sabato 29 settembre 2012 - paolodegregorio

Sallusti, Farina e il caso Dreyfus

Mi dispiace sinceramente di non essere d’accordo sulle valutazioni che sia Padellaro che Travaglio fanno sul “Il Fatto Quotidiano” nel merito della condanna di Sallusti, a un anno di galera, per diffamazione aggravata.

Non siamo tutti più intimiditi né meno liberi perché, scrivendo cose false e diffamatorie, come riconosciuto in 3 gradi di giudizio, si paga in termini penali come ogni altro cittadino.

Ciò può soltanto spingere tutti i giornalisti a pubblicare solo notizie verificate seriamente, possibilmente vere, anche se mi rendo conto che ciò per la categoria sia piuttosto pesante.

Nella questione specifica porrei l’accento sul fatto che l’articolo incriminato, pubblicato su Libero nel 2007, non fu scritto dal direttore Sallusti, ma da quel gentiluomo al soldo della CIA di nome Farina, in arte spionistica Betulla, che si nascose dietro lo pseudonimo di Dreyfus.

L’ordine dei giornalisti, invece di invocare tutele e trattamenti di riguardo, dovrebbe impegnarsi a far abolire l’anonimato professionale affinché nessuno possa sottrarsi alle proprie responsabilità, e, se questa norma fosse stata in vigore Farina sarebbe stato processato e condannato al posto di Sallusti, probabilmente con soddisfazione di tutti, anche dei lettori di “Libero”.

Non scordiamoci che la “libertà di stampa” non esiste: i giornalisti nella loro maggioranza sono “liberi” solo di obbedire ai diktat delle varie “linee editoriali” stabilite dalla proprietà e adattano le notizie a queste direttive, praticano con abbondanza l’omissione, praticamente stracciano ogni giorno la deontologia professionale e la propria dignità.

Se la paura della galera li spingerà a dire meno balle, la cosa non mi dispiace, ma sostenere di essere vittima dei magistrati e di Napolitano, come fa Sallusti, è veramente una commedia ridicola che vuole legalizzare la diffamazione a mezzo stampa.



6 réactions


  • (---.---.---.180) 29 settembre 2012 12:53

    finalmente qualcuno, non pochi, dicono le cose come stanno. Se uno diffama deve andare in galera anche se è giornalista.


  • (---.---.---.127) 29 settembre 2012 13:59

    Se uno diffama deve andare in galera """"soprattutto""" se è un giornalista. Oggi,anche grazie a media come Internet, una diffamazione non viene cancellata praticamente mai. Il giornalismo non è solo "informazione" è oggi, ma lo è sempre stato, una FUNZIONE; in più: giornalisti e direttori sono sottoposti sempre di più agli editori spesso potenti che molto hanno da guadagnare da una informazione supina alla loro volontà. La libertà di opinione è sacra, quando è opinione! La manipolazione, la diffamazione, l’istigazone a delinquere NON fanno parte di questa Libertà e chi lo sostiene è un ipocrita, supino a non so bene a quale potere o casta (sempre che non ne faccia parte egli stesso). Semmai è proprio questo appoggio perdonistico a Sallusti, peloso in molti casi, ad indebolire il fronte della Libertà di opinione, non viceversa.

    Enzo

     


  • Sandro kensan Sandro kensan (---.---.---.42) 29 settembre 2012 16:11

    Io trovo che la legge non sia uguale per tutti e questo mio commento lo dimostra: nessuno si sogna di fare un articolo o fare una campagna mediatica per il poveretto di turno che vale quanto una cacca di mosca, che diffama il potente di turno. Semmai ci sarebbero un po’ di articoli unanimi che affermano che il tal Paniz o il tal Scilipoti sono stati diffamati pesantemente e violentemente:

    http://www.repubblica.it/tecnologia...

    La legge non è uguale per tutti.


  • (---.---.---.173) 29 settembre 2012 20:09

    Paolodegregorio,

    ciò che Lei dice sembrerebbe non essere privo di logica,sennonché quando Lei si basa sulle sentenze emanate in tre gradi di giudizio, non tiene conto dei giudici fortemente politicizzati che dovrebbero ma spesso non sono, essere al di sopra delle parti. 
    Quindi, mi perdoni ma il Suo commento, senza che Lei ne sia consapevole, è un sofisma.
    Stia bene. CESARE ZACCARIA 

  • (---.---.---.13) 29 settembre 2012 20:47

    Ti becco sempre ma questa volta sono daccordo con te.


  • paolo (---.---.---.121) 30 settembre 2012 19:25

    E invece io non sono d’accordo con Cesarezac ,col quale alle volte mi trovo d’accordo ,perchè dire che "spesso i giudici sono politicizzati " ,questo si che è un sofisma .
    Ovvio che questo poi non significa che anche i magistrati giudicanti o inquirenti possano avere le loro idee politiche , ma il giudizio di faziosità deve essere comprovato altrimenti si fa del qualunquismo a buon mercato e qualunque sentenza può essere giudicata " faziosa" .

    Non vedo francamente la faziosità in un caso palese come questo.E’ un caso di scuola.


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