lunedì 26 febbraio 2018 - Riccardo Noury - Amnesty International

Siria, risoluzione sul cessate il fuoco approvata. Ora va attuata con la massima urgenza

Lo scorso 24 febbraio il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha finalmente approvato la risoluzione 2401 sulla Siria, più volte rinviata negli ultimi giorni, che chiede un parziale coprifuoco e l’ingresso degli aiuti umanitari nella Ghuta orientale.

Assistere e proteggere una popolazione stremata dalla fame e costantemente e intenzionalmente bombardata sono obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario: è amaro constatare che occorra lavorare per giorni, limando e misurando le parole, per ribadirli.

Ma tant’è. Ora che la risoluzione è stata finalmente approvata, il Consiglio di sicurezza dovrà verificare che gli attacchi contro i civili saranno effettivamente cessati (anche quelli dei gruppi armati che operano nella Ghuta orientale contro Damasco) e che l’assistenza umanitaria potrà davvero giungere, senza impedimenti, a chi ne ha bisogno.

Dopo sei anni in cui gli stati membri del Consiglio di sicurezza sono venuti meno alle loro responsabilità e, sulla Siria, si sono consegnati a un ruolo irrilevante, la risoluzione di ieri rappresenta un passo avanti nella giusta direzione.

A preoccupare è però la lunga lista di “obiettivi legittimi”, non coperti cioè dal cessate il fuoco: le parti in conflitto potrebbero approfittarne per giustificare attacchi indiscriminati contro civili e infrastrutture civili.

I 30 giorni di cessate il fuoco dovranno essere utilizzati nel modo più efficace possibile per portare aiuti umanitari alla popolazione affamata, evacuare i feriti, creare corridoi sicuri per i civili che vogliono o che devono lasciare la Ghuta orientale.

Resta, nel lungo periodo, la necessità che la situazione in Siria sia oggetto di attenzione del Tribunale penale internazionale: è essenziale che tutti i responsabilità delle atrocità di massa commesse nel paese – governo e loro alleati, gruppi armati e loro alleati – siano portati di fronte alla giustizia.




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