Si vota, anzi no. Il Governo va avanti ma forse... cade

Io proprio non capisco. O forse sono troppo ingenua per capire.
Sta di fatto che questo modo di fare informazione dando conto di ogni sbadiglio e starnuto di chicchessia, purché personaggio in questione, un giorno riporta una frase -rivelazione, il giorno dopo la smentisce.
Prendiamo ad esempio il discorso di ieri 29 settembre alla Camera dei Deputati, con il quale il Premier illustrando i punti cardine del suo Governo, chiedeva la fiducia. La votazione dei “sì” ha superato di gran lunga i “no” con il risultato, evidente a tutti, che la fiducia c’è e Berlusconi può continuare a governare. Sia pure con la “terza gamba” (Movimento di Fini) e la “quarta gamba” (Movimento per le Autonomie di Lombardo).
Fin qui tutto chiaro? Proprio no. Ecco perché.
Il Tg7 di Mentana delle 20 apre con un discorso a sorpresa: il Governo cade, si vota a marzo. Sì, perché il retroscena, o fuori-onda, o una frase captata o letta dalle labbra del Ministro Maroni che conversa piacevolmente con Nicki Vendola, lasciano intravvedere queste parole: a marzo si vota.
Ma che bravi questi giornalisti che da una semplice chiacchierata informale, anche un po’ ridanciana, colgono e dichiarano la fine di un governo!
E già fanno previsioni, numeri, pronostici sulle quanto mai prossime elezioni.
Peccato però, davvero peccato, che l’indomani (cioè oggi 30 settembre) il segretario della Lega, Bossi, e pure alcuni ministri della maggioranza smentiscano: si voterà a fine legislatura.
Troppa fretta dei giornalisti a piazzare lo scoop (si vota a marzo) o colossale bugia di chi alle elezioni neppure vuole pensare?
Conclusione mi chiedo: che cosa ci capisce il cittadino di tutto questo dire e contraddire? Nulla o quasi nulla.
Un tempo si diceva che la fretta fa nascere i gattini ciechi Oggi sono i lettori e telespettatori a rischiare la cecità. O forse c’è chi li vuole ciechi per poterli meglio abbindolare.