lunedì 13 agosto 2018 - YouTrend

Salvini e Di Maio: la “Comunicazione di governo” sui social

Salvini continua ad essere il più attivo sui social. Ma Di Maio a luglio mette a segno alcuni colpi con cui il M5S esce dall’angolo…

 
Nella narrazione mediatica del Governo i due protagonisti sono Matteo Salvini e Luigi Di Maio. In particolar modo sui social network, che concorrono sempre più a formare la percezione dell’opinione pubblica. Il confronto tra i due segna il dominio di Salvini in termini di flusso e di capacità di dettare l’agenda. Ma il tema che ha toccato più da vicino gli elettori è stata la campagna “bye bye vitalizi” di Di Maio. È quello che emerge dal “Social Monitor” effettuato nelle ultime settimane che ha delineato in modo chiaro questo quadro di riferimento.

Il monitoraggio del flusso di post e tweet dei due leader mette in evidenza due modelli di comunicazione differenti: da un lato la comunicazione totale ed iper personalizzata di Salvini che agisce su più temi, più livelli ed utilizzando più format; dall’altro lato quella di Di Maio, più concentrata sul ruolo istituzionale e con una declinazione più inclusiva nei confronti di altri Ministri ed esponenti del Movimento.

1-15 LUGLIO DI MAIO SALVINI
Post Facebook 119 162
Tweet (Twitter) 41 162* (ex trasmissione In onda con 17 tweet o i 43 Tweet del discorso di Pontida)
Video 47 60

NOTA. Il monitoraggio conta ogni singolo post presente su Facebook e ogni tweet presente su Twitter. I video sono quelli presenti su entrambe le piattaforme. La diretta delle interviste o degli interventi su Twitter vengono conteggiati come un unico Tweet per non sbilanciare il Monitor.

Salvini non ha cambiato il suo storytelling nella fase post elettorale e continua a trasmettere una diretta quasi continua della sua attività istituzionale e politica attraverso un flusso costante che dal 1 luglio al 15 luglio tocca quota 162 in linea con i ritmi dell’ultima campagna elettorale. Nella declinazione della sua comunicazione il leader leghista ricopre ruoli diversi (ovvero, Ministro degli Interni e segretario della Lega) oscillando costantemente tra la comunicazione istituzionale e quella politica, appropriandosi anche di tematiche non strettamente legate al suo dicastero, ma che spaziano dalle pensioni alle tasse passando per il commercio e la giustizia ed arrivano alle politiche europee (un esempio è la bocciatura della direttiva sul copyright del 6 luglio). Nella costruzione della sua agenda Salvini c’è però un filo conduttore: quello della “comunicazione contro”. I bersagli preferiti? I profughi, il PD, Elsa Fornero, Matteo Renzi, Roberto Saviano, Tito Boeri, Emmanuel Macron, l’Europa. L’intensità della comunicazione di Salvini è maggiore nella settimana che va dall’1 all’8 luglio (92 post) e cala in quella che va dall’8 al 15 (70 post). I video (34 nella prima settimana, 26 nella seconda) rimangono un format che usa con efficacia. Nel periodo di riferimento il post più popolare è stato quello della nuotata nella villa confiscata alle mafie (854.000 visualizzazioni) seguito dal discorso a Pontida (circa 604 mila).

Il modello Di Maio ha subìto una riduzione rispetto alla campagna elettorale, quando nell’arco di due settimane si avevano di norma oltre 150 post, mentre oggi il leader del M5S si ferma a 119. Di Maio si distingue per due fattori: i suoi post sono incentrati sull’azione di Governo, con poche variazioni sul tema; inoltre, mette in campo con più frequenza un’azione di comunicazione a rete, condividendo contenuti riguardanti altri ministri pentastellati (in particolare Giulia Grillo, Costa e Toninelli) o esponenti del suo partito. L’andamento di Di Maio è costante tra la prima e seconda settimana e rispetto a Salvini fa un uso leggermente inferiore dei video. I post più visualizzati, nella prima fase, sono quelli sulle pensioni d’oro (269 mila visualizzazioni) e sul Decreto Dignità (463 mila). Vi è però un elemento che lo differenzia da Salvini e che rappresenta anche un’uscita dal suo flusso costante di comunicazione: la campagna sul “bye bye vitalizi”. Si tratta di un tema che ha dominato il flusso dei contenuti di Di Maio a partire dal 12 luglio con l’hashtag #byebyevitalizi. Nella prima giornata si registrano 14 post (di cui 6 video). La foto che lo ritrae in mezzo alla folla di fronte al Parlamento ottiene circa 1,5 milioni di visualizzazioni, così come il video in cui spiega (in auto) la riforma.

 

Per la prima volta Di Maio mette in campo un’azione di comunicazione integrata con una campagna su Twitter in cui ritwitta, nelle giornate del 12-13-14 luglio alcuni dei principali esponenti del Movimento che hanno utilizzato l’hashtag #byebyevitalizi”.

È chiara la differenza di modello con una comunicazione di Salvini più ampia ed intensa e sicuramente con una maggiore connotazione politicarispetto a quella di Di Maio configurata sulla sua attività di ministro, ma che ha saputo intercettare un tema mobilitante come quello dei vitalizi. Probabilmente questo “picco di attività” targato M5S legato alla questione dei vitalizi ha avuto – insieme al Decreto Dignità – più di un effetto nello sventare il sorpasso della Lega che l’andamento dei sondaggi registrato dalla nostra Supermedia lasciava presagire come imminente fino a poche settimane fa.

 


1 réactions


  • pv21 (---.---.---.247) 14 agosto 2018 18:40

    Ribattiture >

    Per cogliere la valenza dell’attuale governo basta considerare i seguenti elementi.

    Con il TASSO sul 3% il carico degli interessi da pagare all’anno sul nostro DEBITO equivale all’importo delle risorse necessarie per evitare l’aumento delle aliquote IVA.

    In totale sono da trovare (con imposte, risparmi e tagli ) ben 25 miliardi di euro.


    E QUESTO prima di “aprire” dei capitoli come la Ftat Rax, il reddito di cittadinanza, la revisione della Legge Fornero. (Ossia di altre decine di miliardi)

    Tanto meno giova alla “credibilità” del paese cercare di “ribattere” un tessuto così sfilacciato con Bonus e “mancette” sparse qua e là.

    Gestire il “cambiamento” ha senso e valore se è preludio di un Ritorno alla Meta


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