lunedì 27 aprile 2020 - Emilia Urso Anfuso

Sars Cov2: alcune cose che dovete sapere

Questo è un editoriale particolare, vi avverto. Elencherò una serie di cose, e vi farò riflettere su quanto sta accadendo da quando, lo scorso 31 Gennaio, anche in Italia è stato decretato lo “stato di emergenza sanitaria”.

 

Oltre questo, rammenterò a tutti una serie di accadimenti che non devono essere messi nel dimenticatoio, in quanto possono servire per ragionare, tutti insieme, sulla situazione generale.

Innanzi tutto, parto con una cosa importante: il numero dei decessi. Da gennaio a oggi non si parla d’altro che di Coronavirus o, meglio, di Sars Cov-2. Ne approfitto per chiarire una cosa: “Coronavirus” è il termine generico di una vastissima famiglia i virus influenzali. Il suo utilizzo diffuso, quindi, è errato. Il nome “Corona” deriva dalla forma osservata al microscopio: i peduncoli che contornano i virus in questione, lo fanno apparire come adornato di una corona.

Con il termine “Covid-19” si intende il tipo di patologia che sta colpendo, a livello mondiale, chi viene contagiato dal virus, il cui nome specifico è in realtà stato codificato con la denominazione Sars Cov 2.

Chiarito questo, è bene che si sappia una cosa molto importante: è vero che il Sars Cov 2 appare essere particolarmente contagioso? Si. Ma questo avviene anche con altri virus, come quelli delle influenze che si ripresentano, puntualmente, all’inizio della stagione fredda.

Ora devo fornire qualche dato, per far iniziare a comprendere cosa stia accadendo nella realtà dei fatti. L’Iss – Istituto Superiore della Sanità - tiene il conto metodico delle persone colpite da influenza, ma anche del numero dei decessi, e il conteggio parte sempre dalla 42ma settimana dell’anno, che corrisponde alla metà di ottobre, l’avvento della stagione fredda in Italia. Attenzione però: il dato sui decessi lo chiarirò tra poco.

Ora prendiamo il dato relativo alla settimana dal 3 al 9 febbraio 2020: le persone decedute in Italia sono state pari a una media giornaliera di 217, con un decremento rispetto al dato atteso, che era statisticamente di 238 rapportato alla stessa settimana. Attenzione però, il dato non è relativo ai morti per influenza, che comunque ci sono e non sono pochi ogni anno. In realtà è un dato globale, fornito dal Sismeg, che è il Sistema di Sorveglianza della Mortalità Giornaliera, e conta tutti i decessi giornalieri degli over 65 e sulla base delle analisi effettuate in 19 città campione. A sua volta la media è stabilita sulla base delle statistiche dei cinque anni precedenti.

Dovreste ora chiedervi tutti: “Per quale motivo viene tenuta in piedi questa forma di statistica così bizzarra?" Il motivo è abbastanza semplice: con l’avvento dell’influenza stagionale il numero di decessi, in special modo tra gli over 65, e per cause non direttamente riconducibili al virus influenzale ma, in generale, per le complicanze che esso può determinare, in special modo in presenza di altre patologie, permette di stabilire il cosiddetto “eccesso di mortalità” che è un elemento necessario a stabilire se un determinato virus influenzale è più o meno aggressivo e letale.

Come riporta lo stesso Istituto Superiore di Sanità: “Il sistema di sorveglianza prende in considerazione il numero di decessi per tutte le cause perché i dati dei decessi per influenza non sono disponibili in tempo reale. Infatti l’Istat ogni anno codifica tutti i certificati di morte, compresa l’influenza, e ne attribuisce la causa principale, un processo che richiede per rendere disponibili i dati di mortalità per specifica causa mediamente un periodo di due anni”. Potrete leggere tutto ciò che è scritto cliccando sul link: ISS influenza sorveglianza mortalità

Passiamo ora a un altro tipo di dati, quelli forniti da Istat sui decessi procurati da influenza. Attenzione: anche in questo caso è necessario fare attenzione a un fatto importante, perché l’Istituto di statistica è chiaro nel comunicare che l’influenza è la “causa iniziale” non quella determinante e unica. Per dirla in parole povere: i virus influenzali quasi mai fanno crepare la gente, da soli. Per “causa iniziale” si intende infatti che una persona si prende un acciacco, poniamo un virus influenzale particolarmente aggressivo, inizia così a star male, ma arriva a morire per cause multiple, patologie preesistenti o peggioramenti causati, anche, dal virus influenzale. Anche, non solo.

