martedì 31 agosto 2021 - Osservatorio Globalizzazione

Roma alla prova del futuro: la sfida della sostenibilità

L’Ambiente è la grande questione dei nostri anni. Oggi anche le agende delle più grandi istituzioni mondiali contemplano fra i propri punti fondamentali quello della transizione ecologica.

 La politica si è trovata costretta ad accogliere le istanze della grande onda verde, animata principalmente dalle nuove generazione. Il tema ambientale non è più circoscritto al giro degli storici militanti-attivisti, né tanto meno costretto nel dibattito accademico, oggi è soprattutto una questione politica, attorno alla quale i più giovani stanno costruendo il manifesto della propria generazione. I grandi incendi, lo scioglimento dei ghiacci, i grandi cataclismi, la scomparsa e la distruzione degli ecosistemi sono infatti il segnale più tangibile di un intero sistema che sta mostrando di scricchiolare.

L’ambiente è sì una questione scientifica, sì una questione accademica, sì una questione tecnica, ma anche e soprattutto una questione politica, perchè si riflette e condiziona enormemente la polis, la comunità. Non ci sarà rivoluzione green che tenga, se prima la vitale importanza di questa non sarà introiettata e condivisa singolarmente da ognuno di noi.

Per questo le città possono essere un utile banco di prova per mettere i primi tasselli di una svolta di sistema a favore dell’ambiente. Qui le questioni legate all’ecologia coinvolgono diversi livelli: da quello sistematico, della transizione economico-industriale, passando per quello dei trasporti e quello dei rifiuti e Roma, la città eterna, è sicuramente uno di quei luoghi dove tutto ciò può assumere un’importanza fondamentale.

Non è un caso che più o meno tutti i candidati sindaco alle prossime elezioni amministrative abbiamo lavorato, nei loro programmi, sulla questione ecologica.

L’Urbe, in molti di questi settori, non può vantare certo un primato virtuoso e proprio per questo la tematica ambientale sarà centrale nella battaglia elettorale.

Dall’alto della sua atavica “ingovernabilità” l’idea che Roma possa trasformarsi in un modello virtuoso di città verde lascia perplessi i molti: le cose da fare sono tante, complesse e spesso attraversate da molteplici interessi.

Ma le soluzioni esistono e spesso provengono dalla spinta civica di vecchi e nuovi militanti e attivisti. Un esempio è la legge di iniziativa popolare – sostenuta da più di 9000 cittadini-sull’economia circolare e la proposta di delibera per una nuova gestione dei rifiuti del Comitato Deliberiamo Roma. Ma anche la dedizione e l’impegno dei comitati civici, delle associazioni di quartiere che si occupano di gestire e curare il verde pubblico valorizzandolo. Una grande costellazione di persone, risorse, competenze e passione che esiste ed agisce tutti i giorni.

Proprio la quotidianità è la chiave di volta per realizzare una vera transizione ecologica, scevra da traumi troppo dannosi e capace di ergersi a paradigma futuribile.

In quest’ottica allora risulta necessario tornare su una questione, tanto vecchia, quanto dirimente per il futuro di Roma: il decentramento amministrativo. Il processo, attivato all’inizio degli anni 2000, e che ha portato alla nascita dei vari Municipi di Roma Capitale ha bisogno di una grande spinta in avanti e la gestione della rivoluzione circolare, ecologica, ambientale ne è uno dei motivi principali.

Solo i Municipi, infatti, possono garantire quel legame diretto con la comunità locale, con gli umori e le sensazioni dei cittadini, quella capacità di tenere unita l’azione amministrativa e l’attenzione alla società reale.

I grandi dossier della Capitale: cura del ferro, mobilità sostenibile, gestione dei rifiuti – con l’obbiettivo rifiuti zero- non sono perseguibili se non delegandone la gestione dei processi a Municipi che per numero di popolazione eguagliano ed addirittura superano diversi capoluoghi di provincia del nostro paese, che gestiscono giustamente in autonomia questi elementi.

Giocando con un lessico “green”, l’ ecosistema romano è qualcosa di davvero complesso ed immenso, composto al suo interno da diversi ecosistemi altrettanto impegnativi e diversi. La trasformazione della capitale d’Italia in un grande polmone verde sarà possibile solamente attraverso l’autonomia d’azione dei suoi 15 grandi cuori: i suoi Municipi.

 

Foto: Wikipedia




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