lunedì 12 settembre 2011 - Professional Consumer

Se non si investe per produrre, si investa per smaltire il prodotto

Agricoltori, industriali, artigiani, commercianti, con la sovraccapacità produttiva che si ritrovano e la renitenza a retribuire adeguatamente il lavoro, di  chi lavora per loro, non fanno al meglio il loro fare.

Proprio chi produce e commercia merci standardizzate, quelle soggette a rapida obsolescenza tecnologica, a rapido degrado fisico/chimico, a ridotto ciclo vitale, ad accelerata sostituzione, stanno lì gonfi di offerta inacquistata che perde valore e brucia ricchezza. Sta qui la crisi.

Già, finché i Consumatori, con il debito, hanno messo una pezza ai redditi insufficienti pur di acquistare tutto si è vista la crescita. Ora non più.

Il meccanismo dello scambio domanda/offerta risulta impallato: si vende e si acquista in maniera insufficiente a sostenere quella crescita.

E qui viene il bello: quelli della sovraccapacità hanno, insomma, bisogno di vendere; quelli che hanno acquistato tutto hanno da vendere la capacità di acquisto per racimolare denaro e poter magari tornare ad acquistare ancora tutto.

Già, proprio in questo trambusto si intravvede la soluzione: per Lor Signori acquistare la domanda. Beh, sì, investire i profitti messi in cascina per dotare i Consumatori di idonea capacità di spesa nei confronti delle loro merci; così venderle e rifare profitto.

Eggià, se alcuno si azzarda ad investire per produrre, si investa almeno per smaltire il già prodotto per poi riprodurre.

Giustappunto  una diversa allocazione delle risorse di reddito, tra i soggetti economici impiegati nel ciclo produttivo, si mostra indifferibile per restituire equilibrio al mercato ed uscire dalla crisi.

Eggià, crescita senza dover fare altro debito; vieppiù crescita che riduce il debito: una cuccagna!



1 réactions


  • pv21 (---.---.---.119) 12 settembre 2011 19:29

    I Decurioni >

    Risale a febbraio l’ultima “sferzata” di Berlusconi al cavallo dell’economia.
    Ora Tremonti sente il bisogno di fare il “tagliando” alla macchina della crescita ed alle “40 azioni” messe in campo per lo sviluppo.
    Ammette che non è facile tenere a memoria tutte le “40 azioni”. Domanda.
    E’ difficile anche ricordare quanti miliardi ha già “erogato” per dare “sostanza” solo alle prime 4, le più corpose?

    Con la manovra “miracolosa” licenziata dal Senato il Premier “ha salvato l’Italia”.
    Una manovra che “non va rafforzata” e così il Cavaliere potrà tagliare (alla Camera) il traguardo della sua 50ma “fiducia”.
    Prima però Berlusconi “deve” correre a Bruxelles e Strasburgo.
    Deve forse ancora “convincere” la UE e la Bce che saranno abolite le Province?

    La storia insegna che la Febbre del Tribuno non conosce remore o limiti fino a …


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