Ecco la definizione dell’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – sul termine utilizzato: “la causa iniziale di morte è la causa che “ha dato inizio alla catena d’eventi morbosi che ha portato direttamente a morte”. Per scaricare sul vostro PC il documento originale dell’Istat che fornisce la spiegazione alle varie definizioni, cliccate sul link: Guida alle cause multiple di morte.

A questo punto, torniamo alla diffusione pandemica del Sars Cov 2. Le statistiche quotidiane sono quelle di uno stato di guerra, e di quelle feroci. Non a caso molti media, e molti politici, continuano a usare la frase “Siamo in guerra”. Ma è vero? siamo in guerra al punto tale da dover contare tanti morti ogni giorno, da dover cremare i deceduti portando le urne non si sa dove, con mezzi militari? È talmente terribile questo virus, da non poter nemmeno seppellire le salme, che devono essere bruciate e ai familiari negato il diritto a piangere la scomparsa dei propri cari?

Alt! In tutto questo c’è qualcosa di incomprensibile. Così come incomprensibile appare il protrarsi del volerci tenere murati in casa, dal momento che dal governo non stanno arrivando comunicazioni rasserenanti in tal senso.

Lo stesso Borrelli, poco tempo fa e in conferenza stampa, ha candidamente dichiarato: “I dati dei decessi sono quelli globali, di tutti i morti, non specifici per morte diretta da Sars Cov 2”. Nel frattempo la negazione dell’ultimo saluto – ma se certi decessi non erano avvenuti per il virus? – e non è finita: siamo trattati al pari di delinquenti patentati, usciamo di soppiatto dalla nostre abitazioni, con la sensazione limacciosa di aver fatto qualcosa di tremendo, o di poter contrarre chissà quale terribile virus che, semmai dovesse penetrare la difesa, del tutto inutile, di mascherine introvabili, eccessivamente care e comunque non protettive, moriremmo all’istante. Fulminate.

Ora porrò qualche domanda al premier Conte, sapendo che non riceverò mai risposta:

- Lei ricorda che, prima dell’avvento dell’emergenza sanitari, gli enti di previdenza sociale nazionali erano praticamente al collasso?

- Ricorda, anche, che prima della pandemia la situazione economica nazionale e i rapporti di fiducia con la UE erano alquanto malmessi a causa del fatto che l’Italia, da anni, presenta il debito pubblico tra i più alti al mondo, e che mai è stato raggiunto un parametro importantissimo per la vita di circa 60 milioni di cittadini?

- Ricorderà anche il MES, che fino a oggi ha determinato: il bail in – ne abbiamo appurato gli effetti con i correntisti frodati delle banche cooperative – l’abbattimento dei diritti civili, attraverso il blocco delle pensioni, la creazione degli “esodati”, la cancellazione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, i tanti tagli ai settori sociali…

- Ricorderà, anche, che tali trattati non sono trattabili, né dall’Italia né tantomeno da nazioni UE che non sono esattamente a posto con i conti e coi bilanci

- Ricorderà, infine, che il cosiddetto "paziente zero" è stato individuato in Germania e non in Cina, almeno per ciò che concerne i contagi a livello italiano e in special modo nella bassa lodigiana: perché a livello mediatico non è stata data la giusta rilevanza a questa informazione, che avrebbe cautelato la comunità cinese nel nostro paese? (Al link seguente una delle notizie, da Adnkrons, sul paziente zero individuato in Germania)

In Italia avete varato misure giustamente restrittive per cautelare la salute pubblica, così come avviene in tutto il mondo. Di contro, però, la popolazione non sta ottenendo le stesse agevolazioni delle altre popolazioni europee e internazionali. Di questo, di conseguenza, deve occuparsi lei, attualmente a capo dell'esecutivo.

So che lei è in grado di ricordare tutto questo, così come è al corrente che è a capo di una nazione la cui pressione fiscale è meritevole di una denuncia al tribunale dei diritti dell’uomo, e che i diritti civili degli italiani erano, ben prima dell’avvento del cosiddetto “Coronavirus” stati negati metodicamente.

Lei non ha colpa delle vicende che hanno distrutto il sistema socio economico nazionale, ma è attualmente a capo della nazione in cui viviamo, ha preso questo grave incarico nel periodo storico peggiore: non può non rispondere, quindi, di quanto sta accadendo, e non sarà privando i cittadini dei diritti costituzionali o della garanzia di poter contare su un governo in grado di proteggere tutti, e non solo a livello medico sanitario, che potrà dire, un giorno: “E’ colpa di quelli di prima”. Al comando è lei, deve quindi dimostrare di dare risposte, che non siano inconsistenti.

A nome e per conto di molti lettori, restiamo in attesa di repliche. Che non giungeranno mai (?)

Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay 



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