mercoledì 7 novembre 2018 - Aldo Giannuli

Se usciamo dall’Euro: tra realtà e terrorismo informativo

Settimanali e quotidiani hanno iniziato una campagna terroristica per descrivere come e qualmente questo paese sprofonderebbe nel più nero degli abissi se dovesse uscire dall’Euro, unico scudo della nostra malandata economia. Si tratta di una delle operazioni più in malafede che si siano mai viste che si basa su serie di fake news. Ragioniamo cominciando dal principio. 

In primo luogo un fatto incontrovertibile: l’Euro è un esperimento fallito, sic et sempliciter.

Quando si decise di realizzare la moneta unica, si indicarono questi obbiettivi:

1. dare un forte impulso alla convergenza delle economie nazionali dell’Unione avvicinandole fra loro
2. fare della moneta la premessa di una rapida unione politica del Continente
3. disporre di una moneta fortissima che rappresentasse una alternativa al dollaro negli scambi internazionali
4. consentire ai paesi più indebitati di risparmiare sugli interessi, potendo giovarsi di una moneta forte e stabile

Ebbene: nessuno dei primi tre obiettivi è stato minimamente raggiunto, anzi, le economie nazionali sono sempre più divergenti e nell’unione politica non crede più nessuno salvo le giaculatorie di rito che promettono il contrario.

Quanto alla rivalità con il dollaro, ci sarebbe voluta una classe politica di ben altro coraggio e, di fatto, l’Euro è diventato, piuttosto un puntello dell’egemonia della moneta americana.

Unica cosa parzialmente vera e solo per i primi dieci anni, è stato l’abbassamento dei tassi sul debito: purtroppo i paesi debitori (Italia e Grecia in testa) non hanno approfittato della cosa per far scendere il proprio debito, ma come un incitamento ad aumentare spese ed indebitamento con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

In compenso i costi sono stati assai maggiori dei rari benefici (come il risparmio sul cambio monetario intraeuropeo): una decadenza della capacità decisionale dei governi nazionali con il trasferimento della sovranità monetaria da una tecnostruttura totalmente sganciata dalle procedure democratiche, la crescente invadenza della tecnocrazia europea sensibile alle sollecitazioni della rete lobbistica, l’impoverimento delle economie più deboli (Italia, Grecia, Spagna e Portogallo) private della manovra sul cambio, conseguente organizzazione disegualitaria e gerarchica dell’Unione a dominante tedesca e via di questo passo.

Dunque esperimento fallito da superare, anche se il fondamentalismo finanziario delle classi dirigenti mondiali impedisce di prendere atto del fallimento.

E questo spiega in buona parte l’insorgenza populista che sta travolgendo l’Europa. Dunque pensare al superamento dell’Euro è cosa di buon senso.

Detto questo, c’è modo e modo di farlo e ci sono due problemi. In primo luogo chiediamoci: superare l’Euro per fare cosa? Non è detto che l’unica alternativa sia il ritorno allo statu quo ante delle singole monete nazionali non coordinate fra loro: potrebbe esserci il ritorno alle singole monete ma nel quadro di un nuovo Sme debitamente ripensato, oppure la suddivisione dell’Euro in due o tre monete –come proponeva una decina di anni fa Zingales– per gruppi più omogenei di paesi (gruppo nordico, gruppo mediterraneo e magari gruppo dell’est), oppure ancora forme di doppia circolazione monetaria magari mantenendo l’Euro come unità di conto di monete locali in rapporto riaggiustato annualmente. Insomma le soluzioni possono essere diverse, tutte da discutere valutando i possibili vantaggi e svantaggi.

In secondo luogo si pone il problema di come giungere al nuovo ordinamento. Sono da escludere colpi di mano unilaterali che sarebbero molto pericolosi: questo è il modo migliore di farsi male. Da un ordine monetario non si esce come da una festa da ballo, salutando tutti ed uscendo ciascuno per proprio conto.

Il sagace ideatore della moneta fece molto male a non ipotizzare nel trattato istitutivo un possibile recesso nel caso il loro esperimento non avesse funzionato, ma adesso sarebbe molto meglio iniziare a discuterne prima che il tetto ci caschi in testa.

Aspettare ancora potrebbe essere altrettanto pericoloso che decidere in modo unilaterale, perché se si arrivasse al punto di non ritorno potrebbe scatenare un “si salvi chi può” che sarebbe la soluzione peggiore di tutte.



