martedì 16 gennaio 2018 - Doriana Goracci

Sono mia e vecchia, col tempo sai...

Sono vecchia e me lo dice lo specchio, che sono mia, anche se non mi piaccio.

Non vorrei tornare giovane, giammai, solo il pensiero di ripercorrere la paura di non piacere, di essere abbandonata e dovere abbondonare, mi fa ancora dolore e le ferite, quelle sì, sembrano non essere vecchie.

Quando avevo venti anni ma anche oltre i 50, truccavo gli occhi con una matita nera, sempre, come lavarmi i denti, forse a sottolineare lo sguardo che seppure miope e dietro le lenti, vedeva bene da vicino ogni dettaglio. Oggi non lo faccio quasi più, col tempo sai.

Appena passo quel tratto di matita si disfa nella piccola ruga di lato e quella diluizione di colore mi disgusta, meglio tenermi le rughe, senza trucco. E lavarmi i denti, che per fortuna non ho la dentiera.

E poi il grasso.

E' come l'esposizione delle mie ansie e scontentezze, delle cose che non riesco a fare e quelle che faccio malgrado l'impegno promesso a me stessa, quel grasso in più a ballare, che nessuna veste larga colorata o nera, evita alla vista, anche sommaria, dell'altro.

Mi riusciva facile fino a pochi anni fa, scendere a un peso accettabile, godendo di un'apparenza che osava camminare.

Cosa esporre ora che sono vecchia?

Non c'è niente di bello nella lotta quotidiana che disfa.

E' iniziata da tempo la stagione dei sogni, in cui con una sottoveste mi aggiro in una vecchia casa, spoglia come me, poi procuro cibo a certi gatti intorno, poi mi ritrovo a partire, e arrivo su una nave dove scendono a migliaia con i bagagli e a me manca tutto, qualunque borsa qualunque mezzo per comunicare, anche la voce, sono dentro a un autobus al capolinea ma nessuno sa dirmi dove va e dove devo andare io, nel sotterraneo di un ospedale e vago, senza angoscia ma con tanta stanchezza.

A volte perdermi in un viaggio e scriverne ancora, è un riconoscimento che mi regalo, come i capelli bianchi che sono nuvole acciuffate per sempre.

Sono mia, e vecchia.E' quasi inverno.

Doriana Goracci



3 réactions


  • Fulvia (---.---.---.113) 16 gennaio 2018 20:06

    Come mi riconosco in questo tuo scritto.... Mi sono emozionata e qualche lacrima tenta di rigarmi il viso.


    • Doriana Goracci Doriana Goracci (---.---.---.217) 17 gennaio 2018 01:05

      non tutte le lacrime vengono per nuocere, io me ne sono fatta una ragione cara Fulvia e piango spesso ma di tenerezza, di gioia. Una volta da ragazza quasi mai, anche volendo...GRAZIE


  • gilda piroddi (---.---.---.88) 17 gennaio 2021 19:03

    Da ragazza non sempre ho vissuto spensieratamente. Troppi problemi, troppi dolori, troppa inadeguatezza, vera o solamente avvertita poco importa. L’esagerata necessità di essere accettata, amata e compresa (sopratutto dal genere maschile) a volte mi ha portato a fare anche scelte sbagliate. Speravo che le mie fragilità interiori venissero comprese senza esprimerle . Poi sono faticosamrente diventata più consapevole, un pò meno fragile ma sempre più critica con me stessa più che con gli altri. Ora tanto tempo è passato e nonostante mi sia sempre difficile comunicare sono diventata più comprensiva con me stessa; accetto i miei sbalzi d’umore, le mie malinconie, mi commuovo con facilità e le ingiustizie mi fanno ancora tantissimo arrabbiare; però purtroppo sempre più vincono le disillusioni. Mi capita di pensare a quanto sarebbe bello tornare indietro, magari con la consapevolezza di adesso.. Penso che le malinconie di oggi siano causate da questo brutto periodo che stiamo vivendo: l’inverno e le limitazioni causate dal maledetto virus. Ancora però mi risolleva l’idea di un domani con il sole dell’estate, con il mio meraviglioso mare e con il virus debellato. Allora non penserò più ai miei capelli bianchi ed al mio tempo che si sta consumando.


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