Scrivo canzoni di protesta, quindi sono un cantante folk... con la chitarra elettrica

Sono davvero poche le voci che lasciano a bocca aperta, più facilmente le persone preferiscono far parlare gli strumenti al cuore, perchè è dannatamente difficile essere contemporaneamente duri, gretti, dolci, forti, semplici e artificiosi con le sole parole.
Quando ascolto la voce di Joe Strummer sento sempre un qualcosa dentro, che non riuscirei a spiegare. E’ un miscuglio forte di emozioni ed ideali, una sacrosanta guerra di protesta interiore, una fortissima spinta alla più semplice umiltà e al fuoco del diritto. Kurt Cobain disse che non era diventato punk perchè aveva ascoltato i Clash e gli avevano fatto schifo. Bene, che il signor Cobain non capisse un emerito non devo stare a spiegarvelo. E se non vi va bene, premete pure quella X in cima alla pagina, lasciateci soli davanti a questo focolare, noi che vogliamo, ascoltare e riascoltare la voce di Joe Strummer.
We miss you, Joe.
Il fatto che un infarto possa piegare un uomo la cui forza di resistenza, la cui energia, la cui vitalità erano proverbiali, mi lascia senza respiro. Il fatto che un infarto non impedisca alle sue parole di toccarmi nel vivo, farmi scendere dentro di me, nel più buio degli anfratti, dove solo io so di trovarmi, mi disarma completamente. Viene sempre da chiedersi perchè certi uomini debbano per forza soccombere al peso di anni fin troppo giovani, viene da chiedersi se il mondo sarebbe diverso con loro al nostro fianco. Viene da chiedersi se sia proprio la loro dipartita e distribuirceli come leggende, a fare delle loro parole simulacri, delle loro note colonne sonore della nostra esistenza. In realtà Joe Strummer è morto cantando "Redemption Song". O meglio, non è morto cantandola, ma fa parte dell’ultimo album che ha inciso, uscito postumo. In realtà le sue parole, la sua continua ricerca delle persone, di nobilitare le persone, la sua voglia di credere nelle persone, è terribilmente contagiosa. Una persona che, nonostante la guerra, la cattiveria, le bombe atomiche, le torture, il razzismo, la superbia, il fanatismo, e tutto il marcio che potete scovare senza troppa fatica, riesca a credere nell’uomo deve essere per forza un folle. Una persona che, nonostante la guerra, la cattiveria, le bombe atomiche, le torture, il razzismo, la superbia, il fanatismo, e tutto il marcio che potete scovare senza troppa fatica, riesca a credere nell’uomo, a guardare bene potrebbe essere un romantico, un umanista, forse l’ultimo, una specie di profeta.
O forse, solamente un cantante folk. Un cantante folk con la chitarra elettrica.