martedì 11 ottobre 2011 - Maurizio Mottola

Sovranità monetaria per de-finanziarizzare l’economia

In un’intervista, effettuata in diretta dalla BBC, un trader (cioè un operatore di borsa) ha affermato che questa crisi è come un cancro che continuerà a crescere e che i governi non sono in grado di fronteggiarla, in quanto è il sistema bancario, con le sue principali banche (Goldman Sachs, Citigroup, JPMorgan, Morgan Stanley, Bank of America, HSBC Holdings plc, Royal Bank of Scotland-AbnAmro, Barclays, Deutsche Bank), che ha in mano oltre l'80% del mercato mondiale dei derivati e quindi “governa” di fatto lo scenario mondiale.                                        

Le stime dei prodotti derivati mondiali si aggirano intorno ai 400-500 mila miliardi di dollari, cifra astronomica pari a 7-8 volte l’intera produzione mondiale (PIL mondiale), quella che deriva dall’economia reale, cioè dal lavoro di miliardi di persone; per la loro entità e l’assenza di regolazione, Warren Buffet, uno dei maggiori finanzieri del mondo, ebbe a definire già nel 2003 i derivati “gli equivalenti finanziari delle armi di distruzione di massa”.            

Nei bilanci delle banche ci sono prodotti finanziari ad alto rischio (cds, cdo, cartolarizzazioni, etf sintetici, swap), che continuano ad essere iscritti fra i loro attivi ad un valore che non corrisponde affatto alla realtà e con i quali si gioca la più perversa partita continuativa di Monopoli mondiale, dopo quella del 2008. Ecco perché è nata la seconda bolla, quella degli attacchi ai debiti sovrani. Il declassamento del rating dei debiti pubblici (fra cui quello dell’Italia) fa parte del disegno organizzato da queste banche (con il fiancheggiamento delle agenzie di rating), per scaricare i costi della crisi mondiale sugli anelli più deboli della catena.  

I veri obiettivi di questi ripetuti attacchi speculativi non sono il fallimento di uno o più stati sovrani (che resta comunque un esito possibile), ma sono due obiettivi precisi: il primo è la speculazione sui titoli del debito pubblico, con il giochetto prima vendo e poi ricompro dopo qualche giorno con rendimenti più alti e quindi con interessi più alti e maggiori tasse future per i cittadini (di quel paese), grazie anche al meccanismo delle vendite allo scoperto (e pensare che il Bubble Act, emanato in Inghilterra nel giugno del 1720, venne reso più rigido nel 1735 con la proibizione di vendere azioni non liberate e restò in vigore fino al 1824 e cioè per oltre cento anni! Raro esempio di deciso e coraggioso intervento della politica sulla speculazione finanziaria in Borsa).         

Il secondo è l’accelerazione su manovre di contenimento del deficit pubblico e ricerca del pareggio di bilancio, che passino soprattutto dalla vendita del patrimonio pubblico immobiliare ancora di proprietà dello Stato e delle aziende pubbliche, soprattutto quelle che fanno utili.

 A collasso avvenuto il sistema bancario si troverà comunque ad essere padrone di importanti parti di Stati (in Italia per esempio di Enel, Eni, Sace, Finmeccanica, Poste, FS, Fintecna e perché no delle Dolomiti, del Vesuvio, del Colosseo, degli Scavi di Pompei e quant’altro!), i quali a quel punto saranno definibili come stati ex sovrani.     

Perciò, a questo punto della situazione, è in corso l'iniziativa "Sovranità monetaria allo Stato italiano!", promossa il 1 settembre 2011 dal foglio di collegamento [email protected], che si articola nell'invio (preferibilmente tramite e-mail) a parlamentari, politici, organi istituzionali ed altri del seguente testo: "Nell'anno del 150° anniversario dell'Unità d'Italia (1861-2011) richiedo che lo Stato italiano acquisisca la sovranità monetaria e che vi adoperiate in tal senso!" (con aggiunta di nome e cognome, località e data). Per gli indirizzi e-mail dei parlamentari consultare: www.camera.it e www.senato.it. Per chi opta per l’invio tramite servizio postale, ecco gli indirizzi: Camera dei Deputati piazza Montecitorio 00186 Roma; Senato Palazzo Madama corso Rinascimento 00186 Roma; Presidente della Repubblica Palazzo del Quirinale 00187 Roma.            

Se centinaia, migliaia di cittadini vorranno inviare tale richiesta si contribuirà a smuovere (in maniera civica e nonviolenta) la classe dirigente italiana al fine di realizzare la dovuta sovranità monetaria dello Stato italiano, eliminando così la principale causa della formazione del debito pubblico, determinata dall'emissione delle banconote da parte del sistema bancario (pur costituendo una potestà dello Stato).          

Chissà se il trader intervistato dalla BBC conosce quanto Thomas Jefferson aveva scritto a John Madison nel 1816: "Se mai il popolo americano permetterà alle banche private di gestire l'emissione della sua moneta, allora, alternando inflazione e deflazione, le banche e le società finanziarie spoglieranno il popolo di ogni proprietà, finché i suoi figli si sveglieranno senza un tetto nel continente che i loro padri conquistarono. Credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per la nostra libertà che eserciti in armi ... il potere di emissione dovrebbe essere tolto alle banche e restituito allo Stato a cui esso propriamente appartiene.

Sono trascorsi circa due secoli da questa analisi di Thomas Jefferson e gli Stati non hanno affatto la propria sovranità monetaria ed anzi rischiano di essere “privatizzati” da un neofeudalesimo tecnocratico, dominato dal sistema finanziario (il quale distrugge di fatto l’economia reale con attacchi speculativi ed altro)

Per de-finanziarizzare l’economia puntiamo subito con determinazione alla sovanità monetaria, preliminare per esercitare la possibile prerogativa della ricusazione (insolvenza) del debito pubblico.



3 réactions


  • Damiano Mazzotti Damiano Mazzotti (---.---.---.25) 11 ottobre 2011 10:39

     e le banche ordinarie stanno a guardare? Senza gente che lavora e senza industrie sane le banche medie e piccole e oneste si scioglieranno come neve al sole... poi w la fame...

    Dopodichè inizierà la Terza Guerra Mondiale e Fratricida... con polizia politica e guerre civili e religiose...


  • (---.---.---.171) 11 ottobre 2011 12:56

    Ho inviato con entusiasmo il testo "Nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia (1861-2011) richiedo che lo Stato italiano acquisisca la sovranità monetaria e che vi adoperiate in tal senso!" (con aggiunta di nome e cognome, località e data). E’ stato un antidoto al senso di impotenza ed inermità, che questa crisi (più finanziaria che economica) mi sta suscitando. Inoltre antagonizza anche la tentazione di prendere le distanze dalla politica, che si rivela inadeguata a gestire la situazione. Meglio dunque partecipare (è alla portata di chiunque inviare delle e-mail o spedire delle lettere) che arrendersi all’ignavia!

    Marianna Vitiello

  • Claudia Del Vento Claudia Del Vento (---.---.---.171) 11 ottobre 2011 13:43

    E che dire dei computer che consentono agli speculatori di inviare ogni nanosecondo (un miliardesimo di secondo!) un input nel mercato telematico della Borsa, come ha affermato Giuseppe Vegas, presidente della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB), nella trasmissione IN ONDA di domenica 9 ottobre? Come difendersi da questi attacchi della finanza speculativa nei confronti degli inermi risparmiatori qualsiasi e nei confronti dell’economia reale? Ritornando alle vecchie “grida” borsistiche? No Regulation, No Freedom!

    Claudia Del Vento


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