzioni statali”, a causa dei contenuti dei suoi brani e dei suoi tweet.

Hasél l è tra decine di persone che, nell’ultimo decennio, sono state perseguitate da norme sempre più repressive (oltre che di contenuto ampio e generico) del codice penale.

Sotto le critiche delle organizzazioni per i diritti umani, tra cui Amnesty International Spagna, è soprattutto l’articolo 578, ulteriormente inasprito nel 2015.

Il testo prevede che le persone che fanno “apologia del terrorismo” o hanno “umiliato le vittime del terrorismo o i loro parenti” siano passibili di sanzioni pecuniarie, divieto di assunzione e persino di reclusione.

Ne hanno fatto le spese, oltre ai cantanti, anche studenti, attivisti, giornalisti e persino burattinai.

 




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