2 réactions


  • Antonello Laiso (---.---.---.164) 24 novembre 2018 17:02

    Buona sera ,

    Ricordo che uno degli Antieuropeisti piu convinti ed oggi Ministro della nostra Repubblica, messo a capo ad un ministero diverso da quello che inizialmente doveva assumere, ovvero il prof Savona ,va verso le dimissioni, egli ha dichiarato

    " va cambiato il governo non solo la manovra".

    Perche’ parlare allora di terrorismo finanziario?

    Era stato previsto questo, quello che sta accadendo ,ad oggi abbiamo perso 418 mld di euro in titoli di Stato,quando si e’ insediato il Governo lo spread era a 130 ed oggi?il governo del cambiamento in meglio od in peggio?

    A meno che anche lei non pensi che:

     "lospread ce lo mangiamo a colazione" .....ndr

    oppure che ......

    "le letterine di babbo Natale non ci impensieriscono,la manovra non cambia"...ndr

    era terrorismo prevedere questo e spero non altro?oppure erano attente analisi finanziarie che non abbisognavano di nemmeno di quegli esperti analisti da cui sono scaturite?

    Era terrorismo far capire che non potevamo scostarci piu di tanto....?

     che non potevamo fare i passi molto piu lunghi delle nostre gambe come abbiamo fatto  per quel nostro altissimo debito pubblico?

    L’inghilterra continua a fare salti mortali cosciente dalla sua prossima uscita dall’ euro e pur di non uscire e’ disposta a tutto ,saranno  folli allora?

    e la Grecia ? abbiamo dimenticato gia tutto ?

    et docuit experientia,non aliquid.......?

    il vissuto non ha insegnato niente?

    abbiamo dimenticato quelle lunghissime file ai bancomat che erogavano non piu di 50 euro al giorno?

    ed i sacrifici che hanno fatto e continuano a fare in Grecia pur di rimanere in quella moneta unica?

    Questi sono fatti di vita reale non terrorismo,io cito fatti non parole o pensieri.

    Voglio sperare che quando una verita’ diventi un fatto non perda tutto il suo valore intellettuale.

     

    allego link:

    fonte https://quifinanza.it/soldi/savona-verso-le-dimissioni-va-cambiato-il-governo-non-solo-la-manovra/240740/


  • Antonello Laiso (---.---.---.164) 24 novembre 2018 17:14

    Buona sera ,

    Ricordo che uno degli antieuropeisti piu convinti ed oggi Ministro della nostra Repubblica messo a capo ad un ministero diverso da quello che inizialmente doveva assumere, ovvero il prof Savona ,va verso le dimissioni, ha dichiarato

    " va  cambiato il governo non solo la manovra".

    Perche’ parlare allora di terrorismo finanziario?Era stato previsto questo quello che sta accadendo ,ad oggi abbiamo perso 418 mld di euro in titoli di Stato,quando si e’ insediato il Governo lo spread era a 130 ed oggi?

    A meno che anche lei non pensi che :

    " Lo spread ce lo mangiamo a colazione" .....ndr

    oppure che ......

    "le letterine di babbo Natale non ci impensieriscono,la manovra non cambia"...ndr

    era terrorismo prevedere questo e spero non altro?oppure erano attente analisi finanziarie che non abbisognavano di nemmeno di quegli esperti analisti da cui sono scaturite?

    Era terrorismo far capire che non potevamo scostarci piu di tanto....non potevamo fare i passi molto piu lunghi delle nostre gambe come abbiamo fatto  per quel nostro altissimo debito pubblico?

    L’inghilterra continua a fare salti mortali cosciente dalla prossima uscita dall’ euro e pur di non uscire,saranno tutti folli allora?

    e la Grecia ? abbiamo dimenticato gia’ tutto ?

    et docuit experientia,non aliquid? il vissuto non ha insegnato niente?

    abbiamo dimenticato le lunghissime file ai bancomat che erogavano non piu di 50 euro al giorno?

    ed i sacrifici che hanno fatto e continuano a fare pur di rimanere in quella moneta unica?

    Questi sono fatti di vita reale non terrorismo,

    Voglio sperare quando una verita’ diventa un fatto, che non perda tutto il suo valore intellettuale.

     

    allego link:

    fonte https://quifinanza.it/soldi/savona-verso-le-dimissioni-va-cambiato-il-governo-non-solo-la-manovra/240740/


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