martedì 4 settembre 2012 - Riccardo Noury - Amnesty International

Sciopero della fame nelle carceri israeliane: due palestinesi in pericolo di vita

Sono in grave pericolo di vita due palestinesi detenuti in Israele senza processo.

Hassan Safdi e Samer al-Barq, in sciopero della fame da diversi mesi, sono stati trasferiti d’urgenza dal centro medico della prigione di Ramle, vicino a Tel-Aviv, a quello di Assaf Harofeh. I due uomini avevano iniziato a rifiutare il cibo rispettivamente il 22 maggio e il 21 giugno per denunciare la detenzione amministrativa, in base alla quale le autorità militari israeliane possono imprigionare palestinesi dei Territori occupati senza processo e a tempo indeterminato, qualora siano sospettati di costituire una “minaccia alla sicurezza”, giudizio basato su prove segrete che non vengono rese note né ai detenuti né ai loro avvocati.

I palestinesi sottoposti a detenzione amministrativa possono restare in carcere per sei mesi, trascorsi i quali il periodo può essere rinnovato a tempo indeterminato. Non vengono formalmente incriminati, poiché non vi è l’intenzione di sottoporli a processo (nella foto l’arresto di un palestinese che protesta contro gli insediamenti nella Cisgiordania occupata). Secondo Amnesty International, al- Barq “non sta ricevendo le cure adeguate dal personale ospedaliero”.

Il 13 agosto alcune guardie carcerarie avrebbero picchiato Safdi e al-Barq per essersi rifiutati di cambiare cella e unirsi a dei detenuti che non stavano attuando lo sciopero della fame. “Ora – spiega Amnesty International- la loro salute si sta deteriorando e la loro vita è in pericolo”. Secondo il portavoce dell’amministrazione penitenziaria israeliana Sivan Weizman, ”i prigionieri sono trattati conformemente al loro stato di salute e seguendo le informazioni dei medici”.

Il loro caso è seguito anche dalle organizzazioni israeliane per i diritti umani, tra cui Physicians for human rights. Circa 2000 detenuti palestinesi, lo scorso aprile, avevano partecipato a uno sciopero della fame collettivo per protestare contro la detenzione amministrativa. La protesta si era conclusa il 14 maggio con un accordo con l’amministrazione penitenziaria israeliana, che prevedeva tra l’altro la fine del rinnovo del periodo di detenzione amministrativa per tutti i palestinesi nei confronti dei quali non fossero emerse nuove prove, la fine dell’isolamento per 19 prigionieri e il ripristino delle visite dei familiari ai detenuti originari di Gaza.

Diversi detenuti, tra cui il presidente del parlamento palestinese, Aziz Duwaik, sono stati rilasciati ma almeno 30 periodi di detenzione amministrativa sono stati prolungati. Come quelli di Safdi e al-Barq.




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